Note di lettura a «Tina» di Pino Cacucci
“Il mondo non è contenuto adeguatamente nel formato di una macchina 35 mm”. Così affermava negli anni 40 del ‘900 Eugene Smith (1918-1978) uno dei padri del fotogiornalismo americano.
“Il mondo non è contenuto adeguatamente nel formato di una macchina 35 mm”. Così affermava negli anni 40 del ‘900 Eugene Smith (1918-1978) uno dei padri del fotogiornalismo americano.
(Riassunto redatto utilizzando brani del libro Tina, di Pino Cacucci)
Tina Modotti nasce a Udine nel 1896 e lascia presto la scuola per andare a lavorare e aiutare la famiglia a tirare avanti. A 17 anni, nel 1913 si trasferisce negli Stati Uniti, a San Francisco dove l’aveva preceduta il padre e una sorella. Lì trova lavoro in una fabbrica di camice e si tuffa completamente nel fermento culturale e artistico che pervade la città.
Tina frequenta circoli operai e gruppi teatrali e ben presto lascia il lavoro nella fabbrica riuscendo a mantenersi facendo la sarta. Si trova in un vortice crescente di iniziative e conoscenze e l’inquietudine e il bisogno di indipendenza la portano a sfiorare ogni situazione senza lasciarsene coinvolgere totalmente: tutto la interessa ma niente la soddisfa. Il teatro continua ad attrarla ma non più di altre attività.
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Viene (qui) riprodotto il testo delle conferenze tenute a Napoli il 2 e il 3 ottobre 1984 presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Al centro del mio discorso è il paragone platonico della caverna. Qui di seguito preferisco parlare di ‘Paragone della caverna’ anziché adoperare l’espressione più consueta ‘mito della caverna’, perché non si tratta propriamente di un mito tramandato da lungo tempo. Non è però mia intenzione interpretare questo testo famoso, ma indagare piuttosto la sua preistoria e la storia della sua influenza e della sua recezione. Tale questione deve condurci, a passi veloci, attraverso tutta la storia dello spirito, dai presocratici fino ai giorni nostri. Forse sarà possibile, sul fondamento di quest’unico esempio, rendere evidenti le variazioni sul paragone della caverna, vale a dire un po’ lo scambio di paradigmi dell’antropologia filosofica e letteraria, a partire dalle origini del pensiero filosofico (K. Gaiser)
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Diabolic feat. Immortal Technique | Frontlines
[7.21.1] XXI. In this part of the city is also a sanctuary of Dionysus surnamed Calydonian, for the image of Dionysus too was brought from Calydon. When Calydon was still inhabited, among the Calydonians who became priests of the god was Coresus, who more than any other man suffered cruel wrongs because of love. He was in love with Callirhoe, a maiden. But the love of Coresus for Callirhoe was equalled by the maiden’s hatred of him.
Scritta in stretta collaborazione dai due pensatori tedeschi durante la guerra, l’opera risponde al bisogno di tradurre sul piano speculativo una duplice esperienza: quella dell’Europa devastata dal fascismo, che gli autori si erano lasciata alle spalle, e quella della società americana che li aveva accolti. Entrambe le esperienze provano – ed è la tesi del libro – che l’illuminismo ha la tendenza a rovesciarsi nel suo contrario, non solo nell’aperta barbarie del fascismo, ma anche nell’asservimento totalitario delle masse attraverso la blandizie dell’industria culturale. Secondo gli autori, la libertà nella società è inseparabile dal pensiero illuministico. Il concetto stesso di questo pensiero, tuttavia, implica già il germe di quella regressione che oggi si verifica ovunque. Per questo essi affermano che se l’illuminismo non accoglie in sé la coscienza di questo momento regressivo, firma la propria condanna, e che è un dovere di tutti riflettere sull’aspetto distruttivo del progresso. Gli autori vollero qui dare un contributo, poi risultato essenziale, a questa che è una «comprensione teoretica dell’oggi«. Già edita una prima volta nel ’47, l’opera è tra l’altro uscita nei «Paperbacks» nel 1980
La crisi e l’euro | Incontro di approfondimento teorico con Guglielmo Carchedi, Professore di Economia Politica, Università di York
L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Colpevole è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! Questo dunque è il motto dell’illuminismo.
Il m’est impossible, mon ami, de vous entretenir de ce tableau; vous savez qu’il n’était plus au Salon, lorsque la sensation générale qu’il fit, m’y appela. C’est votre affaire d’en rendre compte; nous en causerons ensemble; cela sera d’autant mieux que peut-être découvrirons-nous pourquoi après un premier tribut d’éloges payé à l’artiste, après les premières exclamations le public a semblé se refroidir. Toute composition dont le succès ne se soutient pas manque d’un vrai mérite. Mais pour remplir cet article Fragonard, je vais vous faire part d’une vision assez étrange dont je fus tourmenté la nuit qui suivit un jour dont j’avais passé la matinée à voir des tableaux et la soirée à lire quelques Dialogues de Platon
Antiper, Marx e i suoi eredi, Commento alla lettura di Tra post-operaismo e neo-anarchia di Carlo Formenti, Autoproduzioni, 2012 EBOOK, 28 pag., A5, COPERTINA “La storica frattura fra marxisti e anarchici,...
Indice: Il crack finanziario del 2007 e la “sconfitta” del neoliberismo (10 luglio 2012), Un particolare tipo di regolazione: la de-regolazione (29 luglio 2012), La guerra come intervento dello Stato in economia. Una nota (9 ottobre 2012).
Serj Tankian | Harakiri
Antiper, La grossa crisi, Raccolta di interventi sulla crisi economica, politica e sociale del capitalismo pubblicati tra dicembre 2011 e aprile 2012, EBOOK, 52 pag., COPERTINA.
Antiper, Dialogo sugli spaghetti allo scoglio e sugli uomini, Contributo in forma di dialogo, EBOOK, 12 pag., Autoproduzioni, Aprile 2013 Che senso ha oggi dirsi comunisti? Esiste una domanda di...
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Anwar Shaikh, Introduzione alla storia delle teorie sulla crisi, (U.S. Capitalism in crisis, U.R.P.E New York, 1978), EBOOK, 43 pag., PDF, MOBI, Autoproduzioni, 2012, Traduzione Antiper, 2012 Introduzione Questo articolo...
– Perché no? Immaginate un’enorme sala cinematografica.
Davanti, lo schermo, che arriva fino al soffitto, ma è talmente alto da perdersi nell’oscurità, blocca la visuale di qualunque altra cosa che non sia questo. La sala è piena. Gli spettatori sono, da quando esistono, imprigionati sulla loro poltroncina, con gli occhi fissi sullo schermo e la testa stretta dentro cuffie rigide che coprono le orecchie. Dietro a queste decine di migliaia di persone inchiodate alla poltrona, c’è ad altezza d’uomo, una grande passerella di legno, parallela allo schermo in tutta la sua lunghezza. Ancora dietro, enormi proiettori inondano lo schermo di una luce bianca quasi insopportabile.
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