Autore: Antiper

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Antiper | Introduzione alla storia delle teorie sulla crisi – 2 (IAT)

Nella storia del pensiero economico possiamo distinguere tre correnti di pensiero sulla questione della riproduzione capitalistica. La prima, e la più conosciuta, è la nozione secondo cui il capitalismo è in grado di auto-riprodursi in modo automatico. [La riproduzione capitalistica] può essere regolare ed efficiente (teoria neo-classica) oppure imprevedibile e inefficiente (Keynes), ma [il sistema] comunque si auto equilibra.
Soprattutto, non ci sono limiti necessari all’esistenza storica del sistema capitalistico: che sia lasciato sé stesso (teoria neo-classica) o che sia opportunamente gestito (Keynes), esso può durare per sempre. Naturalmente, questa è sempre stata la concezione dominante nelle teorie borghesi. […] In ciò che segue discuteremo, in sezioni separate, la tradizione del “laissez faire” della teoria ortodossa e quella keynesiana (dall’Introduzione)

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Laboratorio Marxista | ANSWER is not the answer. Riflessioni su pacifismo, antimperialismo e guerra alla vigilia dell’aggressione all’Iraq

Il 18 gennaio 2003 si è realizzata una mobilitazione internazionale promossa dalla coalizione pacifista americana ANSWER a cui hanno aderito molte e variegate realtà del movimento contro la guerra italiano. Prendiamo spunto da questa mobilitazione per sviluppare alcune riflessioni su ANSWER e – soprattutto – su come concepiamo l’intervento degli antimperialisti nel movimento contro la guerra e la relazione con gli altri settori di tale movimento.

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Felice Cimatti | L’individuo è l’essere sociale. Marx e Vygotskij

 
1. «La coscienza è un rapporto sociale»
 
L’animale non umano, per Marx,

«è immediatamente una cosa sola con la sua attività vitale. Non si distingue da essa. È quella stessa [attività vitale]»  Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844.

Prendiamo un esempio determinato, un castoro. Per esplicare la sua ‘attività vitale’, ad esempio il costruire dighe sul corso dei fiumi, un castoro si basa essenzialmente su abilità innate, abilità appunto che non deve imparare, che non sono fuori di lui. Essere un castoro significa appunto nascere con un insieme di aspettative e abilità innate. In questo senso se il costruire dighe è una attività che distingue il castoro dalle altre specie animali, se questa è la sua essenza animale, allora questa stessa essenza è presente in modo implicito dentro di lui già alla nascita: l’essenza del castoro è dentro il castoro, come un chilo di rigatoni sta dentro la scatola di cartone che lo contiene. Questo non significa che non sia importante anche l’esperienza né che tutto il comportamento animale sia innato; il punto è che ciò che l’animale può imparare è vincolato in modo più o meno rigido dalla sua costituzione biologica innata. Per l’animale non umano, allora, non vale la frase di Marx dei Manoscritti economico filosofici del 1844 che abbiamo scelto come titolo, al contrario, qui l’individuo coincide con l’essere individuale, cioè l’essenza è dentro ogni singolo animale non umano. Espresso in altro modo, ogni castoro è ogni altro castoro, nel senso che dovunque ci sia un castoro troveremo più o meno le stesse attività, la stessa forma di vita, le stesse esperienze.
 

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RK | Tutti per la crescita, intanto negli States…

La vulgata neokeynesiana pro “crescita” ha su questa sponda dell’Atlantico il suo dogma incrollabile: gli Stati Uniti sono usciti dalla crisi grazie alla politica economica e monetaria espansiva dell’amministrazione Obama. Il suo profeta Paul Krugman, è vero, proclama in patria che la liquidità immessa non è ancora sufficiente per risollevare la middle class (anzi, ultimamente ha avanzato dubbi più “strutturali” ma i suoi adepti europei non sembrano aver preso nota). Nessuno comunque mette in dubbio che la strada giusta è quella.

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Viktor Shapinov | Un’analisi di classe della crisi ucraina

 
Le origini sociali e di classe della crisi ucraina non sono state indagate a fondo. L’attenzione si è concentrata principalmente sull’aspetto politico degli eventi e si è permesso che la loro base socioeconomica passasse in secondo piano. Quali sono state le forze di classe dietro il rovesciamento del regime di Yanukovich, l’insediamento di un nuovo regime a Kiev e l’ascesa degli anti-Maidan e del movimento nel sud-est?
 
La crisi del capitalismo ucraino 
 
La crisi ucraina non è un fenomeno nazionale isolato. Per una serie di motivi, l’Ucraina è stata “l’anello debole” ed è diventata la prima vittima del crollo del modello economico basato sulla regola del dollaro come valuta di riserva mondiale e sull’uso della domanda di credito al consumo come meccanismo di crescita economica [1]. L’economia ucraina è stata tra le più vulnerabili nel contesto della crisi globale, questo ha portato a una frattura nella classe dominante ed a un’aspra lotta che è visibile da diversi mesi . L’economia del capitalismo ucraino ha preso forma dal collasso del complesso economico dell’Unione Sovietica, dalla privatizzazione della proprietà collettiva e dall’integrazione nel mercato globale. Questi processi hanno portato al degrado della struttura economica della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, che era al decimo posto nella classifica mondiale dello sviluppo economico. L’Ucraina in epoca sovietica aveva un’economia complessa e sviluppata in cui avevano un ruolo di primo piano l’industria metalmeccanica e la produzione di beni ad alto valore aggiunto.
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Salutiamo i 50 anni di lotta delle FARC-EP

 
Al compimento dei 50 anni di lotta, il 27 maggio, inviamo un saluto fraterno e solidale alle FARC-EP, al suo Stato Maggiore Centrale e alla Segreteria, al Partito Comunista Clandestino della Colombia e al Movimento Bolivariano per una Nuova Colombia, che ispirati al marxismo-leninismo, sviluppano una lotta instancabile per i diritti della classe operaia, dei contadini poveri, dei giovani e delle donne, per il socialismo.
 
Onoriamo la memoria di Manuel Marulanda, dei fondatori, dei martiri comunisti e dei combattenti, dei comandanti e militanti, che nel corso di questi decenni hanno dato la loro vita per gli interessi popolari e dei lavoratori, per la libertà e la fine dello sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo.
 
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Francesca Sironi | Noi, i nuovi proletari digitali. Ecco chi sono i gli operai 2.0

Click click. Digita, schiaccia, salva, invia. Click click. Guarda, sposta, cambia esporta. Occhi aperti davanti al monitor, mano sul mouse, comandi da eseguire su un software: se oggi chiedessero a Charlie Chaplin di raccontare il proletario contemporaneo, i suoi Tempi Moderni forse li illustrerebbe così, con uno schiavo del click click. Al computer, più che tra gli ingranaggi di una catena di montaggio.

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Monica Montella e Franco Mostacci | I modesti effetti degli 80 euro in busta paga

Il bonus fiscale di 80 euro mensili, che ha rappresentato uno slogan comunicativo di grande impatto mediatico, corrisponde a un importo massimo di 640 euro per il 2014 ed è riservato ai lavoratori dipendenti e assimilati che hanno un reddito da lavoro dipendente fino a 26.000 euro[1]. Il decreto legge 66/2014 che lo ha istituito ha suscitato alcune perplessità che andrebbero approfondite[2].

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Joseph Halevi | Reddito di cittadinanza? Forget it!

Di fatto redditi di cittadinanza esistono in molti paesi, anche in Australia. Sono tutti stati concepiti come ammortizzatori in un contesto di piena occupazione. Quando questa è saltata il reddito di cittadinanza è stato messo sotto pressione. E’ ovvio. Durante le fasi di piena occupazione il gettito fiscale è alto e la graduazione delle tasse era molto progressiva. Con la disoccupazione il gettito fiscale si abbassa notevolmente anche perchè con la scusa di stimolare gli investimenti viene detassato il capitale. L’insieme delle finanze pubbliche viene messo sotto pressione.

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Giulio Palermo | Cenni di storia del pensiero economico (da Dispense di Economia Politica)

da Dispense di Economia Politica 1. Cenni di storia del pensiero economico [Bibliografia di riferimento: Roncaglia, paragrafi 1-7] LA NASCITA DELL’ECONOMIA POLITICA CLASSICA Il termine “economia politica” viene dal greco:...

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Antiper | Note di lettura a José Saramago, La caverna

“Strana immagine è la tua – disse – e strani sono quei prigionieri”. “Somigliano a noi – risposi””
È questa una delle citazioni più rappresentative de La Caverna, il libro con il quale il grande scrittore e drammaturgo portoghese Josè Saramago rivisita il mito platonico della Caverna in chiave moderna, attualizzandone la forma e le categorie di riferimento. L’antro, nel romanzo, assume i caratteri del Centro, costruzione infinita e maligna in continua espansione che tende ad sussumere sotto di sé ogni cosa, in un continuo accrescimento il cui fine è l’accrescimento stesso.

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Antiper | Chiose a Emiliano Brancaccio, “Uscire dall’euro? C’è modo e modo”

Brancaccio sembra attribuire la “deflazione salariale” (cioè la diminuzione dei salari che sta avvenendo nei “paesi periferici”) al tentativo di “salvare la moneta unica”. Ma qui sorge subito una prima questione: la politica della riduzione dei salari è davvero una novità dovuta alla “moneta unica” (ed al tentativo del suo salvataggio)? Nei paesi in cui non vige questa questa “moneta unica” (leggi Gran Bretagna o USA) la deflazione salariale non si è realizzata?

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Antiper | Con le budella dei meno peggio bisognerebbe impiccarci i peggio

I commenti ai risultati delle recenti elezioni europee sono pieni di frasi del tipo “Renzi ha avuto una grande affermazione” oppure “Grillo non ha vinto” oppure “c’è stata un’alta astensione” oppure “gli euro-scettici sono in crescita” e così via. Tutte frasi che, a seconda di chi le usa e di come vengono usate, possono servire ad argomentare una tesi oppure il suo contrario.

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Lettera sulle monete da un centesimo. Come accade che i comunisti vengano denunciati alla Digos da gente “di sinistra”

Pubblichiamo, con rammarico, questa lettera che abbiamo ricevuto.Come è scritto al suo interno, certamente ci sono cose più importanti che dovrebbero impegnare chi lotta contro il capitalismo. Ma sapere cosa...

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Giorgio Cesarale | Il Marx di David Harvey

Della ampia e stratificata opera di David Harvey, di questa singolare figura che si colloca a metà fra urbanistica e teoria sociale, si conosce ormai molto, vista la larga circolazione ottenuta da libri come La crisi della modernità, La guerra perpetua e Breve storia del neoliberismo. Meno conosciuta, tuttavia, è la sua attenta e proficua ricerca sul Capitale marxiano; ricerca che è, peraltro, alla base delle tesi sostenute nelle opere appena menzionate. Ciò che in prima battuta ci proponiamo in questo articolo è di esporre le linee fondamentali di questa ricerca, valutandone meriti e specificità. In conclusione, cercheremo di dire in quale direzione la rilettura del Capitale compiuta da Harvey ha influenzato il corso delle sue più recenti indagini teoriche.

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Antiper | Slides per lo IAT “Introduzione alla storia delle teorie sulla crisi”

Le slides sono basate sul documento di Anwar Shaikh (“Introduzione alla storia delle teorie sulla crisi”), salvo alcune considerazioni degli autori o citazioni evidenziate con un colore più chiaro. OSS: Le slides non coprono la parte che riguarda la Legge della caduta tendenziale del saggio di profitto di Marx.

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Antiper | Introduzione alla storia delle teorie sulla crisi – 1 (IAT)

Nella storia del pensiero economico possiamo distinguere tre correnti di pensiero sulla questione della riproduzione capitalistica. La prima, e la più conosciuta, è la nozione secondo cui il capitalismo è in grado di auto-riprodursi in modo automatico. [La riproduzione capitalistica] può essere regolare ed efficiente (teoria neo-classica) oppure imprevedibile e inefficiente (Keynes), ma [il sistema] comunque si auto equilibra.
Soprattutto, non ci sono limiti necessari all’esistenza storica del sistema capitalistico: che sia lasciato sé stesso (teoria neo-classica) o che sia opportunamente gestito (Keynes), esso può durare per sempre. Naturalmente, questa è sempre stata la concezione dominante nelle teorie borghesi. […] In ciò che segue discuteremo, in sezioni separate, la tradizione del “laissez faire” della teoria ortodossa e quella keynesiana (dall’Introduzione)

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Fabio Chiusi | Il taylorismo digitale, e come uscirne

C’è un “Grande Impronunciabile” nel rapporto tra lavoro, tecnologia e sorveglianza, scrive Simon Head in ‘Mindless, Why Smarter Machines are Making Dumber Humans‘ (Basic Books, pp. 230): è “il mondo dei CBS“, i Computer Business Systems i cui pioneri nell’utilizzo sono Walmart, Amazon, Ups, Dell, Toyota. Head, diviso tra la carriera universitaria alla New York University e a Oxford e la direzione dei progetti della New York Review of Books Foundation, li definisce come “amalgama di differenti tecnologie messe insieme per svolgere compiti molto complessi nel controllo e nel monitoraggio degli affari, inclusi gli impiegati“. Ovvero, strumenti per monitorare le performance “in tempo reale” e controllare ogni aspetto della vita lavorativa nell’organizzazione. E che contengono al loro interno “sistemi esperti che mimano l’intelligenza umana per svolgere compiti cognitivi che sono parte integrante dei processi di business che il sistema stesso deve gestire“.