Categoria: Migrazioni

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Antiper | Sionisti, colonialisti e nazisti all’origine dell’occupazione della Palestina

Nel suo libro La banalità del male Hannah Arendt descrive un fenomeno abbastanza sconosciuto al grande pubblico; si tratta della collaborazione tra l’Agenzia ebraica per la Palestina (ovvero l’agenzia sionista in Germania) con le autorità naziste per favorire l’esodo ebraico dalla Germania e l’immigrazione illegale nella Palestina che in quel momento si trovava sotto il controllo degli inglesi.

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Karl Marx | Estratto sulla questione irlandese (dalla lettera a Sigfried Meyer e August Vogt del 9 aprile 1870)

Caro Meyer e caro Vogt, […] Mi ero proposto di presentare altre risoluzioni sulla necessità di trasformare l’attuale unione (cioè schiavitù dell’Irlanda) in a free and equal federation with Great Britain [7]....

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Lenin | Il capitalismo e l’immigrazione operaia

Il capitalismo ha creato un tipo particolare di migrazione di popoli. I paesi che si sviluppano industrialmente in fretta, introducendo più macchine e soppiantando i paesi arretrati nel mercato mondiale, elevano il salario al di sopra della media e attirano gli operai salariati di quei Paesi.

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Etienne Balibar | Lenin, i comunisti e l’immigrazione

Nell’ottobre del 1913, Lenin pubblica un articolo poco conosciuto su “Il capitalismo e l’immigrazione dei lavoratori” [2]. Qui egli afferma che

“Il capitalismo ha creato un tipo particolare di migrazione di popoli. I paesi che si sviluppano industrialmente in fretta, introducendo più macchine e soppiantando i paesi arretrati nel mercato mondiale, elevano il salario al di sopra della media e attirano gli operai salariati di quei Paesi.

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Gigi Roggero | Due brani su Lenin, sviluppo del capitalismo e migrazioni (da “La misteriosa curva della retta di Lenin”)

Lo sviluppo del capitalismo non è perciò mai trattato da Lenin come una linea storica oggettivamente predeterminata; soprattutto, dal momento che il capitale è un rapporto sociale, esso è sempre...

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Primomaggio | Sorvegliare (identificare) e punire. Carceri e cpt/cie: luoghi di reclusione sociale

Un tempo la violenza materiale e culturale con cui quella disciplina ci veniva imposta la sentivamo sulla nostra pelle e ci spingeva alla ribellione. Quella disciplina a cui eravamo costretti poteva diventare auto-disciplina, forza, organizzazione, identità, necessità di trasformazione, volontà di riconquista della nostra umanità.