Taggato: imperialismo

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Antiper | Emiliano Brancaccio e le “condizioni economiche per la pace”

Emiliano Brancaccio è un noto economista italiano di scuola keynesiana che non è nuovo nella promozione di appelli pubblicati dal Financial Times e sottoscritti da liste di professori (si vedano contro le politiche di austerità dell’UE, contro il MES, per un piano anti-covid…). In larga parte della sinistra viene definito marxista, ma marxista non è, sebbene sia una persona intelligente che non di rado propone riflessioni più interessanti di quelle che propongono persone apparentemente più “ortodosse”

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Antiper | Lenin, uomo del futuro, VI

Lo scoppio della Prima guerra mondiale sancisce il fallimento definitivo della II Internazionale le cui sezioni nazionali adottano linee di appoggio ai propri governi, molte arrivando persino a votare i cosiddetti “crediti di guerra” ovvero i finanziamenti per le truppe, anche a discapito delle condizioni di vita dei lavoratori.

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Antiper | Generali e presidenti. Gli USA sempre pronti alla guerra, anche atomica

Comandante generale delle truppe alleate in Europa durante la Seconda guerra mondiale e presidente degli Stati Uniti dal 1953 al 1961, Dwight Eisenhower è passato alla storia per il suo discorso di fine mandato in cui mise in guardia il popolo americano dall’influenza di quello che egli definì, con una locuzione che sarebbe divenuta molto famosa, il “complesso militare-industriale”

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Minqi Li | China: Imperialism or Semi-Periphery?

China is currently the world’s largest economy measured by purchasing power parity. As the rapid expansion of the Chinese economy reshapes the global geopolitical map, Western mainstream media has begun to define China as a new imperialist power that exploits cheap energy and raw materials from developing countries. Some Marxist intellectuals and political groups, drawing from the Leninist theory of imperialism, argue that the rise of monopoly Chinese capital and its rapid expansion in the world market have turned China into a capitalist imperialistic country.

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Antiper | Perché la Russia ha attaccato l’Ucraina proprio ora?

Anche se nessuno è in grado di sapere con certezza quale sia effettivamente la strategia russa nella “crisi ucraina” e posto che ogni cosa che viene detta sui media è per il 99% propaganda di guerra, ovvero falsità, è tuttavia possibile fare qualche supposizione in merito alle motivazioni che hanno spinto Mosca a decidere l’attacco e a deciderlo proprio ora (anche se è ovvio che lo scenario di guerra era stato elaborato da tempo come concreta possibilità).

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Antiper | La guerra è già mondiale alla periferia degli imperi

Quando parliamo di guerra sarebbe sempre importante definire cosa si deve intendere con questo termine nella fase attuale e considerare l’impatto delle nuove tecnologie sul modo di farla.
E quando parliamo di guerra mondiale che cosa dobbiamo intendere?

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Antiper | Lenin, uomo del futuro (piano di pubblicazione)

La situazione sociale e politica della Russia dopo l’abolizione della servitù della gleba. Il populismo russo dagli “anni ’60” alla Narodnaja Volja…

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Guglielmo Carchedi | L’imperialismo oggigiorno: che cos’è e dove va

Intervento di Guglielmo Carchedi, dell’Università di Amsterdam, realizzato alla Tavola Rotonda su: “Natura imperialista dell’Unione Europea e forme della lotta di classe” organizzata, sabato 9 gennaio 2016, a Napoli dalla Rete dei Comunisti, dai compagni della Mensa Occupata – Noi Saremo Tutto e dai compagni del Laboratorio ISKRA di Bagnoli.

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Laboratorio Marxista | ANSWER is not the answer. Riflessioni su pacifismo, antimperialismo e guerra alla vigilia dell’aggressione all’Iraq

Il 18 gennaio 2003 si è realizzata una mobilitazione internazionale promossa dalla coalizione pacifista americana ANSWER a cui hanno aderito molte e variegate realtà del movimento contro la guerra italiano. Prendiamo spunto da questa mobilitazione per sviluppare alcune riflessioni su ANSWER e – soprattutto – su come concepiamo l’intervento degli antimperialisti nel movimento contro la guerra e la relazione con gli altri settori di tale movimento.

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Antiper | Segni dei tempi

Segno dei tempi che ricorrono, l’Iran è di nuovo nel mirino. E con l’Iran è nel mirino la Siria, che ne costituisce il principale alleato nella regione e che è oggi scossa da una guerra civile fomentata ad arte dagli “amici della democrazia” che siedono a Washington, a Parigi, a Londra, ad Ankara. Ancora una volta la banda di predoni imperialisti capitanata dagli USA (e nel caso specifico coadiuvata dalla Turchia) si presenta a portare un po’ di democrazia “made in USA”. E quando questi banditi internazionali portano la loro democrazia son bombe che fischiano.

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Antiper | Siria, un altro tassello del mosaico

Per sviluppare una riflessione sulla situazione siriana è necessario collocarla all’interno del tentativo di ristrutturazione dell’egemonia nord-americana ed europea in atto da anni in Medio Oriente. Dobbiamo legare il particolare contesto siriano con il più generale quadro internazionale che si caratterizza, da un lato, per le cosiddette “rivolte arabe” e per i loro discutibili esiti attuali [1] e, dall’altro, per la crisi economica di lunga durata del modo di produzione capitalistico, vera forza motrice di questi avvenimenti.

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Antiper | Nuove linee rette e inutili idioti

Se si osserva la carta geo-politica dell’Africa e del Medio Oriente una cosa salta all’occhio: molto spesso, i confini sembrano tracciati con la riga; linee rette separano un paese dall’altro, spesso in modo del tutto arbitrario e apparentemente ingiustificato. È l’eredità del periodo coloniale, il risultato di successive spartizioni.

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Antiper | Approvazioni e astensioni

Come tanti altri paci-finti, anche il non-a-caso-Premio-Nobel Sig. Fo Dario [1] (assieme alla di Lui consorte, la recidiva Sig.ra Rame Franca, già ri-finanziatrice di guerra in Afghanistan in qualità di parlamentare IDV) si appella all’ONU attribuendo a questo organismo l’autorevolezza di rappresentare la “volontà del mondo” (come se il fatto che un’ipotetica maggioranza possa decidere un’aggressione militare faccia perdere un grammo di legittimità alla minoranza che questa aggressione avversa).

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Antiper | Simboli

I simboli sono importanti. Certo, dietro ogni simbolo può nascondersi qualcosa che non ha nulla a che fare con quel simbolo. Dietro il richiamo all“intervento umanitario” possono nascondersi intenzioni tutt’altro che umanitarie. Indiscutibile. Ma se vogliamo dire che dietro allo sventolio di bandiere cirenaico-monarchiche o di bandiere francesi (che in Africa del Nord richiamano soprattutto l’intervento colonialista e non certo il 1789) si “nascondono” intenzioni rivoluzionarie bisogna dimostrarlo e spiegare perché il nuovo si ammanta dei colori del vecchio. 

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Antiper | I nemici non sono tutti uguali. E neppure gli amici

Quando pensiamo al grado di “inimicizia” verso gli interessi dei lavoratori ognuno di noi ha, in modo più o meno consapevole, una propria scala di priorità: noi, ad esempio, riteniamo che il nemico principale della possibilità di sviluppo sociale dell’umanità sia oggi l’imperialismo ovvero il capitalismo dell’epoca dei monopoli, della finanza, dell’esportazione dei capitali, ecc…

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Antiper | Carattere soggettivo e posizione oggettiva nella lotta contro l’imperialismo

In questi anni abbiamo sempre cercato di distinguere tra il carattere soggettivamente antimperialista di movimenti come Hamas, la resistenza irachena, Hezbollah, i talebani… (carattere che, a nostro avviso, non poteva rilevarsi [1]) e la posizione oggettivamente di ostacolo ai piani dell’imperialismo nord-americano ed europeo che questi movimenti si trovavano ad occupare e che li rendeva meritevoli di un certo qual sostegno, malgrado il loro programma politico.

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Antiper | Libia. Il nuovo che avanza

Checché se ne dica il proletariato libico non è affatto il protagonista della rivolta in Libia (se non nel senso che vi partecipa). Ne sarà, invece, la principale vittima. Per capirlo basta dare gettare uno sguardo sulla “nuova” classe dirigente che si prepara a sostituire sé stessa alla guida del paese.Tra le file dei rivoltosi c’è una pletora di ex-alti ufficiali delle forze militari libiche e un esercito di diplomatici (dall’ex-ambasciatore presso la Lega Araba e quello attuale presso l’ONU fino dagli ambasciatori di Francia, Italia, Inghilterra, Spagna, Germania e via di questo passo).

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Antiper | Non seguire la propaganda di guerra e di regime

Non siamo mai riusciti a dimenticare quando nel 2003 la “giornalista-si-fa-per-dire” del TG3 Simona Bottari ebbe un orgasmo multiplo in diretta televisiva all’arrivo dei marines a Baghdad: un esempio da manuale che ci ricorda la prima regola che sempre dovremmo seguire di fronte all’“informazione” embedded: quasi tutto ciò che dicono i media mainstream in termini di analisi politica è falso o comunque è confezionato dentro una presentazione che ha un ben preciso connotato politico.

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Antiper | Sempre dalla parte dei popoli colpiti dall’imperialismo

In generale non siamo amanti di organizzazioni politiche caratterizzate da un forte richiamo religioso (come Hamas a Gaza o Hezbollah in Libano) e pensiamo che queste organizzazioni non ci metterebbero un attimo, avendone la forza, a combattere anche contro i comunisti ove questi portassero avanti con coerenza il loro programma laico, socialista e rivoluzionario: ciò nonostante pensiamo che con queste forze – quando si battono contro i piani dell’imperialismo (e del sionismo) in Medio Oriente – sarebbe irragionevole escludere qualsiasi terreno comune d’azione e di resistenza, come invece pensiamo che sia necessario fare nei confronti di coloro che – pur definendosi “comunisti” – appoggiano le missioni imperialiste di guerra, italiane o francesi, con o senza ONU.

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Antiper | Ruoli

Ci troviamo oggi in tempi assai diversi da quelli dell’epoca post-coloniale, del nazionalismo progressista arabo, del movimento dei paesi “non allineati”, delle resistenze antimperialiste, delle insorgenze rivoluzionarie in Africa, in Asia e in Medio Oriente… Il quadro politico internazionale che abbiamo di fronte è profondamente diverso da quello degli anni ’60-’70 che era caratterizzato da un avanzamento progressivo dei popoli del Tricontinente.