Categoria: Pensieri

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Intervista ad Alain Badiou

“Questa pandemia si sarebbe potuta facilmente arginare, se avessimo approfondito la conoscenza scientifica dei virus della linea Sars, e preparato il vaccino adeguato: tra il 2002 e il 2004 si è verificata un’epidemia il cui responsabile virale era Sars-1. Ma siccome questa si limitò a poche regioni asiatiche e uccise solo tra le 700 e le 800 persone, nessuno si preoccupò del futuro di questo ceppo virale”

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Marco Riformetti | Democrazia borghese e democrazia socialista. Sulla dittatura del proletariato

Nessun potere dominante ricorre mai inutilmente all’uso della violenza. Sebbene la violenza sia sempre la risorsa di “ultima istanza”, ricorrervi frequentemente è una testimonianza di debolezza. Lo Stato cerca sempre di ricorrere piuttosto ad altre forme di potere, più intangibili, ma sempre comunque molto efficaci; si pensi al concetto di “violenza simbolica” in Bourdieu o a quello di “ideologia” in Althusser. E si pensi soprattutto al concetto gramsciano di “egemonia” per il quale il dominio non è mai pura forza, ma insieme di forza ed egemonia politica e culturale; in un passaggio importante dei Quaderni Gramsci definisce Lenin “il più grande teorico moderno della filosofia della praxis” e gli riconosce il merito fondamentale di aver riscoperto l’importanza della battaglia culturale, della “battaglia delle idee”, come antidoto all’economicismo

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Antiper | DAD o non DAD? Questo (non) è il problema

Con l’esplosione della pandemia anche il mondo della scuola ha dovuto attrezzarsi e parte delle lezioni in presenza sono state sostituite con lezioni a distanza; questo ha fatto nascere uno scontro senza esclusione di colpi tra i sostenitori (della necessità) della didattica adistanza (DAD) – prudentemente rinominata nella seconda fase didattica digitale integrata (DDI) – e i suoi avversari (tra le cui fila troviamo il variegato mondo dei libertari-negazionisti, ma anche una certa parte della sinistra “radicale” che ha, ormai da molto tempo, smarrito la capacità di “cogliere il punto” in ogni situazione).

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Antiper | Sull’universalismo comunista

Anche se per molti versi il comunismo moderno si distingue profondamente dai vari “comunismi” precedenti è pur vero che, per altri versi, ne costituisce lo sviluppo.
Ad esempio, l’abolizione della proprietà privata è certamente un elemento distintivo e permanente di una concezione “comunista”1; come si potrebbe infatti pensare una società comunista che preservasse la possibilità della proprietà privata2? D’altra parte il modo in cui questa richiesta viene avanzata – ad esempio, “abolizione per tutti” o “abolizione solo per una parte” – cambia, e di molto, la situazione

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Antiper | Commento a David Harvey, L’importanza della Cina nell’economia mondiale

Harvey inizia la propria analisi raccontando un episodio di “cronaca finanziaria”: siamo nel 2019 e Apple subisce un brutto colpo alle proprie quotazioni di borsa per aver dovuto riconoscere di non essere in grado di cogliere gli obiettivi di vendita previsti, soprattutto rispetto al mercato cinese. Apple produce in Cina e in Cina controlla una quota di mercato del 6-7%, che rappresenta comunque un valore enorme; d’altra parte, l’80% di quel mercato è ormai saldamente nelle mani di aziende cinesi che fino a 10 anni fa esistevano quasi solo sulla carta e che oggi, dopo aver preso il controllo del mercato interno, stanno prendendo il controllo anche di buona parte di quello internazionale.

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Antiper | La strada meno percorsa. Appunti su comunismo e natura umana

È passato molto tempo dal Manifesto [2] ma del comunismo si continua a parlare; e molto, stando alle quotidiane dichiarazioni di morte di cui è oggetto. Evidentemente lo “spettro” – come ebbero a definirlo Marx ed Engels (e oggi il termine sembra ancor più appropriato, se è vero che della prospettiva del comunismo si dice che sia morta e sepolta) – sembra incutere ancora una certa qual inquietudine.
Non c’è da stupirsi, in fondo. I capitalisti (o quanto meno i loro “intellettuali organici”) sanno bene che il modo di produzione capitalistico genera le loro ricchezze, ma anche una serie di irrisolvibili contraddizioni; ed è proprio dentro queste contraddizioni, prima ancora che nella soggettiva consapevolezza degli uomini, che si costituiscono la possibilità e la necessità storica del “nuovo mondo”, del non ancora esistente

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Alain Badiou | Niente di nuovo sotto il sole. Dialogo sul Covid-19

In questa raccolta è contenuto l’intervento di Alain Badiou sul Covid-19 Sulla situazione epidemica su cui anche Antiper ha scritto un commento: Tra mercati antichi e rotte globali. Commento a...

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John Bellamy Foster | La “dialettica della natura” di Engels nell’Antropocene

Nel capitolo «Parte avuta dal lavoro nel processo di umanizzazione della scimmia» del suo Dialettica della natura, Friedrich Engels affermava: «Ogni cosa influenza ed è influenzata da ogni altra cosa» [1]. Oggi, a duecento anni dalla sua nascita, Engels si può considerare uno dei fondatori del pensiero ecologico moderno. Se la teoria della frattura metabolica di Karl Marx è alla base dell’ecologia odierna ispirata al materialismo storico, resta pur vero che il contributo di Engels alla nostra comprensione del problema ecologico nel suo insieme rimane indispensabile – un contributo basato sulle sue approfondite ricerche sul metabolismo universale della natura, che rafforzarono e ampliarono l’analisi di Marx

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Friedrich Engels | Ludovico Feuerbach e il punto d’approdo della filosofia classica tedesca. Parte I

Questo scritto* ci conduce a un periodo che, cronologicamente, è lontano da noi una buona generazione, ma è diventato così estraneo alla generazione attuale in Germania come se fosse già vecchio di un secolo intero. Eppure fu il periodo della preparazione della Germania alla rivoluzione del 1848, e tutto ciò che è accaduto tra di noi dopo di allora è soltanto una continuazione del 1848, è soltanto l’esecuzione testamentaria della rivoluzione.

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Antiper | Lenin, uomo del futuro, IV

La Russia di inizio ‘900 è un paese in cui l’impetuoso sviluppo capitalistico ha prodotto una serie di contraddizioni:

«Il concentramento dell’industria era più alto che nei paesi più sviluppati: metà degli operai lavorava in un 7% di imprese, tutte con più di 500 dipendenti. L’espansione capitalistica era stata favorita – coltivata come in una serra, si dirà – da una politica statale di protezionismo doganale, di commesse governative e di porte aperte al capitale straniero. Nelle società anonime, questo deteneva più della metà delle partecipazioni»

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Michael Roberts | The price of Engels (primo capitolo di Engels 200)

This short book has been written to coincide with the 200th anniversary of the birth of Friedrich Engels, the close friend and collaborator with Karl Marx for over 40 years. This book is not a biography of Engels – there are plenty of those, of varying quality. Instead, it aims to outline, explain and analyse Engels’ contribution to a Marxist critique of political economy and capitalism. Engels’ economics has been sadly neglected, being lost under the large shadow of Marx’s Capital and his other economic works. And yet, Engels was the first to present a critique of the contemporary classical political economy of Smith, Ricardo and Malthus from a Marxist perspective – that is before Marx himself

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Friedrich Engels | L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

Friedrich Engels, L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (in relazione alle ricerche di L.H.Morgan), Biblioteca della Critica Sociale, Milano, 1901, PDF, 30Mb, introduzione di Eduard Bernstein, versione di Pasquale Martignetti, avvertenze filologiche di Filippo Turati

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Antiper | Lenin, uomo del futuro, III

Antiper, Lenin, uomo del futuro, capitolo III, PDF, A5, 36 pagine | La fondazione dell’Iskra, la lotta contro lo spontaneismo, il Che fare? Il II Congresso del POSDR. Un passo avanti e due indietro

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Wilhelm Liebknecht | Da “Karl Marx: Biographical memoirs”

Per la popolarità Marx nutriva un sovrano disprezzo. Una cosa che lodava particolarmente in Robert Owen era che egli, ogni volta che una delle sue idee diventava popolare, avanzava una nuova esigenza che lo rendeva di nuovo impopolare. Scevro di ogni vanità, Marx non poteva attribuire alcun valore al plauso della folla. La folla era per lui il gregge senza idee, che riceveva pensieri e sentimenti dalla classe dominante. Finché il socialismo non si è fatto spiritualmente strada tra le masse, il plauso della folla non può che andare a gente senza partito o a oppositori del socialismo. Oggi che la concezione del mondo socialista è già penetrata tra le masse e comincia anche a influenzare la cosiddetta “opinione pubblica”, ciò non vale più nella stessa misura in cui valeva cinquant’anni fa. Allora solo un’esigua minoranza della classe operaia si era innalzata sino al socialismo

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Friedrich Engels | Ludovico Feuerbach e il punto d’approdo della filosofia classica tedesca. Prefazione

“Nella prefazione al suo scritto, Per la critica dell’economia politica, Berlino 1859, Karl Marx racconta come egli ed io a Bruxelles, nel 1845, ci eravamo assunti il compito di
«mettere in chiaro con un lavoro comune il contrasto tra il nostro modo di vedere» – cioè tra la concezione materialistica della storia elaborata da Marx – «e la concezione ideologica della filosofia tedesca, di fare i conti, in realtà, con la nostra anteriore coscienza filosofica. Il disegno venne realizzato nella forma di una critica della filosofia posteriore a Hegel. Il manoscritto, due grossi fascicoli in ottavo, era da tempo arrivato nel luogo dove doveva pubblicarsi, in Vestfalia, quando ricevemmo la notizia che un mutamento di circostanze non ne permetteva la stampa. Abbandonammo tanto più volentieri il manoscritto alla rodente critica dei topi, in quanto avevamo già raggiunto il nostro scopo principale, che era di veder chiaro in noi stessi»”

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Stavros Mavroudeas | Friedrich Engels and his Contribution to Marxism

The 200th anniversary of the birth of F. Engels comes at a time when his contribution to Marxism is being disputed by Neue Lekture and Sraffian authors, based on the alleged discovery of him having distorted Capital. The evidence presented by the new anti-Engelsionists is flimsy and essentially philological hair-splitting arguments. The common ground uniting them is their abhorrence for the existence of Marxism as a coherent theoretical tradition and as a weapon for the revolutionary struggle of the working class for the emancipation of human society.

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Antiper | Comunisti (PeO,1)

Il nostro contributo a questo Forum consiste nel tentativo di entrare in dialettica con la riflessione e la linea politica dei suoi promotori cogliendo al contempo l’occasione per ri­capitolare una serie di elementi che caratterizzano il nostro punto di vista. Naturalmente, per noi, “entrare in dialettica” significa anche segnalare elementi proble­matici perché riteniamo che accettare il confronto non significhi scambiarsi reciproci in­viti per incontri in cui ognuno parla per conto proprio, ma analizzare con attenzione ciò che di volta in volta viene proposto e il fatto che possano emergere differenze o anche vere e proprie divergenze non deve spaventarci perché, in una concezione marxista, ogni sintesi è il prodotto di una contraddizione.

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Antiper | Dalla filosofia alla concezione materialistica della storia. Introduzione

Nel parlare di marxismo e filosofia si va da chi afferma che il vero problema del marxismo è l’assenza di uno spazio filosofico specifico a chi afferma che un po’ di buona filosofia c’è, ma bisogna disseppellirla da sotto una montagna di deformazioni economicistiche, storicistiche, umanistiche, a chi sostiene che in Marx è posto in modo esauriente il problema filosofico fondamentale. E così via.

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Laboratorio Marxista | Genova 2001

Con queste note non intendiamo ripercorrere gli eventi di Genova: non ce n’è lo spazio e neppure la necessità, visto che molti fatti sono in larga parte noti. Intendiamo piuttosto riflettere su alcuni elementi così come li abbiamo percepiti nei due giorni che abbiamo passato a Genova (il 20 e il 21) e così come li abbiamo percepiti leggendo la stampa di regime e quella di movimento nei giorni successivi.

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Antiper | Gramsci e la rivoluzione contro il Capitale. Riflessione su un famoso articolo

Antonio Gramsci è pressoché unanimemente considerato il più importante marxista italiano e gli “studi gramsciani” si sono sviluppati in modo vastissimo, soprattutto a livello internazionale. Gramsci è stato anche una vittima del fascismo, un uomo che ha pagato con 10 anni di carcere e con la morte la sua lotta contro la dittatura mussoliniana; è dunque comprensibile che gli siano stati tributati tanti meritati omaggi, soprattutto nel passato.