Antiper | Lenin, uomo del futuro, III
Antiper, Lenin, uomo del futuro, capitolo III, PDF, A5, 36 pagine | La fondazione dell’Iskra, la lotta contro lo spontaneismo, il Che fare? Il II Congresso del POSDR. Un passo avanti e due indietro
Antiper, Lenin, uomo del futuro, capitolo III, PDF, A5, 36 pagine | La fondazione dell’Iskra, la lotta contro lo spontaneismo, il Che fare? Il II Congresso del POSDR. Un passo avanti e due indietro
The 200th anniversary of the birth of F. Engels comes at a time when his contribution to Marxism is being disputed by Neue Lekture and Sraffian authors, based on the alleged discovery of him having distorted Capital. The evidence presented by the new anti-Engelsionists is flimsy and essentially philological hair-splitting arguments. The common ground uniting them is their abhorrence for the existence of Marxism as a coherent theoretical tradition and as a weapon for the revolutionary struggle of the working class for the emancipation of human society.
La tensione degli uomini verso la conquista di una relazione armonica – “comunista” – tra gli individui basata sul superamento delle disuguaglianze e le contraddizioni sociali e politiche non nasce con Marx. Con Marx nasce una particolare, moderna, visione del comunismo.
PDF, 18 pag., A4 | da Officine Primo Maggio, n. 1, Maggio 2020 | Traduzione e introduzione (“Un saggio due autori: attrezzi per leggere e trasformare il presente”) di Riccardo Emilio Chesta
Questo seminario intende rileggere il lascito di Marx e in particolare del Capitale alla luce di questioni che oggi rendono particolarmente vive le analisi marxiane, facendo di questa opera uno strumento irrinunciabile al fine di comprendere le dinamiche del capitalismo contemporaneo. Non a caso negli ultimi anni Marx torna ad essere interrogato da più parti del globo e le sue categorie interpretative tornano ad essere utilizzate per far luce sia sui rapporti di dominio odierni, sia sui conflitti e le lotte che sfidano le dinamiche, i dispositivi e l’organizzazione dell’attuale capitalismo. I temi proposti intendono interrogare il Capitale alla luce del presente, sulla base dell’assunto che il pensiero di Marx è stato ed è ancora, più che mai nel contesto odierno, un metodo per interpretare e per pensare ad una trasformazione possibile. «Leggere Il Capitale» è ancora all’ordine del giorno.
La nascita del marxismo russo non poteva avvenire che in un contesto ancora profondamente segnato dall’esperienza politica del populismo rivoluzionario. Ma ben diverso è affermare che il marxismo russo sarebbe una sorta di versione populista del marxismo, come fanno certi autori1 che il fervore anti-leninista spinge ben oltre le soglie del ridicolo. In Plechanov, certo, permangono alcune suggestioni populiste anche dopo la rottura formale con la propria esperienza precedente, ma la stessa cosa non vale per Lenin il cui esordio teorico è largamente dedicato proprio alla polemica contro le tesi populiste.
“«Non appena non ci saranno più classi sociali da mantenere nell’oppressione, non appena, con l’eliminazione del dominio di classe e della lotta per l’esistenza individuale fondata sull’anarchia della produzione sinora esistente, saranno eliminati anche le collisioni e gli eccessi che sorgono da tutto ciò, non ci sarà da reprimere più niente di ciò che rendeva necessaria una forza repressiva particolare, uno Stato»”
One of the most devious traps which lurk for Marxist theorists is the search for the moment of the Fall, when things took the wrong turn in the history of Marxism: was it already the late Engels with his more positivist-evolutionary understanding of historical materialism? Was it the revisionism AND the orthodoxy of the Second International? Was it Lenin? Or was it Marx himself in his late work, after he abandoned his youthful humanism (as some “humanist Marxists” claimed decades ago)?
Quello di Antropocene è un concetto che si muove a cavallo tra geologia, filosofia,
storia.
“Portato alla ribalta della comunità scientifica dal Nobel per la chimica Paul Crutzen nel 2000, e indicante la supposta era geologica, successiva all’Olocene, in cui l’uomo sarebbe diventato il principale fattore di trasformazione e corruzione delle condizioni ambientali terrestri, l’Antropocene ha conosciuto negli ultimi anni una grande e proficua diffusione soprattutto nelle scienze sociali e in filosofia. Una diffusione sicuramente maggiore rispetto a quella sviluppatasi all’interno della comunità dei geologi, dove per quanto dibattuta, tale nozione non è stata ancora validata, poiché determinare un’epoca geologica richiede metodologie specifiche, analisi globali e su di una scala temporale diversa da quelle proposte dagli scienziati ambientali come Crutzen o dagli storici come Chakrabarty (2009)”
La penetrante analisi delle conseguenze negative del capitalismo in agricoltura e, più in generale, l’attenzione di Marx ed Engels per il versante uomo-natura della dialettica storica, non sono aspetti casuali e secondari: sono diretta conseguenza della loro visione del mondo, del loro metodo d’analisi, di un’attenzione sistematica e metodica, critica ma partecipe agli sviluppi scientifici del loro tempo. Non solo verso quelle discipline che hanno stretta attinenza con la società (come fu il caso dell’interesse per la nascente etnologia, e non solo per l’opera di Morgan) ma anche verso le scienze naturali e la matematica. Le opere di Marx sono zeppe di riferimenti alle scoperte della biologia, della chimica, dell’agronomia.
Nell’essenza del pensiero di Marx e di Engels c’è una formulazione del rapporto uomo-natura-società che rimane metodologicamente insuperata anche dopo un secolo e più di sviluppi delle scienze biologiche e antropo-sociali, la cui attualità deve essere pienamente rivendicata dal marxismo rivoluzionario tanto contro ogni forma di riduzionismo storicistico e/o idealistico — il quale vede il motore della storia in un rapporto uomo-uomo (cioè nella pura dialettica delle idee o in quella di una società disincarnata dalla natura) che non è più fondato materialisticamente e dialetticamente in modo inestricabile con la natura — quanto contro il riduzionismo di segno opposto che riconduce il rapporto uomo-natura a ineluttabili matrici biologiche che trascendono la mediazione storica delle forme sociali. Dalle prime formulazioni di Marx nei Manoscritti economico-filosofici del 1844 al Capitale, dall’Ideologia tedesca del 1845-46, scritta in comune da Marx ed Engels, alla Dialettica della natura, opera incompiuta del secondo, il marxismo elabora un approccio che può essere sintetizzato nella formula dell’unità dialettica dei processi naturali e dei processi sociali, storicamente determinata.
Altre critiche di “dualismo cartesiano” appaiono invece un tantino più ingenerose, come nel caso di quelle rivolte alla rivista eco-socialista americana Monthly Review.
Abbiamo visto che per Lenin lo Stato è uno strumento di cui la borghesia si serve per conservare il potere politico. Nulla vieta, in astratto, che tale strumento possa essere utilizzato anche dal proletariato per conservare il proprio potere politico, una volta che lo abbia conquistato. In fondo, come afferma Marx nel Capitale, di uno strumento è importante soprattutto l’uso che se ne fa e non è colpa del coltello se viene usato per sgozzare la gente
Stato e rivoluzione è innegabilmente il testo più “visionario” di Lenin e deve il proprio fascino duraturo anche al fatto di proiettare il proprio sguardo ben oltre la fase storica entro cui esso è stato concepito. Del resto, solo illuminandolo dalla prospettiva del futuro è possibile interrogare il presente in modo adeguato.
Nel capitolo XIV del primo libro del Capitale Marx affronta un tema che ha assunto grande rilevanza nel dibattito politico internazionale e che sembra essere diventato ancora più rilevante con l’avvento di quella che Manuel Castells ha chiamato “società dell’informazione”; si tratta del tema se il lavoro “immateriale” (ad esempio il lavoro mentale) debba o meno essere considerato produttivo.
L’approccio unitario e dialettico – non dualistico – al rapporto tra natura e società avvicina Moore ad un approccio marxista e l’accusa di “dualismo cartesiano” che egli rivolge contro talune interpretazioni è spesso condivisibile. È condivisibile, ad esempio, quando è rivolta contro le vecchie concezioni dell’ecologismo “green”, nate nel quadro del riflusso seguito alla sconfitta dell’ondata di lotte sociali, politiche, anti-coloniali, operaie, femministe, studentesche… degli anni ’60-’70.
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Giulia Iacometti | Introduzione a Etica e politica nell’Antropocene (a partire dal contributo di Jason W. Moore), Tesi di laurea in filosofia, Pisa, 2018, PDF, 72 pagine. Da anni un...
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