Categoria: Dibattito

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Alexandra Elbakyan | Comunismo, sci-hub e libero accesso alla conoscenza

L’attuale sistema di produzione di conoscenza nella scienza è un classico esempio di sistema capitalista fallito. I ricercatori vengono sfruttati e non ricevono denaro per il loro lavoro: la conoscenza che producono sotto forma di articoli di ricerca non appartiene a loro. E non appartiene nemmeno alle persone. Invece, la conoscenza nella scienza oggi è una proprietà privata di poche potenti aziende, che ne ricavano enormi quantità di denaro

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Marco Riformetti | Modi di produzione e feudalesimo

In questo contributo, così come nei testi a cui più faremo riferimento, è ricorrente il concetto di “modo di produzione” che costituisce uno dei concetti fondamentali dell’arsenale teorico marxista, uno di quei concetti che fondano quella che è stata definita la concezione materialistica della storia

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Antiper | Rileggere il Capitale (audio)

Rileggere il Capitale. Ciclo di incontri sul primo libro del Capitale di Karl Marx

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Antiper | La questione dell’ambiente o del capitale?

Quello della “questione ambientale” è diventato un topic dominante. È un tema importante? Certamente. Ma come viene affrontato?

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Antiper | Gorgia e la critica dell’assemblearismo

Nelle assemblee popolari la retorica vince sulla scienza. Se questo accade – e spesso in effetti accade – è perché il sofista conosce l’arte della persuasione retorica mentre l’“uomo specializzato” conosce l’arte della dimostrazione scientifica. Ma la scienza non brilla, diceva Thomas Hobbes, non appare nella sua forza se non a coloro che la padroneggiano

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Marco Riformetti | I giovani, la musica, il corpo

La questione del rapporto tra musica e corpo non nasce certo negli anni ‘70. Sin dagli albori del rock, alla metà degli anni ‘50, l’America puritana e benpensante si era scagliata violentemente contro il fenomeno rock’n’roll fino al punto di promuovere vere e proprie manifestazioni cittadine per impedire lo svolgimento dei concerti.

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Maria Turchetto | La sconcertante parabola dell’operaismo italiano

Non è difficile, almeno in Italia, trovare un accordo linguistico sul termine “operaismo”. Non ci sono dubbi sulle principali riviste intorno a cui si è formato questo filone di pensiero negli anni ’60 e ’70 (Quaderni Rossi, Classe Operaia, Potere Operaio), né sugli autori che ne sono i principali esponenti (Raniero Panzieri, Mario Tronti e Antonio Negri hanno senz’altro una posizione di spicco sui molti altri che hanno dato contributi anche molto importanti

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Antiper | La tradizione politica come cortina fumogena

Continuando a ragionare sul tema dell’organizzazione comunista, a noi pare indispensabi­le il superamento di una logica ideologico-residuale che ci ripropone “ad ogni pie’ sospin­to” dibattiti su Trotzky e Stalin, su Gramsci e Bordiga, su Franco e Ciccio, su Tom e Jer­ry, su Tizio e Caio… senza riuscire a produrre uno straccio di analisi storico-materialistica degna di questo nome.

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Laboratorio Marxista | Premessa sui nostri compiti

Nell’agosto del 2000 abbiamo pubblicato un opuscolo contenente analisi e tesi attorno alle quali abbiamo costruito l’iniziativa politica di questi 4 anni; in una di queste tesi sostenevamo che il compito principale della fase attuale fosse quello di contribuire alla ricostruzione del partito comunista, la cui condizione propedeutica individuavamo nel superamento dialettico di molte delle divisioni esistenti all’interno del movimento comunista

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Giulia Iacometti | L’origine marxiana del concetto di frattura metabolica

“L’uso del concetto di metabolismo nel lavoro di Marx non era semplicemente (e neppure principalmente) il tentativo di risolvere un problema filosofico, ma piuttosto lo sforzo per fondare materialisticamente la propria critica sull’economia politica nel quadro delle relazioni uomo-natura che sorgevano dalla scienza della natura dei suoi tempi”

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Giulia Iacometti | Importanza epistemologica della querelle tra Jason Moore e la Monthly Review

Come in ogni querelle che si rispetti, ogni contendente tende a presentare le proprie argomentazioni come ortodosse e quelle dell’antagonista come eretiche; qui interessa osservare che entrambe le argomentazioni si collocano in un quadro teorico entro cui il pensiero di Marx è un punto di riferimento fondamentale.

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Geoffrey de Ste. Croix | La lotta di classe nell’antichità greca e romana

È allo stesso tempo un onore ed un piacere prendere la parola qui oggi (1). È un onore che mi sia stato chiesto di tenere la conferenza annuale in memoria di Isaac Deutscher, un uomo che ha sempre seguito il proprio pensiero con grande coraggio, il quale ha cercato per tutta la vita di dire la verità, così come egli la vedeva, senza lasciarsi intimidire dagli attacchi, da qualsiasi parte provenissero.

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Minqi Li | China: Imperialism or Semi-Periphery?

China is currently the world’s largest economy measured by purchasing power parity. As the rapid expansion of the Chinese economy reshapes the global geopolitical map, Western mainstream media has begun to define China as a new imperialist power that exploits cheap energy and raw materials from developing countries. Some Marxist intellectuals and political groups, drawing from the Leninist theory of imperialism, argue that the rise of monopoly Chinese capital and its rapid expansion in the world market have turned China into a capitalist imperialistic country.

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Antiper | Manipolazioni di Marx

La vulgata del Marx economicista (di cui la riduzione a denaro della concezione del capitale è un caposaldo) è uno dei tanti modi per deformare il pensiero di Marx presentandolo in modo unilaterale, monco, limitato. Si taglia un braccio a Marx e poi si grida che a Marx manca una mano. È anche questa una “interiorizzazione dell’esteriorità” ovvero una vulgata che a forza di essere ripetuta come vera è divenuta vera

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Antiper | Proliferazioni (PeO,3)

Due anni fa, in una riflessione sull’esito elettorale delle elezioni politiche 2008 e sulla si­tuazione politica italiana [1] commentavamo con amara ironia la proliferazione di sigle di “sinistra” e di partiti “comunisti” (anche “a due alla volta”). Da allora le cose sono ulte­riormente “progredite”.

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Antiper | Kant e l’uso della ragione tra pensiero critico e obbedienza

Immanuel Kant è stato certamente un grande filosofo che ha offerto riflessioni fondamentali che non cessano di essere studiate con profitto. Tra i suoi scritti politici ce n’è uno particolarmente importante: si tratta del breve saggio Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo? [1], scritto nel 1784 alla vigilia della Rivoluzione Francese. L’altro famoso scritto politico di Kant, Per la pace perpetua, fu scritto invece nel 1795, pochi anni dopo la Grande Rivoluzione, proprio nel momento in stava iniziando la dittatura del Direttorio e l’ascesa di Napoleone.

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Antiper | Il ciclo sgonfiato. Premessa storica e politica

I partiti parlamentari che, negli ultimi 15 anni, si sono definiti “comunisti” – PRC e PdCI – hanno rappresentato, all’apice del proprio consenso, una quota elettorale inferiore al 10%. Questo significa che gli italiani non comunisti o addirittura ostili al comunismo sono più del 90%.
Che l’Italia non fosse mai stata particolarmente incline verso i “comunisti” e la “sinistra” lo si sapeva da tempo, aldilà della fanfara sul “più grande partito comunista dell’Occidente” che era grande numericamente appunto perché non era comunista politicamente.

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Antiper | Rotture (PeO,2)

Tratto da Antiper, Partito e organizzazione, Contributo per il Forum della Rete dei Comunisti, Roma, 27 febbraio 2010 Nella chiusura di un documento presentato il 31 maggio 2008 (all’indomani della tragedia...

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Antiper | Il ciclo sgonfiato. Introduzione

Come recita il sottotitolo, questo contributo intende essere una riflessione aperta sul risultato elettorale e sulla situazione politica italiana; non c’è alcuna velleità di esaurire le questioni o di offrirne un’interpretazione dogmatica. Al contrario, l’ambizione è piuttosto quella di proporre un’ipotesi di lavoro da verificare, approfondire, confrontare e mettere in relazione con altre riflessioni (e con altri testi elaborati nell’ambito di un percorso di analisi e di iniziativa politica avviato ormai da alcuni anni)

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Emmanuel Faye | Introduzione a Arendt et Heidegger. Extermination nazie et destruction de la pensée

In questo inizio del XXI secolo, via via che è apparsa una serie di scritti di Heidegger che confermano la radicalità del suo nazionalsocialismo e del suo antisemitismo – dai suoi seminari ai Quaderni Neri –, i difensori dell’autore della Professione di fede dei professori tedeschi in Adolf Hitler [1] si sono aggrappati alla vastità della sua ricezione nel tentativo di salvare il suo status di grande pensatore. Alcuni sono arrivati ad affermare che tutti i filosofi francesi del XX secolo avrebbero intrattenuto un rapporto essenziale con Heidegger, dimenticando Bergson, Cavaillès, Jankélévitch e molti altri [2].