Autore: Antiper

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Antiper | Il consenso del “senso comune” o del mettersi al servizio del padrone

“Socrate, seguito dal recalcitrante Callicle, affronta un problema tecnico-politico: per evitare di subire ingiustizia occorre o conquistare il potere, o parteggiare per il governo in carica. Ma per essere amici di chi è al potere, occorre essergli il più possibile simile: un tiranno, ad esempio, disprezzerà chi è peggiore di lui e avrà paura di chi è migliore di lui. Sarà amico solo di chi ha la sua stessa mentalità ed è disposto a rimanergli soggetto. Se l’arte della politica si riduce a una pratica di sopravvivenza, essa consisterà semplicemente nell’ingraziarsi il padrone…”

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Alfonso Maurizio Iacono | La giustizia di Trasimaco

Alfonso Maurizio Iacono, La giustizia di Trasimaco, V Capitolo del libro Autonomia, potere, minorità, Feltrinelli, 2000, pag. 175, eBook, 44 pag., A5, COPERTINA. Il primo Libro della Repubblica di Platone...

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Laboratorio Marxista | I nostri compiti nell’immediato… ma non troppo

Nell’agosto del 2000 abbiamo pubblicato un opuscolo (Seminare per raccogliere) contenente analisi e tesi attorno alle quali abbiamo costruito l’iniziativa politica di questi 4 anni; in una di queste tesi sostenevamo che il compito principale della fase attuale fosse quello di contribuire alla ricostruzione del partito comunista, la cui condizione propedeutica individuavamo nel superamento dialettico di molte delle divisioni esistenti all’interno del movimento comunista.

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Maria Chiara Pievatolo | Il mito di Protagora

C’era una volta – favoleggia Protagora – un’epoca in cui esistevano gli dei, ma non le specie mortali (320c) [1]. Quando giunse il tempo stabilito dal destino per la loro nascita, gli dei le modellarono in seno alla terra [2], usando la terra stessa, il fuoco e i loro composti [3]. Prima di farle uscire alla luce, incaricarono i due fratelli titani Prometeo ed Epimeteo – i cui nomi contengono rispettivamente il pensiero previdente e il senno del poi – di distribuire in modo appropriato le varie facoltà

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Roberto Sidoli, Daniele Burgio, Lorenzo Leoni | “Pitagora, Marx e i filosofi rossi. L’effetto di sdoppiamento nella filosofia occidentale”. La Prefazione 1/3

Dedicato al comunista Pitagora, uno dei geni (in campo matematico, filosofico, politico-sociale, organizzativo) più grande di tutti i tempi.

“La vita comune, fratelli, è necessaria per tutti, e soprattutto per coloro che desiderano militare irreprensibilmente per Dio e vogliono imitare la vita degli apostoli e dei loro discepoli. Infatti, l’uso di tutte le cose che sono di questo mondo dovette essere comune per tutti gli uomini. Ma per l’iniquità l’uno disse che questo era suo, l’altro che era suo quello, e così nacque la divisione tra i mortali. Finalmente il più sapiente dei greci” (il riferimento è a Pitagora), “sapendo che queste cose stavano così, affermò che tutte le cose degli amici dovessero essere comuni”. [1]
Libro secondo, cap. dodici, q.1, c.2 dei Decretum del monaco e giurista medioevale Graziano, 1140 circa.

Prefazione
Marx, Blade Runner e la filosofia

Pitagora, il geniale filosofo e matematico, un protocomunista?
Aristotele, un sostenitore accanito della schiavitù e della proprietà privata dei mezzi di produzione?
Locke e Voltaire, due filosofi illuministi, allo stesso tempo sostenitori della legittimità della schiavitù e del traffico di schiavi africani verso le colonie europee in America?
Il sofisticato filosofo Martin Heidegger, un pensatore antisemita e anticomunista, capace a volte di scavalcare “a destra” lo stesso nazismo genocida?

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Maurizio Brignoli | Sul modo di produzione dominante in Cina. L’involuzione dell’esperienza maoista nella fase di Deng

Di fronte alle difficoltà che si incontrano nel tentativo di analizzare una realtà complessa ed in rapido movimento come quella cinese, vorremmo esperi­re un tentativo di ricorrere ad alcuni elementi teorici della tradizione scientifica marxista per delineare un quadro teorico che permetta di rendere meglio intelli­gibili i dati concreti. Avanziamo qui alcune ipotesi interpretative da intendersi come proposte di ricerca e ovviamente passibili di ulteriori approfondimenti e modifiche. Richiamiamo brevemente ora gli estremi teorici cui faremo riferimento.

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Philip Weiss | Arendt: Born in conflict, Israel will degenerate into Sparta, and American Jews will need to back away

Hannah Arendt, nel suo libro La banalità del male, cronaca del processo al gerarca nazista Adolf Eichmann, mostra una cosa molto interessante: all’inizio del nazismo i consensi del movimento sionista  in Germania erano molto bassi. Gli ebrei tedeschi non volevano tornare in Palestina, come è normale per famiglie che da secoli vivevano in quel paese. Mano a mano che le persecuzioni naziste sono aumentate il movimento sionista si è progressivamente rafforzato e l’Agenzia per la Palestina ha cominciato a rimpatriare persone a pieno regime, grazie anche all’aiuto dei nazisti stessi (che in questo modo si levavano dai piedi molti ebrei) non prima di averle derubate di tutto ciò che possedevano in Germania. Non è esagerato dire che, senza il nazismo, il sionismo non avrebbe mai attecchito nelle comunità ebraiche.

Che lo Stato di Israele, impiantato con la forza in Palestina e in Medio Oriente, sarebbe degenerato in una nuova Sparta, costantemente in guerra, costantemente in preda al panico, costantemente protesa allo sterminio del proprio avversario… è una intuizione – come quella della Nabka che sarebbe venuta e della lobby ebraica USA (e degli USA più in generale) come supporto indispensabile per la sopravvivenza – che testimonia della lucidità di Hannah Arendt sul destino di Israele il quale, per quanti massacri possa compiere, alla fine non riuscirà a vincere. Anche Sparta è caduta, dopotutto, ed oggi non esiste nessuna città greca che ne abbia raccolto l’eredità (Antiper).

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Laboratorio Marxista | Seminare per raccogliere. Contributo al dibattito per la ricostruzione del partito comunista

Ogni analisi storico-politica deve porre al suo centro gli uomini concreti, con le loro contraddizioni, necessità e bisogni perché tali contraddizioni, necessità e bisogni costituiscono la base materiale su cui – sola – può poggiare la comprensione dell’evoluzione sociale. L’uomo astratto privato delle proprie contraddizioni, l’Uomo con la “U” maiuscola, non può essere oggetto di indagine materialistica. E quale più profonda “contraddizione” gli uomini hanno sperimentato nel corso della loro storia se non la contraddizione antagonista tra oppressi e oppressori, tra sfruttati e sfruttatori? Non può darsi comprensione – né, dunque, previsione – dell’evoluzione storica se si prescinde dalla centralità di questa contraddizione fondamentale ed anzi se non si parte proprio da tale contraddizione. Questo è uno degli elementi che fondano lo “statuto epistemologico” della concezione materialistica della storia, cioè di uno dei più formidabili contributi che Marx ed Engels hanno offerto alla conoscenza umana.

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Antiper – Quattordici anni

 

 

QUATTORDICI ANNI
Riletture della nostra storia
 
“Rileggiamo” i contributi principali che abbiamo scritto in questi anni e sui quali abbiamo costruito il nostro discorso politico. Li rileggiamo per aggiornarli e per verificarne l’attualità in una fase politica in cui “fare per fare” sembra essere divenuto il “modus operandi” di una “sinistra” completamente allo sbando; e anche perché, come avrebbe detto qualcuno che di rivoluzioni se ne intendeva, senza teoria rivoluzionaria non ci può essere movimento rivoluzionario

 
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Laboratorio Marxista | Fino alla fine del vostro mondo. Fino alla nascita del nostro

Fino alla fine del vostro mondo. Fino alla nascita del nostro.
Solidarietà ai fratelli e alle sorelle del Libano, della Palestina, dell’Iraq

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Antiper | Introduzione alla storia delle teorie sulla crisi – 2 (IAT)

Nella storia del pensiero economico possiamo distinguere tre correnti di pensiero sulla questione della riproduzione capitalistica. La prima, e la più conosciuta, è la nozione secondo cui il capitalismo è in grado di auto-riprodursi in modo automatico. [La riproduzione capitalistica] può essere regolare ed efficiente (teoria neo-classica) oppure imprevedibile e inefficiente (Keynes), ma [il sistema] comunque si auto equilibra.
Soprattutto, non ci sono limiti necessari all’esistenza storica del sistema capitalistico: che sia lasciato sé stesso (teoria neo-classica) o che sia opportunamente gestito (Keynes), esso può durare per sempre. Naturalmente, questa è sempre stata la concezione dominante nelle teorie borghesi. […] In ciò che segue discuteremo, in sezioni separate, la tradizione del “laissez faire” della teoria ortodossa e quella keynesiana (dall’Introduzione)

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Laboratorio Marxista | ANSWER is not the answer. Riflessioni su pacifismo, antimperialismo e guerra alla vigilia dell’aggressione all’Iraq

Il 18 gennaio 2003 si è realizzata una mobilitazione internazionale promossa dalla coalizione pacifista americana ANSWER a cui hanno aderito molte e variegate realtà del movimento contro la guerra italiano. Prendiamo spunto da questa mobilitazione per sviluppare alcune riflessioni su ANSWER e – soprattutto – su come concepiamo l’intervento degli antimperialisti nel movimento contro la guerra e la relazione con gli altri settori di tale movimento.

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Felice Cimatti | L’individuo è l’essere sociale. Marx e Vygotskij

 
1. «La coscienza è un rapporto sociale»
 
L’animale non umano, per Marx,

«è immediatamente una cosa sola con la sua attività vitale. Non si distingue da essa. È quella stessa [attività vitale]»  Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844.

Prendiamo un esempio determinato, un castoro. Per esplicare la sua ‘attività vitale’, ad esempio il costruire dighe sul corso dei fiumi, un castoro si basa essenzialmente su abilità innate, abilità appunto che non deve imparare, che non sono fuori di lui. Essere un castoro significa appunto nascere con un insieme di aspettative e abilità innate. In questo senso se il costruire dighe è una attività che distingue il castoro dalle altre specie animali, se questa è la sua essenza animale, allora questa stessa essenza è presente in modo implicito dentro di lui già alla nascita: l’essenza del castoro è dentro il castoro, come un chilo di rigatoni sta dentro la scatola di cartone che lo contiene. Questo non significa che non sia importante anche l’esperienza né che tutto il comportamento animale sia innato; il punto è che ciò che l’animale può imparare è vincolato in modo più o meno rigido dalla sua costituzione biologica innata. Per l’animale non umano, allora, non vale la frase di Marx dei Manoscritti economico filosofici del 1844 che abbiamo scelto come titolo, al contrario, qui l’individuo coincide con l’essere individuale, cioè l’essenza è dentro ogni singolo animale non umano. Espresso in altro modo, ogni castoro è ogni altro castoro, nel senso che dovunque ci sia un castoro troveremo più o meno le stesse attività, la stessa forma di vita, le stesse esperienze.
 

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RK | Tutti per la crescita, intanto negli States…

La vulgata neokeynesiana pro “crescita” ha su questa sponda dell’Atlantico il suo dogma incrollabile: gli Stati Uniti sono usciti dalla crisi grazie alla politica economica e monetaria espansiva dell’amministrazione Obama. Il suo profeta Paul Krugman, è vero, proclama in patria che la liquidità immessa non è ancora sufficiente per risollevare la middle class (anzi, ultimamente ha avanzato dubbi più “strutturali” ma i suoi adepti europei non sembrano aver preso nota). Nessuno comunque mette in dubbio che la strada giusta è quella.

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Viktor Shapinov | Un’analisi di classe della crisi ucraina

 
Le origini sociali e di classe della crisi ucraina non sono state indagate a fondo. L’attenzione si è concentrata principalmente sull’aspetto politico degli eventi e si è permesso che la loro base socioeconomica passasse in secondo piano. Quali sono state le forze di classe dietro il rovesciamento del regime di Yanukovich, l’insediamento di un nuovo regime a Kiev e l’ascesa degli anti-Maidan e del movimento nel sud-est?
 
La crisi del capitalismo ucraino 
 
La crisi ucraina non è un fenomeno nazionale isolato. Per una serie di motivi, l’Ucraina è stata “l’anello debole” ed è diventata la prima vittima del crollo del modello economico basato sulla regola del dollaro come valuta di riserva mondiale e sull’uso della domanda di credito al consumo come meccanismo di crescita economica [1]. L’economia ucraina è stata tra le più vulnerabili nel contesto della crisi globale, questo ha portato a una frattura nella classe dominante ed a un’aspra lotta che è visibile da diversi mesi . L’economia del capitalismo ucraino ha preso forma dal collasso del complesso economico dell’Unione Sovietica, dalla privatizzazione della proprietà collettiva e dall’integrazione nel mercato globale. Questi processi hanno portato al degrado della struttura economica della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, che era al decimo posto nella classifica mondiale dello sviluppo economico. L’Ucraina in epoca sovietica aveva un’economia complessa e sviluppata in cui avevano un ruolo di primo piano l’industria metalmeccanica e la produzione di beni ad alto valore aggiunto.
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Salutiamo i 50 anni di lotta delle FARC-EP

 
Al compimento dei 50 anni di lotta, il 27 maggio, inviamo un saluto fraterno e solidale alle FARC-EP, al suo Stato Maggiore Centrale e alla Segreteria, al Partito Comunista Clandestino della Colombia e al Movimento Bolivariano per una Nuova Colombia, che ispirati al marxismo-leninismo, sviluppano una lotta instancabile per i diritti della classe operaia, dei contadini poveri, dei giovani e delle donne, per il socialismo.
 
Onoriamo la memoria di Manuel Marulanda, dei fondatori, dei martiri comunisti e dei combattenti, dei comandanti e militanti, che nel corso di questi decenni hanno dato la loro vita per gli interessi popolari e dei lavoratori, per la libertà e la fine dello sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo.
 
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Francesca Sironi | Noi, i nuovi proletari digitali. Ecco chi sono i gli operai 2.0

Click click. Digita, schiaccia, salva, invia. Click click. Guarda, sposta, cambia esporta. Occhi aperti davanti al monitor, mano sul mouse, comandi da eseguire su un software: se oggi chiedessero a Charlie Chaplin di raccontare il proletario contemporaneo, i suoi Tempi Moderni forse li illustrerebbe così, con uno schiavo del click click. Al computer, più che tra gli ingranaggi di una catena di montaggio.

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Monica Montella e Franco Mostacci | I modesti effetti degli 80 euro in busta paga

Il bonus fiscale di 80 euro mensili, che ha rappresentato uno slogan comunicativo di grande impatto mediatico, corrisponde a un importo massimo di 640 euro per il 2014 ed è riservato ai lavoratori dipendenti e assimilati che hanno un reddito da lavoro dipendente fino a 26.000 euro[1]. Il decreto legge 66/2014 che lo ha istituito ha suscitato alcune perplessità che andrebbero approfondite[2].