Affrontare una riflessione su Lenin dal punto di vista storico-teorico è certamente un’impresa molto ardua; non solo perché la sua esperienza – lunga seppur non lunghissima, circa un trentennio – è stata molto ricca, ma anche perché ha “incrociato” uno dei punti di svolta fondamentali della storia contemporanea ovvero la “Rivoluzione di Ottobre”.
«Se Marx fosse morto senza aver partecipato alla fondazione della Prima Internazionale egli sarebbe sempre Marx. Se Lenin fosse morto senza aver potuto costruire il Partito Bolscevico, senza aver potuto dispiegare la propria guida nella rivoluzione del 1905 e, più tardi, in quella del 1917, senza aver potuto fondare l’Internazionale Comunista, non sarebbe stato Lenin» [1]
Vengono qui poste, sinteticamente, le “pietre angolari” attorno a cui ruotano il contributo teorico e l’esperienza pratica di Lenin: costruzione del partito, “attualità della rivoluzione” – come ebbe a definirla Lukacs [2] -, capacità di leggere le specificità nazionali nell’ambito di un quadro che è sempre internazionale e storicamente determinato, lungo una scala che si muove tra il generale e il particolare.
«Marx non ha assolutamente “generalizzato” esperienze singole e limitate temporalmente e localmente. Nel micro cosmo della fabbrica inglese, nei suoi presupposti sociali, nelle condizioni e conseguenze sociali, nelle tendenze storiche che la fanno sorgere e in quelle che rendono problematica la sua esistenza, egli ha anzi individuato teoricamente e storicamente – secondo il metodo del vero genio storico e politico – proprio il macro cosmo del capitalismo generale» [3]
«Ma oggi sono in pochi a vedere come Lenin abbia fatto per la nostra epoca quello che Marx ha fatto per il processo capitalistico complessivo. Nei problemi della Russia moderna (dai problemi di un capitalismo che si sviluppa all’interno di un assolutismo semi-feudale a quelli della realizzazione del socialismo in un paese agricolo arretrato) Lenin ha sempre individuato i problemi della nostra epoca: il trapasso verso l’ultima fase del capitalismo e la possibilità di rivolgere a favore del proletariato e per la salvezza dell’umanità la lotta, divenuta fatale in questo paese, tra la borghesia e il proletariato» [4]
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