Simona Baldanzi – Figlia di una vestaglia blu
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Una verità che troppo spesso dimentichiamo e che viviamo nell’era atomica; nell’era, cioè, in cui l’autodistruzione dell’umanità non è più una semplice fantasia, ma una concreta possibilità. Di fronte a...
Noi siamo condannati a tutto ciò che è stato inventato una volta per tutte. E questo per il semplice fatto che possiamo sempre riprodurlo; e non solo possiamo, ma in quanto produttori di massa ci sentiamo in dovere di produrre di ogni modello il maggior numero possibile di esemplari; e non solo ci sentiamo in dovere di farlo, ma effettivamente siamo incapaci, d’improvviso, di non essere tali: ossia non saper più fare d’un tratto ciò che sappiamo fare.
Sicuramente Platone non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno si sarebbe venuto a creare un tale funesto intreccio di idea e maledizione.
In questo articolo, Donatella Di Cesare – che è [stata] dirigente della “Fondazione Martin Heidegger” – parla di ciò che viene fuori dai “Quaderni Neri” del filosofo tedesco.
Che Heidegger fosse stato nazista ed entusiasta di Hitler di sapeva. Ma per decenni si è tentato disperatamente di evitare che fosse considerato anche antisemita (come se nella Germania degli anni ’30 si potesse essere nazisti, ma non antisemiti).
Naturalmente Alain Badiou è un filosofo e ama coniare neologismi come quello di “comunismo di Stato” (che probabilmente ha senso solo nel suo cervello, visto che il comunismo è la società dell’estinzione dello Stato e del libero auto-governo popolare). Certamente è vero che, da un certo momento in poi, i tentativi di costruzione socialista del ‘900 si sono arenati e sono regrediti verso forme di “capitalismo di stato” guidate da borghesie di vecchio e nuovo tipo.
Per confutare questo argomento, ripetuto da tutti i criminali di guerra fino alla noia, ogni anno celebriamo il 25 aprile perché “non bisogna dimenticare perché ogni amnesia è una sorta di amnistia”. Giusto principio, ma non all’altezza dell’evento. E tutte le persuasioni, le convinzioni, i ragionamenti che non sono all’altezza dell’evento sono già essi stessi macchine d’oblio destinate a naufragare in quella forma di indifferenza che sempre accompagnano le retoriche che perdono di vista la vera natura dei problemi.
È nostro compito – e io ho cercato di adempiere a tale compito – è necessario dare a questo choc una “nota d’eternità”. Non dobbiamo stancarci di dire alla gente: badate, qualcosa del genere può sempre accadere di nuovo. E ciò, non solo perché la tecnica russa sia inferiore a quella dell’Europa occidentale o a quella americana.
Poiché non devi cominciare un solo giorno nell’illusione che quello che ti circonda sia un mondo stabile. Quello che ti circonda è qualcosa che domani potrebbe essere già semplicemente “stato”; e noi, tu e io e tutti i nostri contemporanei, siamo piú “caduchi” di tutti quelli che finora sono stati considerati tali. Poiché la nostra caducità non significa solo il nostro essere “mortali”; e neppure che ciascuno di noi può essere ucciso. Questo era vero anche in passato.
Claude Eatherly fece parte come ricognitore dell’equipaggio che gestì lo sganciamento della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Questa partecipazione gli provocò rimorsi e problemi psicologici. Gunther Anders gli scrisse, ci fu uno scambio epistolaree e definì Eatherly un precursore del tipo d’uomo – “incolpevole colpevole” – che tutti saremmo diventati.
Nel 1967 Guy Debord pubblica il saggio La società dello spettacolo, analisi critica della società moderna. Se Marx afferma che “tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni...
Antiper, Lenin, uomo del futuro, 2, Dalla nascita del gruppo Emancipazione del lavoro al I Congresso del POSDR. La lotta contro il populismo e il “marxismo legale”. Che cosa sono...
Questo è il capitalismo, una società in cui la vita è nulla e il profitto è tutto. Non c’è modo più semplice e più diretto per mostrare che dobbiamo abbattere questo...
La folla è il gregge senza idee, che riceve pensieri e sentimenti dalla classe dominante. Se non si ha vanità, non si può attribuire alcun valore al plauso della folla. Finché il socialismo non si è fatto spiritualmente strada tra le masse, il plauso della folla non può che andare a gente senza partito o a oppositori del socialismo, allorché solo un’esigua minoranza della classe operaia si sia innalzata sino al socialismo. E tra gli stessi socialisti quelli che lo sono nel senso scientifico del Manifesto comunista sono a loro volta una minoranza.
L’insegnamento di Louis Althusser è stato un fenomeno culturale molto importante negli anni Sessanta e Settanta. Oggi è quasi dimenticato, insieme con l’impressionante decadenza del dibattito teorico marxista. Sopravvive in modo clandestino un althusserismo universitario, nascosto in qualche sottoscala di alcune facoltà di filosofia. Eppure, l’althusserismo è stato forse l’ultimo “ismo” veramente rilevante del dibattito marxista novecentesco. Nulla di simile, o di paragonabile, per Della Volpe o Colletti, Sartre o Lukács, Bloch o Geymonat. Tutto questo non è avvenuto per caso. Non si è trattato assolutamente di una moda parigina. L’althusserismo è stata una cosa molto seria. L’ambizione di questo breve testo è far capire il perché di questo fenomeno in un momento storico in cui il dibattito teorico sembra essersi esaurito negli anatemi contro Berlusconi, nelle lamentele su come Bin Laden abbia sciaguratamente sostituito il ben più serio e moderno movimento operaio, ed infine nelle invocazioni a creare un altro mondo possibile contro quello vincente della globalizzazione neoliberista.
Abbiamo ri-trascritto da una vecchia edizione del 1976 questo testo di Louis Althusser, ormai quasi introvabile, dedicato alla sua formulazione del concetto di ideologia e alla riproduzione del modo di produzione capitalistico nel campo, appunto, dell’ideologia. Un testo che ha fatto molto discutere e dal quale emerge una dura critica verso il sistema scolastico, apparato ideologico di Stato e strumento di formazione delle “tèchne” necessarie alla produzione capitalistica. Un testo da rileggere e da discutere (Antiper).
Titolo originale dell’opera: Ideologie et appareils ideologiques d’Etat | Titolo Dedalo libri: Sull’ideologia | Traduzione dal francese di Massimo GalleraniPrima edizione Dedalo libri: ottobre 1976 | Prima edizione Autoproduzioni: novembre 2014...
Nel 1967 Guy Debord pubblica il saggio La società dello spettacolo, analisi critica della società moderna.
Se Marx afferma che “tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di merci”, Debord rincara dichiarando che “tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli”. Lo spettacolo è dunque la principale forma di produzione della società attuale, lo spettacolo è “il capitale a un tal grado di accumulazione da divenire immagine”.
E guardando di laggiù queste giornate,vedrai dapprima la testa di Lenin:il suo pensiero apre una strada di lucedall’era degli schiaviai secoli della Comune.Passeranno gli anni dei nostri tormentie ancora all’estate della Comune,scalderemo la nostra vitae la felicità, con dolcezza di frutti giganti,maturerà sui fiori dell’ottobre.E chi leggerà le parole di Lenin,sfogliando le carte gialle dei decreti,sentirà il sangue battere alle tempiee salire le lacrime al cuore.Quando rivedo ciò che ho vissutoe scavo in quei giorni,un ricordo mi balena:fu il 25, il primo giorno.MAJAKOVSKIJ
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