Categoria: Mondo

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Antiper | Commento a David Harvey, L’importanza della Cina nell’economia mondiale

Harvey inizia la propria analisi raccontando un episodio di “cronaca finanziaria”: siamo nel 2019 e Apple subisce un brutto colpo alle proprie quotazioni di borsa per aver dovuto riconoscere di non essere in grado di cogliere gli obiettivi di vendita previsti, soprattutto rispetto al mercato cinese. Apple produce in Cina e in Cina controlla una quota di mercato del 6-7%, che rappresenta comunque un valore enorme; d’altra parte, l’80% di quel mercato è ormai saldamente nelle mani di aziende cinesi che fino a 10 anni fa esistevano quasi solo sulla carta e che oggi, dopo aver preso il controllo del mercato interno, stanno prendendo il controllo anche di buona parte di quello internazionale.

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David Harvey | L’importanza della Cina nell’economia mondiale

David Harvey, L’importanza della Cina nell’economia mondiale, settimo capitolo di The Anti-capitalist Chronicles, Pluto press, 2020. Traduzione CR per Antiper (dicembre 2020) Il 2 gennaio 2019, dopo la chiusura del...

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David Harvey | The Significance of China in the World Economy

On January 2, 2019, after the stock market had closed, Apple Computer announced that it was not going to meet its sales targets, particularly in China. There was an immediate crash in Apple’s stock (down by 6 percent), and the following day, the stock market that had already lost a lot of money declined by another 2.5 percent. The interesting thing about this was that it was Apple computer sales in China that triggered the problem. Apple computers are, of course, made in China, but Apple also has a significant market there. The main official explanation for the problem was that the consumer market in China was softening for a number of reasons. The main cited reason was the Trump assault upon tariffs. But the other, which came in the small print in later reporting, was stagnation in China’s consumer market.

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Immortal Technique feat. Killer Mike, Brother Ali & Chuck D | Civil War

The ghetto is like a prison, with invisible bars
No matter where you ride, it always follows you where you are
And it’s hard out there, for a pimp to get outta
But it’s harder for the hooker that he beat the shit outta
I got niggas underground in the Confederate States
Ironically runnin’ from slavery that prison creates
So I never hate on the south, I respect they vision
I just hate on niggas that promote Samboism
And white execs that love to see us in that position
They reflect the stereotypes of America’s vision
They want us dancing, cooning and hollering
Only respect us for playing sports and modeling
More than racism, it’s stay in your place-ism
More people are trapped in practical blackface-ism
So fuck a Civil War between the North and the South
It’s between field niggas and slaves that are stuck in the house

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Antiper | Angela Davis e la “rivoluzione” che non c’è

Che cos’è il materialismo? E’ l’approccio gnoseologico secondo cui la soggettività è, in ultima istanza, un “riflesso” dell’oggettività. Potremmo dire, con Politzer, che “l’essere produce il pensiero” o, con Marx, che “è l’essere sociale che determina la coscienza”. La mente riflette il mondo reale dentro di sé sotto forma di idee sul mondo.

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Antiper | Dell’emulazione irriflessiva e della distruzione di statue

Da quando si è diffusa nella rivolta di Minneapolis la pratica della distruzione di statue (specialmente quella di Cristoforo Colombo) in larga parte dell’asin/istra social italiana è scattato il classico riflesso condizionato (di cui è espressione esemplare la parola d’ordine “imbrattiamo la statua di Montanelli!”); non potendo emulare le cose più interessanti della rivolta americana (ovvero una mobilitazione radicale contro il razzismo e l’ingiustizia sociale che coinvolge milioni di persone, soprattutto giovani, trasversalmente alle comunità), l’asin/istra ha deciso che poteva comunque emulare (a chiacchiere) quelle meno interessanti

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Antiper | Non solo contro il razzismo, ma contro l’ingiustizia sociale. Sulla rivolta di Minneapolis

La “rivolta di Minneapolis”, esplosa con l’omicidio dell’afroamericano George Floyd da parte della polizia cittadina, si è estesa in modo rapidissimo al resto degli Stati Uniti ed ha raccolto una vasta solidarietà anche nel resto del mondo. L’assassinio di George Floyd ha avuto un impatto emotivo fortissimo; vedere un uomo a terra che implora di non essere ucciso e chiama la madre, mentre il suo assassino lo soffoca senza pietà, con le mani in tasca, mentre chiacchiera con gli altri suoi complici, è qualcosa che ti mette un’arma in mano.

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Michael Burawoy | Storia di due marxismi: in ricordo di Erik Olin Wright

PDF, 18 pag., A4 | da Officine Primo Maggio, n. 1, Maggio 2020 | Traduzione e introduzione (“Un saggio due autori: attrezzi per leggere e trasformare il presente”) di Riccardo Emilio Chesta

Dal razzismo biologico a quello culturale 0

Antiper | Dal razzismo biologico al razzismo culturale. Riflessioni a partire da Pierre-André Taguieff

Nel linguaggio contemporaneo il termine razza sta diventando obsoleto mentre quello di razzismo viene usato in un numero sterminato di contesti in qualità di sinonimo di espulsione, rigetto, ostilità, odio… Occorrerebbe, pertanto, cercare di individuare alcuni criteri che ci permettano di comprendere questo fenomeno più da vicino.

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Pietro Bianchi | Critica della ragione suprematista bianca

Prima di George Floyd a Minneapolis c’erano stati Trayvon Martin in Florida, Eric Garner a Staten Island e Michael Brown, da cui partirono le rivolte di Ferguson del 2014. Ma non c’è nemmeno bisogno di andare così indietro nel tempo perché Ahmaud Arbery, 25enne nero che stava facendo jogging in una zona rurale della Georgia e che è stato ammazzato da due bianchi che l’hanno seguito in macchina perché ritenuto “sospetto”, è morto il 23 febbraio di quest’anno. Breonna Taylor è stata uccisa il 13 marzo con otto colpi di pistola dopo che tre agenti di polizia sono entrati nel suo appartamento a Louisville, Kentucky, mentre dormiva in quella che secondo loro doveva essere una “trap-house” e dove invece non c’era traccia di stupefacenti.

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CrimethInc. | Minneapolis: ora questa lotta si combatte su due fronti

Le dimostrazioni di questa settimana a Minneapolis segnano uno spartiacque storico nell’epoca del COVID-19. Come abbiamo scritto a marzo, ci sono alcune cose per le quali vale la pena morire. La perpetuazione del capitalismo non è una di queste. Ma alcuni di noi affrontano minacce ancora più mortali del COVID-19. Vale la pena rischiare la nostra vita per lottare per un mondo in cui nessuno sia ucciso come George Floyd – e ciò che sta accadendo a Minneapolis dimostra che la gente è pronta a farlo

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Michele Basso | Denaro e soggettività nel primo libro de “Il Capitale”

Denaro e soggettività nel primo libro de Il Capitale | Intervento di Michele Basso al Seminario “Karl Marx: soggettività e trasformazione”, Padova, 5 maggio 2016

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Beverly J. Silver | Le fonti del potere operaio

Nel linguaggio di Erik Olin Wright possiamo parlare di “potere associativo” (associational power) e “potere strutturale” (structural power) dei lavoratori: “In questo articolo, la nostra attenzione si concentra soprattutto su...

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Samir Amin | China 2013

The debates concerning the present and future of China—an “emerging” power—always leave me unconvinced. Some argue that China has chosen, once and for all, the “capitalist road” and intends even to accelerate its integration into contemporary capitalist globalization. They are quite pleased with this and hope only that this “return to normality” (capitalism being the “end of history”) is accompanied by development towards Western-style democracy (multiple parties, elections, human rights)

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Antiper | Maestri di scuola, lavoro produttivo e Capitale

Nel capitolo XIV del primo libro del Capitale Marx affronta un tema che ha assunto grande rilevanza nel dibattito politico internazionale e che sembra essere diventato ancora più rilevante con l’avvento di quella che Manuel Castells ha chiamato “società dell’informazione”; si tratta del tema se il lavoro “immateriale” (ad esempio il lavoro mentale) debba o meno essere considerato produttivo.

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Karl Marx | Estratto sulla questione irlandese (dalla lettera a Sigfried Meyer e August Vogt del 9 aprile 1870)

Caro Meyer e caro Vogt, […] Mi ero proposto di presentare altre risoluzioni sulla necessità di trasformare l’attuale unione (cioè schiavitù dell’Irlanda) in a free and equal federation with Great Britain [7]....

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Lenin | Il capitalismo e l’immigrazione operaia

Il capitalismo ha creato un tipo particolare di migrazione di popoli. I paesi che si sviluppano industrialmente in fretta, introducendo più macchine e soppiantando i paesi arretrati nel mercato mondiale, elevano il salario al di sopra della media e attirano gli operai salariati di quei Paesi.

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Antiper | Il Capitale dei lavoratori. Note anti-marxologiche

Antiper, Il Capitale dei lavoratori. Note anti-marxologiche, Luglio 2019 | PDF Il noto studioso marxista di origine britannica David Harvey ha tenuto nell’inverno del 2019 una nuova serie delle sue...

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Etienne Balibar | Lenin, i comunisti e l’immigrazione

Nell’ottobre del 1913, Lenin pubblica un articolo poco conosciuto su “Il capitalismo e l’immigrazione dei lavoratori” [2]. Qui egli afferma che

“Il capitalismo ha creato un tipo particolare di migrazione di popoli. I paesi che si sviluppano industrialmente in fretta, introducendo più macchine e soppiantando i paesi arretrati nel mercato mondiale, elevano il salario al di sopra della media e attirano gli operai salariati di quei Paesi.

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Gigi Roggero | Due brani su Lenin, sviluppo del capitalismo e migrazioni (da “La misteriosa curva della retta di Lenin”)

Lo sviluppo del capitalismo non è perciò mai trattato da Lenin come una linea storica oggettivamente predeterminata; soprattutto, dal momento che il capitale è un rapporto sociale, esso è sempre...