Autore: Antiper

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Antiper | Il ciclo sgonfiato. Introduzione

Come recita il sottotitolo, questo contributo intende essere una riflessione aperta sul risultato elettorale e sulla situazione politica italiana; non c’è alcuna velleità di esaurire le questioni o di offrirne un’interpretazione dogmatica. Al contrario, l’ambizione è piuttosto quella di proporre un’ipotesi di lavoro da verificare, approfondire, confrontare e mettere in relazione con altre riflessioni (e con altri testi elaborati nell’ambito di un percorso di analisi e di iniziativa politica avviato ormai da alcuni anni)

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Giulia Iacometti | Il dibattito tra Jason Moore e la Monthly Review

La riflessione “ecologica” di Jason Moore è al centro di un dibattito entro cui si misurano posizioni diverse, alcune favorevoli ed altre più critiche come ad esempio quelle della rivista marxista statunitense Monthly Review. Monthly Review è una longeva “rivista socialista indipendente” fondata nel 1949 dall’economista marxista Paul W. Sweezy.

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Marco Riformetti | I «Quaderni Rossi», Piazza Statuto e la nascita dell’operaismo

Come accennato, nel 1962 a Torino opera già da un anno una rivista che «intreccia resoconti del lavoro operaio, elementi di discussione politico-sindacale e spunti teorici» (SCAVINO [2017]) e che pur avendo vita relativamente breve è destinata ad esercitare grande influenza nel dibattito politico di lì a venire: si tratta dei «Quaderni Rossi».

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Costanzo Preve | Il clero della terza rivoluzione industriale (commentato)

Qual è infatti il Clero di questa terza rivoluzione industriale? Con questo termine non intendiamo assolutamente riferirci ai sacerdoti delle grandi religioni monoteistiche mondiali, oggi gerarchizzate in ordine di importanza a seconda della loro vicinanza fisica all’oligarchia proprietario-finanziaria (nell’ordine: ebraismo, protestantesimo, cattolicesimo, Islam, ortodossia).

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Emmanuel Faye | Introduzione a Arendt et Heidegger. Extermination nazie et destruction de la pensée

In questo inizio del XXI secolo, via via che è apparsa una serie di scritti di Heidegger che confermano la radicalità del suo nazionalsocialismo e del suo antisemitismo – dai suoi seminari ai Quaderni Neri –, i difensori dell’autore della Professione di fede dei professori tedeschi in Adolf Hitler [1] si sono aggrappati alla vastità della sua ricezione nel tentativo di salvare il suo status di grande pensatore. Alcuni sono arrivati ad affermare che tutti i filosofi francesi del XX secolo avrebbero intrattenuto un rapporto essenziale con Heidegger, dimenticando Bergson, Cavaillès, Jankélévitch e molti altri [2].

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Roberto Castaldi | 51 anni fa finiva Bretton Woods

Il 15 agosto 1971, 50 anni fa, il Presidente americano Nixon dichiarò l’inconvertibilità del dollaro in oro e segnò la fine del sistema monetario di Bretton Woods. Tra il 1945 e il 1989 fu probabilmente il singolo evento con il maggiore impatto sull’economia e la politica mondiale, perché cambiò un’istituzione sociale su cui si regge l’economia mondiale, e i cui effetti sentiamo ancora oggi.

Primo Levi | Hurbinek

Nel corso di quei pochi giorni, intorno a me si era verificato un mutamento vistoso. Era stato l’ultimo grande colpo di falce, la chiusura dei conti: i moribondi erano morti, in tutti gli altri la vita ricominciava a scorrere tumultuosamente. Fuori dai vetri, benché nevicasse fitto, le funeste strade del campo non erano piú deserte, anzi brulicavano di un viavai alacre, confuso e rumoroso, che sembrava fine a se stesso

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Pierre Bourdieu | Violenza simbolica e subalternità culturale (commentato)

La nozione di violenza simbolica mi è parsa necessaria per designare una forma di violenza che possiamo chiamare “dolce” e quasi invisibile, una violenza che svolge un ruolo importante in molte situazioni e relazioni umane. Per esempio, nelle rappresentazioni ordinarie, la relazione pedagogica è vista come un’azione di elevazione dove il mittente si mette, in qualche modo, alla portata del ricevente per portarlo a elevarsi fino al sapere, di cui il mittente è il portatore. Una visione non falsa, ma che maschera l’aspetto di violenza

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Anwar Shaikh | Riproduzione e crisi

Questo articolo tratta della storia delle teorie sulla crisi. A grandi linee, quando useremo il termine “crisi” ci riferiremo ad un insieme generalizzato di fallimenti nel sistema delle relazioni politiche ed economiche della riproduzione capitalistica.
In particolare, le crisi che andiamo ad esaminare sono quelle verso cui il sistema è diretto per ragioni di origine interna

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Norman Finkelstein | Gli ebrei furono le sole vittime dell’Olocausto?

Il punto cruciale della politica del museo dell’Olocausto, comunque, riguarda l’oggetto di quest’opera di memorializzazione. Gli ebrei furono le sole vittime dell’Olocausto oppure contano anche gli altri che perirono a causa delle persecuzioni naziste?

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Giulia Iacometti | L’argomento-Antropocene occulta i rapporti di classe

L’adozione del termine Antropocene nasconde molto più di quanto non mostri: in particolare, nasconde il fatto decisivo che l’anthropos vive all’interno di società che sono governate da ben precisi rapporti sociali di produzione, e questo tanto che le forme di energia adottate si basino sull’uso di vapore o carbone, tanto che esse si basino sull’uso di energia nucleare o di gas naturale.

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Marco Riformetti | Ricerca sociale e campo giornalistico tra nuovi media e big data. Quadro storico-teorico (1)

Questo ultimo decennio si è caratterizzato per un poderoso sviluppo tecnologico che ha impattato su diverse aree di innovazione, dalla robotica alla genetica, dalle nanotecnologie all’intelligenza artificiale. Certamente una delle innovazioni più rilevanti è stata quella legata all’immenso sviluppo dei cosiddetti “nuovi media” ovvero delle nuove piattaforme per la comunicazione di massa (da YouTube agli innumerevoli blog presenti in rete) e in special modo dallo sviluppo dei cosiddetti “social network” (i vari Facebook, Twitter, Instagram e – in forma diversa – WhatsApp, TikTok, Snapchat, Twitch…

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Antiper | Contro l’ipocrisia dirittoumanista amerikana

Ogni volta che gli Stati Uniti lanciano una qualche campagna contro le pratiche antidemocratiche dei loro nemici – siano essi Russia e Cina o anche Iran, Libia, Siria… – bisognerebbe ricordare loro che la “democrazia” americana si è affermata attraverso lo sfruttamento schiavistico di milioni di neri di origine africana e attraverso il genocidio di milioni di nativi di origine americana, considerati immeritevoli di continuare a vivere nelle ricche terre in cui avevano vissuto per secoli.

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Antiper | Il mondo cambia e si prepara la guerra

La crescita del PIL ovvero della ricchezza prodotta da un paese (o da un gruppo di paesi) non è certo un indicatore della “felicità” delle persone dal momento che tale ricchezza può essere (e in effetti è) redistribuita in modo fortemente diseguale. Per fare un esempio che riguarda le due principali economie mondiali – USA e Cina – possiamo prendere a riferimento il relativo coefficiente di Gini

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Marco Riformetti | Da Genova 1960 a Torino 1962

Il decennio che precede la nascita del movimento per le autoriduzioni – ovvero gli anni ‘60 – è importante da molti punti di vista e si presenta sin dall’esordio con grande radicalità, segnato com’è da due eventi di piazza che assumeranno un significato simbolico molto rilevante nella storia dell’Italia contemporanea: il primo evento è quello che riguarda gli scontri del luglio 1960 a Genova e nel resto d’Italia (con le tragiche conseguenze che ne seguiranno), mentre il secondo riguarda gli scontri del 1962 in Piazza Statuto a Torino dove migliaia di giovani, principalmente operai FIAT, danno vita a duri scontri con la polizia.

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Richard Breitman e Norman J.W. Goda | L’ombra di Hitler: l’intelligence alleata e l’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (parte I)

I registri dell’Esercito e della CIA desegretati di recente contengono molte migliaia di pagine sui collaboratori nazisti durante e dopo la Seconda guerra mondiale. I documenti sono particolarmente ricchi per quanto riguarda i rapporti degli Alleati con le organizzazioni nazionaliste ucraine dopo il 1945. Questa sezione si concentra sull’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini sotto Stephen Bandera e la rappresentanza in esilio del governo clandestino ucraino (ZP/UHVR), che era dominata dai seguaci di Bandera di un tempo, ora diventati rivali, incluso Mykola Lebed. Il livello di dettaglio dei nuovi registri offre un quadro più completo e accurato delle loro relazioni con l’intelligence alleata durante diversi decenni [1]

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Antiper | Perché la Russia ha attaccato l’Ucraina proprio ora?

Anche se nessuno è in grado di sapere con certezza quale sia effettivamente la strategia russa nella “crisi ucraina” e posto che ogni cosa che viene detta sui media è per il 99% propaganda di guerra, ovvero falsità, è tuttavia possibile fare qualche supposizione in merito alle motivazioni che hanno spinto Mosca a decidere l’attacco e a deciderlo proprio ora (anche se è ovvio che lo scenario di guerra era stato elaborato da tempo come concreta possibilità).

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Antiper | Il nazionalismo ucraino è fascista?

Una delle argomentazioni più ricorrenti che vengono utilizzate per confutare la caratterizzazione in senso ultra-reazionario dell’attuale assetto politico dominante in Ucraina consiste nel mostrare come le due principali organizzazioni neo-naziste ucraine – Pravy Sektor e Svoboda – abbiano raccolto nelle due ultime tornate elettorali presidenziali un consenso molto limitato, intorno al 2% nel 2014 [1] (e grosso modo lo stesso anche nel 2019 [2]).

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Antiper | La guerra è già mondiale alla periferia degli imperi

Quando parliamo di guerra sarebbe sempre importante definire cosa si deve intendere con questo termine nella fase attuale e considerare l’impatto delle nuove tecnologie sul modo di farla.
E quando parliamo di guerra mondiale che cosa dobbiamo intendere?

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Antiper | Tra aggressori e aggrediti nella guerra russo-ucraina

Si dice che nell’attuale conflitto russo-ucraino sia doveroso parteggiare per l’Ucraina in quanto paese aggredito. Ma è condivisibile questo approccio? Facciamo un esempio: in Via Rasella, nel 1944, avremmo dovuto parteggiare per i soldati tedeschi (che erano gli aggrediti) e non con i partigiani italiani (che erano gli aggressori)? Evidentemente no.
Si dirà: i partigiani attaccavano perché erano stati attaccati. Precisamente.