Vladimir Mayakovsky | Vorovsky (english version)
Proletariat,
unchain your voices’ thunder,
forget
universal clemency’s softness.
Murdered
by a gang of fascists and plunderers,
for the last time
through Moscow
today goes Vorovsky
Proletariat,
unchain your voices’ thunder,
forget
universal clemency’s softness.
Murdered
by a gang of fascists and plunderers,
for the last time
through Moscow
today goes Vorovsky
Oggi,
proletariato,
scatena
il tuono
delle voci,
dimentica
la cera del perdono.
Finito
dalla banda ladra di fascisti,
per l’ultima volta
Vorovski
passerà per Mosca.
Nell’ottobre del 1913, Lenin pubblica un articolo poco conosciuto su “Il capitalismo e l’immigrazione dei lavoratori” [2]. Qui egli afferma che
“Il capitalismo ha creato un tipo particolare di migrazione di popoli. I paesi che si sviluppano industrialmente in fretta, introducendo più macchine e soppiantando i paesi arretrati nel mercato mondiale, elevano il salario al di sopra della media e attirano gli operai salariati di quei Paesi.
La nascita del PCd’I nel gennaio ’21 a Livorno arriva in ritardo, sia per tentare di orientare in senso rivoluzionario il movimento del “biennio rosso”, sia per impedire – o...
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…cosa resta del marxismo? È ancora uno strumento utile per criticare e analizzare la situazione socio-economica in cui ci troviamo?
Il marxismo non è solo “utile”, è il solo pensiero generale che possa illuminare il mondo contemporaneo ed essere alla base di una nuova politica. Tutti i concetti importanti di Marx sono molto più veri oggi che ai suoi tempi. Il mercato mondiale, per esempio, è molto più reale oggi che nel 1850. Per non parlare della creazione di una disoccupazione di massa: ci sono, nel mondo d’oggi, circa due miliardi di esseri umani che costituiscono ciò che si definisce il “surplus”. Persone che non sono né dei salariati, né dei proprietari, né dei consumatori. Insomma, non sono niente. Dall’altro lato, c’è la concentrazione del capitale: ad oggi, 264 persone possiedono l’eqiuivalente di quello che possiedono gli altri tre miliardi. Il mondo intero è sotto la legge, prevista da Marx, di un’oligarchia finanziaria estremamente meschina. Marx diceva anche che i governi erano «le fondamenta del potere del Capitale» e oggi tutti possono rendersi conto più facilmente che non 150 anni fa. E poi, chi crede ancora che un voto possa cambiare le cose? Insomma, è dalla visione marxista che bisogna partire, applicando al nostro mondo ciò che Marx aveva anticipato – e che dimostra il suo genio.
Bella ciao | Genova 2001
A Firenze è un “largo”, a Pontassieve una “via”. Largo e Via Bruno Fanciullacci. Due targhe inaugurate di recente (2002 e 2003), tra polemiche politiche e querele incrociate. Fanciullacci fu un partigiano gappista, medaglia d’oro della Resistenza. Alcuni lo ritengono un killer (“l’assassino di Giovanni Gentile”), altri – noi compresi – un eroe. Pochi sinora lo hanno considerato un filosofo. E’ tempo di omaggiarlo in quella veste. Sì, filosofo. Una nomea da riscattare, dopo anni di utilizzi arrischiati tipo “il filosofo Rocco Buttiglione”, di torpore accademico e convegni trascorsi a spaccare in sedici il pelo trovato nell’uovo.
Noi siamo condannati a tutto ciò che è stato inventato una volta per tutte. E questo per il semplice fatto che possiamo sempre riprodurlo; e non solo possiamo, ma in quanto produttori di massa ci sentiamo in dovere di produrre di ogni modello il maggior numero possibile di esemplari; e non solo ci sentiamo in dovere di farlo, ma effettivamente siamo incapaci, d’improvviso, di non essere tali: ossia non saper più fare d’un tratto ciò che sappiamo fare.
Sicuramente Platone non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno si sarebbe venuto a creare un tale funesto intreccio di idea e maledizione.
Fino alla fine del vostro mondo. Fino alla nascita del nostro.
Solidarietà ai fratelli e alle sorelle del Libano, della Palestina, dell’Iraq
Quando pensiamo al grado di “inimicizia” verso gli interessi dei lavoratori ognuno di noi ha, in modo più o meno consapevole, una propria scala di priorità: noi, ad esempio, riteniamo che il nemico principale della possibilità di sviluppo sociale dell’umanità sia oggi l’imperialismo ovvero il capitalismo dell’epoca dei monopoli, della finanza, dell’esportazione dei capitali, ecc…
In generale non siamo amanti di organizzazioni politiche caratterizzate da un forte richiamo religioso (come Hamas a Gaza o Hezbollah in Libano) e pensiamo che queste organizzazioni non ci metterebbero un attimo, avendone la forza, a combattere anche contro i comunisti ove questi portassero avanti con coerenza il loro programma laico, socialista e rivoluzionario: ciò nonostante pensiamo che con queste forze – quando si battono contro i piani dell’imperialismo (e del sionismo) in Medio Oriente – sarebbe irragionevole escludere qualsiasi terreno comune d’azione e di resistenza, come invece pensiamo che sia necessario fare nei confronti di coloro che – pur definendosi “comunisti” – appoggiano le missioni imperialiste di guerra, italiane o francesi, con o senza ONU.
Un tempo la violenza materiale e culturale con cui quella disciplina ci veniva imposta la sentivamo sulla nostra pelle e ci spingeva alla ribellione. Quella disciplina a cui eravamo costretti poteva diventare auto-disciplina, forza, organizzazione, identità, necessità di trasformazione, volontà di riconquista della nostra umanità.
IL CSPAL (Comitato di Solidarietà con i Popoli dell’America Latina) nacque all’inizio del 2002 dopo le giornate di rivolta che avevano scosso l’Argentina a seguito del tracollo economico-finanziario e del blocco dei conti correnti del dicembre 2001. In quelle giornate la repressione provocò decine di morti; ciò nonostante vi fu un moto di ribellione generale che si sviluppò non solo contro la crisi, ma anche contro il clima di terrore e di assuefazione imposto dalla sanguinaria dittatura del 1976-1982
Durante la manifestazione di Torino del 16 maggio scorso, convocata ufficialmente contro i pericoli per l’occupazione derivanti dal progetto Marchionne per la FIAT, c’è stata la contestazione dei lavoratori di Pomigliano relegati nel “reparto confino” di Nola.
Nel corso dell’ultimo anno e mezzo l’Italia è stata attraversata da una lunga serie di mobilitazioni: dal gruppo Fiat (con la resistenza di Termini Imerese e quella ormai storica dell’Alfa di Arese) agli aeroportuali dell’Alitalia, dai lavoratori delle ditte subappaltatrici delle pulizie ferroviarie ai metalmeccanici contro il nuovo contratto, dalla scuola contro la riforma Moratti alla difesa dell’art.18… -, senza contare una miriade di altre iniziative di lotta che dal settore privato al pubblico impiego hanno visto scendere in sciopero e in piazza milioni di lavoratori.
Lo scorso anno, nell’ambito della terza giornata del Campo, in una assemblea plenaria come questa, siamo intervenuti per portare il nostro contributo sul tema dell’imperialismo (e dell’anti-imperialismo).
Questo foglio nasce per iniziativa di lavoratori, precari, disoccupati… della zona apuo-versiliese che ritengono utile sviluppare un confronto stabile e trasversale alle organizzazioni sindacali tra le varie situazioni di lavoro e di lotta.
Nosotras, las Madres de Plaza de Mayo, estamos aquí para denunciar al imperialismo que nos quiere destruir; a ese imperialismo que quiere ser el dueño del mundo.
In tutto il mondo cresce la protesta contro la guerra. Milioni di persone si oppongono ad un attacco che trova le sue ragioni nel tentativo degli USA di realizzare un controllo diretto su fonti energetiche primarie (come il petrolio) e su un’area fondamentale dal punto di vista strategico
Dialettica / Letture / Marxismo e comunismo / Pensieri / Villaggio globale
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