Autore: Antiper

Collettivo Criticamente | Avvertenza per il lettore 0

Collettivo Criticamente | Avvertenza per il lettore

Avvertenza per il lettore:   I testi del Capitale qui riportati non sono una traduzione integrale degli originali, bensì una rivisitazione delle traduzioni esistenti (in italiano ed in francese) a...

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Militant | L’anti-marxismo congenito del pensiero post-strutturalista

Ci accorgiamo con colpevole ritardo di una pubblicazione illuminante, sebbene dai tratti filosofici marcati e quasi per addetti ai lavori, sul ruolo che il pensiero post-strutturalista francese ha avuto riguardo alla costruzione di un paradigma politico anti-marxista, raccolto da una parte dei movimenti sociali dal ’68 in avanti. Un problema affatto attuale, visto che un certo modus pensandi, per così dire, è ancora alla base dell’azione politica di parte dei movimenti sociali.

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François Rastier | L’heideggerismo, dopo il naufragio

Scriveva Heidegger: «Bisognerebbe chiedersi su cosa sia fondata la particolare predestinazione della comunità giudaica per la criminalità planetaria» (1). È tutto qui: il complotto mondiale e anche cosmico, l’individuazione di una comunità criminale della quale si pretende «lo sterminio totale», nove anni prima della conferenza di Wannsee. Dieudonné è stato accusato d’incitamento all’odio razziale per molto meno; ma chiunque se la prendesse per la pubblicazione di queste scempiaggini heideggeriane verrebbe subito accusato di voler censurare il grande Pensatore.

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Antiper | La politica come continuazione della guerra con altri mezzi. Foucault, Von Clausevitz, Marx

“E se è vero che il potere politico arresta la guerra, fa regnare o tenta di far regnare una pace nella società civile, non è affatto per sospendere gli effetti...

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Antiper | Il “doppio movimento” e la costruzione statale del libero mercato in Karl Polanyi

Fin dalle origini il capitalismo ha posto, l’uno di fronte all’altra, “mercato” e “società”. Questa contraddizione ha generato, secondo Karl Polanyi, un “doppio movimento”: da un lato la tendenza del capitalismo a sottomettere alla propria logica riproduttiva ogni ambito della vita; dall’altro, l’insorgere di resistenze che si oppongono a questa sottomissione e cercano di ostacolarla, in una sorta di “autodifesa della società”. Sebbene si senta spesso ripetere che il “libero mercato” sarebbe un mercato liberato dal soffocante controllo dello Stato in realtà il mercato “autoregolato” (come lo chiama Polanyi) non è affatto un prodotto spontaneo della storia, ma il risultato di una ben precisa azione dello Stato stesso che ha avuto un ruolo decisivo non solo nella sua creazione – e nella creazione della “società di mercato” ad esso associata -, ma anche nel suo controllo, non esistando a distruggere qualsiasi parvenza “democratica”, attraverso i fascismi del ‘900, per difendere la società del capitale (e del resto Polanyi ebbe a dire che “per comprendere il fascismo tedesco, bisogna rivolgersi all’Inghilterra ricardiana” intendendo evidenziare una certa linea di continuità tra l’idea mercatista dell’800 e alcuni esiti politici secolo successivo).

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Giornata internazionale della donna 2015

  8 marzo | GIORNATA INTERNAZIONALE della DONNA Non solo una festa ma una giornata di lotta   7 MARZO 2015 | ore 17 Libreria LIBeRITUTTI Via Tommaseo 49, La...

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Simona Baldanzi – Figlia di una vestaglia blu

 
Simona Baldanzi
Figlia di una vestaglia blu
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Editore: Fazi 2006
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Leggere “Figlia di una vestaglia blu” è come accomodarsi su un divano e sfogliare fotografie: le immagini sconosciute ben presto si rivelano familiari perché Simona Baldanzi scrive di una storia che non è solamente sua, scrive di donne, operaie, madri; racconta di figli e figlie, di natura, della terra, del mare, di operai che lavorano lontano dalla propria casa, lasciata al sud, e non si sentono parte di una comunità; uomini e donne avvicinati da un unico destino, quello di lavoratori, con le tute: blu per le “donne della Rifle”, arancione per gli “uomini del buio” che bucano il monte per far passare il treno ad alta velocità.
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Antiper | Violenza e non violenza nell’era atomica. “Legittima difesa” e “stato di necessità” in Günther Anders (IAT)

Una verità che troppo spesso dimentichiamo e che viviamo nell’era atomica; nell’era, cioè, in cui l’autodistruzione dell’umanità non è più una semplice fantasia, ma una concreta possibilità. Di fronte a...

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Gunther Anders | La resistenza atomica

Noi siamo condannati a tutto ciò che è stato inventato una volta per tutte. E questo per il semplice fatto che possiamo sempre riprodurlo; e non solo possiamo, ma in quanto produttori di massa ci sentiamo in dovere di produrre di ogni modello il maggior numero possibile di esemplari; e non solo ci sentiamo in dovere di farlo, ma effettivamente siamo incapaci, d’improvviso, di non essere tali: ossia non saper più fare d’un tratto ciò che sappiamo fare.
Sicuramente Platone non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno si sarebbe venuto a creare un tale funesto intreccio di idea e maledizione.

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Donatella Di Cesare | Heidegger: «Gli ebrei si sono autoannientati». Nei nuovi «Quaderni neri» del filosofo l’interpretazione choc della Shoah

In questo articolo, Donatella Di Cesare – che è [stata] dirigente della “Fondazione Martin Heidegger” – parla di ciò che viene fuori dai “Quaderni Neri” del filosofo tedesco.
Che Heidegger fosse stato nazista ed entusiasta di Hitler di sapeva. Ma per decenni si è tentato disperatamente di evitare che fosse considerato anche antisemita (come se nella Germania degli anni ’30 si potesse essere nazisti, ma non antisemiti).

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Alain Badiou | Il Rosso e il Tricolore

Naturalmente Alain Badiou è un filosofo e ama coniare neologismi come quello di “comunismo di Stato” (che probabilmente ha senso solo nel suo cervello, visto che il comunismo è la società dell’estinzione dello Stato e del libero auto-governo popolare). Certamente è vero che, da un certo momento in poi, i tentativi di costruzione socialista del ‘900 si sono arenati e sono regrediti verso forme di “capitalismo di stato” guidate da borghesie di vecchio e nuovo tipo.

Detto questo, Badiou ha sempre spunti interessanti (ANTIPER)

 
Sfondo: la situazione mondiale
 
Oggigiorno, il mondo è totalmente investito dal capitalismo globale, sottomesso ai dettami dell’oligarchia internazionale e asservito all’astrazione monetaria come unica figura riconosciuta dell’universalità. Viviamo in un periodo di transizione molto difficile, che separa la fine della seconda tappa storica dell’Idea comunista (la costruzione indifendibile, terrorista, di un “comunismo di Stato”) dalla terza tappa (il comunismo come realizzazione politica, adatta al reale, dell’“emancipazione dell’umanità intera”). In questo contesto, si è insediato un mediocre conformismo intellettuale; una sorta di rassegnazione al contempo lamentevole e soddisfatta, che accompagna l’assenza di ogni futuro altro, ovvero la ripetizione dispiegata di ciò che già c’è.
 
Vediamo allora apparire – come controcanto al tempo stesso logico e orribile, disperata e fatale miscela di capitalismo corrotto e di gangsterismo assassino – un ripiegamento maniaco, soggettivamente manovrato dalla pulsione di morte, contro le identità più variegate. Questo ripiegamento suscita a sua volta delle contro-identità sclerotizzate e arroganti. Sulla trama generale dell’“Occidente”, patria del capitalismo dominante e civile, contro l’“Islamismo”, referente del terrorismo sanguinario, appaiono da un lato delle bande armate e assassine o degli individui “armati fino ai denti”, i quali per farsi obbedire brandiscono il cadavere di qualche dio; dall’altro, in nome dei diritti dell’uomo e della democrazia, troviamo invece delle selvagge spedizioni militari internazionali che distruggono Stati interi (Iugoslavia, Iraq, Afghanistan, Sudan, Congo, Mali, Centrafrica…) e che producono migliaia di vittime, senza pervenire a nulla se non a negoziare con dei banditi corrotti una pace precaria attorno a pozzi, miniere, risorse naturali ed enclave in cui prosperano le grosse multinazionali.
 
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Umberto Galimberti | Perché siamo tutti figli di Eichmann

Per confutare questo argomento, ripetuto da tutti i criminali di guerra fino alla noia, ogni anno celebriamo il 25 aprile perché “non bisogna dimenticare perché ogni amnesia è una sorta di amnistia”. Giusto principio, ma non all’altezza dell’evento. E tutte le persuasioni, le convinzioni, i ragionamenti che non sono all’altezza dell’evento sono già essi stessi macchine d’oblio destinate a naufragare in quella forma di indifferenza che sempre accompagnano le retoriche che perdono di vista la vera natura dei problemi.

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Gunther Anders | La conversazione con Manfred Bissinger

È nostro compito – e io ho cercato di adempiere a tale compito – è necessario dare a questo choc una “nota d’eternità”. Non dobbiamo stancarci di dire alla gente: badate, qualcosa del genere può sempre accadere di nuovo. E ciò, non solo perché la tecnica russa sia inferiore a quella dell’Europa occidentale o a quella americana.

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Günther Anders | I comandamenti dell’Era Atomica

Poiché non devi cominciare un solo giorno nell’illusione che quello che ti circonda sia un mondo stabile. Quello che ti circonda è qualcosa che domani potrebbe essere già semplicemente “stato”; e noi, tu e io e tutti i nostri contemporanei, siamo piú “caduchi” di tutti quelli che finora sono stati considerati tali. Poiché la nostra caducità non significa solo il nostro essere “mortali”; e neppure che ciascuno di noi può essere ucciso. Questo era vero anche in passato.

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Lettere tra Gunther Anders e Claude R. Eatherly, il “pilota di Hiroshima”

Claude Eatherly fece parte come ricognitore dell’equipaggio che gestì lo sganciamento della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Questa partecipazione gli provocò rimorsi e problemi psicologici. Gunther Anders gli scrisse, ci fu uno scambio epistolaree e definì Eatherly un precursore del tipo d’uomo – “incolpevole colpevole” – che tutti saremmo diventati.

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Antiper | Dalla “società dello spettacolo” all’uomo-spettacolo (IAT)

Nel 1967 Guy Debord pubblica il saggio La società dello spettacolo, analisi critica della società moderna. Se Marx afferma che “tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni...

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Antiper | Lenin, uomo del futuro, 2

Antiper, Lenin, uomo del futuro, 2, Dalla nascita del gruppo Emancipazione del lavoro al I Congresso del POSDR. La lotta contro il populismo e il “marxismo legale”. Che cosa sono...

Samsara group | The food sequence (short documentary) 0

Samsara group | The food sequence (short documentary)

Questo è il capitalismo, una società in cui la vita è nulla e il profitto è tutto. Non c’è modo più semplice e più diretto per mostrare che dobbiamo abbattere questo...

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La contraddizione | Lavorare per il mondo

La folla è il gregge senza idee, che riceve pensieri e sentimenti dalla classe dominante. Se non si ha vanità, non si può attribuire alcun valore al plauso della folla. Finché il socialismo non si è fatto spiritualmente strada tra le masse, il plauso della folla non può che andare a gente senza partito o a oppositori del socialismo, allorché solo un’esigua minoranza della classe operaia si sia innalzata sino al socialismo. E tra gli stessi socialisti quelli che lo sono nel senso scientifico del Manifesto comunista sono a loro volta una minoranza.

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Costanzo Preve | L’eredità intellettuale di Louis Althusser (1918-1990) e le contraddizioni teoriche e politiche dell’althusserismo

L’insegnamento di Louis Althusser è stato un fenomeno culturale molto importante negli anni Sessanta e Settanta. Oggi è quasi dimenticato, insieme con l’impressionante decadenza del dibattito teorico marxista. Sopravvive in modo clandestino un althusserismo universitario, nascosto in qualche sottoscala di alcune facoltà di filosofia. Eppure, l’althusserismo è stato forse l’ultimo “ismo” veramente rilevante del dibattito marxista novecentesco. Nulla di simile, o di paragonabile, per Della Volpe o Colletti, Sartre o Lukács, Bloch o Geymonat. Tutto questo non è avvenuto per caso. Non si è trattato assolutamente di una moda parigina. L’althusserismo è stata una cosa molto seria. L’ambizione di questo breve testo è far capire il perché di questo fenomeno in un momento storico in cui il dibattito teorico sembra essersi esaurito negli anatemi contro Berlusconi, nelle lamentele su come Bin Laden abbia sciaguratamente sostituito il ben più serio e moderno movimento operaio, ed infine nelle invocazioni a creare un altro mondo possibile contro quello vincente della globalizzazione neoliberista.