Autore: Antiper

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Antiper | La rivoluzione delle donne. Ciclo di incontri sui movimenti delle donne

Aleksandra Kollontaj

Domenica 13 novembre 2016 | ore 10.30 
Conferenza audio SKYPE 
Incontri di approfondimento storico-politico (IASP)

Ciclo di incontri sui movimenti delle donne. Terzo incontro
La rivoluzione delle donne | Dalla rivoluzione sessuale alla deriva del femminismo 
Relazione introduttiva di Giulia 

Con questo terzo incontro terminiamo la breve rassegna sugli elementi fondamentali che hanno caratterizzato lo sviluppo dei movimenti delle donne. Nei primi due incontri avevamo analizzato la fase che intercorre tra la Rivoluzione francese e quella socialista del 1917 e quella che intercorre tra la prima e la seconda guerra mondiale. In questo terzo incontro affronteremo la fase che inizia, grosso modo, con la cosiddetta «rivoluzione sessuale» e che arriva fino ai giorni nostri, passando attraverso la critica differenzialista dell’emancipazionismo e del femminismo socialista, per arrivare fino alla derivapost-moderna che domina la scena attuale.

Primo incontro | Le donne tra due rivoluzioni. Dalla Rivoluzione francese alla Rivoluzione d’ottobre

Secondo incontro | Le donne tra due guerre. Dalla prima alla seconda guerra mondiale. Le donne sotto il fascismo e nella resistenza

Materiali

Università di Roma | Il pensiero e la critica letteraria femminista

Monia Andrani (Università per stranieri di Perugia e Università di urbino) | Filosofia della differenza

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Presentazione di “I Grundrisse di Karl Marx. Linee fondamentali della critica dell’economia politica 150 anni dopo” a cura di Marcello Musto

Presentazione di “I Grundrisse di Karl Marx. Linee fondamentali della critica dell’economia politica 150 anni dopo” a cura di Marcello Musto
Libreria Feltrinelli, Pisa, 27 ottobre 2016

Intervengono
Maurizio Iacono, Università di Pisa
Manlio Iofrida, Università di Bologna
Marcello Musto, York University (Toronto), curatore del volume

Durante l’incontro è stato presentato anche l’ultimo libro di Marcello Musto, L’ultimo Marx, 1881-1883, Saggio di biografia intellettuale

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Antiper | Lenin, uomo del futuro | XII. Divergenze all’interno del partito e dell’Internazionale Comunista. Estremismo, malattia infantile del comunismo

Antiper | Lenin, uomo del futuro | XII. Divergenze all’interno del partito e dell’Internazionale Comunista. Estremismo, malattia infantile del comunismo | PDF

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Lenin | Estremismo, malattia infantile del comunismo (Indice)

Lenin L’«ESTREMISMO» MALATTIA INFANTILE DEL COMUNISMO, 9 I. In che senso si può parlare del significato internazionale della rivoluzione russa?, 11 II. Una delle condizioni fondamentali per la vittoria dei bolscevichi,...

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Pablo Neruda | Spiego alcune cose

Spiego alcune cose
Da Con la Spagna nel cuore (1937)

Chiederete: ma dove sono i lillà?
E la metafisica coperta di papaveri?
E la pioggia che fitta colpiva
le sue parole, riempiendole
di buchi e uccelli?

Vi racconterò tutto quel che m’accade.

Vivevo in un quartiere
di Madrid, con campane,
orologi, alberi.

Da lì si vedeva
il volto secco della Castiglia,
come un oceano di cuoio.
La mia casa la chiamavano
"la casa dei fiori", ché da ogni parte
conflagravan gerani: era
una bella casa,
con cani e scugnizzi.
Ti ricordi, Raúl?
Ti ricordi, Rafael?
Federico, ti ricordi,
ora che sei sottoterra,
ti ricordi della mia casa balconata, dove
la luce di giugno ti soffocava la bocca di fiori?

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Confronto con Emilio Quadrelli su “Estremismo, malattia infantile del comunismo”

Sabato 22 ottobre 2016 | ore 16 Conferenza SKYPE Confronto con Emilio Quadrelli su ESTREMISMO, MALATTIA INFANTILE DEL COMUNISMO di Lenin a partire dall’interpretazione del testo registrata da Emilio Emilio...

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Pablo Neruda | I nemici

I nemici
Da Canto generale

Puntarono qui i fucili carichi
e ordinarono la strage spietata;
trovarono qui un popolo che cantava
un popolo raccolto per dovere e per amore,
e l’esile fanciulla cadde con la sua bandiera,
e il giovane sorridente rotolò accanto a lei ferito,
e lo stupore del popolo vide cadere i morti
con furia e con dolore.

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Marcello Musto | L’ultimo Marx. 1881-1883. Saggio di biografia intellettuale

 

 
Marcello Musto
L’ultimo Marx. 1881-1883
Saggio di biografia intellettuale
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Editore: Donzelli, 2016
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Risvolto di copertina

Gli ultimi anni della vita di Marx sono stati spesso considerati come un periodo durante il quale egli avrebbe appagato la propria curiosità intellettuale e cessato di lavorare. L’analisi di alcuni manoscritti, ancora inediti o poco conosciuti, permette di sfatare questa leggenda e dimostra che egli non solo continuò le sue ricerche, ma le estese anche a nuove discipline. Nel biennio 1881-1882 Marx intraprese uno studio approfondito delle più recenti scoperte nel campo dell’antropologia, della proprietà comune nelle società pre-capitaliste, delle trasformazioni determinatesi in Russia in seguito all’abolizione della servitù e della nascita dello Stato moderno. Inoltre, egli fu attento osservatore dei principali avvenimenti di politica internazionale e le sue lettere testimoniano il suo deciso sostegno alla lotta per la liberazione dell’Irlanda e la ferma opposizione all’oppressione coloniale in India, Egitto e Algeria.

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Presentazione “Perla Critica” con Carla Filosa e Francesco Schettino (Pisa, 15 novembre 2014)

Il testo è una raccolta delle tematiche marxiane, provenienti dai vari testi in cui Marx stesso ne aveva diversamente articolato l’assetto teorico. È stato pubblicato alla fine dello scorso anno con un disegno in copertina di R. Magritte, Il sorriso del diavolo, a indicare le difficoltà dialettiche da superare, analoghe alla contraddittoria chiave interna alla serratura da aprire. Dopo una prima “Avvertenza” – in cui si dà conto del significato del titolo quale “concrezione a difesa da un corpo estraneo”, ma anche, e soprattutto “ornamento preziosissimo”, e si informa altresì essere questo il frutto di venti anni (1991-2011) di insegnamento universitario alla Sapienza di Roma -, il testo è espresso con le parole di Marx e di autori criticati da lui stesso o da altri scrittori ispirati a Marx. Il curatore, infatti, ha deliberatamente evitato lo stile interpretativo, causa spesso di fraintendimenti appositi e talvolta involontari, in modo da non ripetere i criteri medievali dei commentari aristotelici, a impedimento della lettura dell’originale (Carla Filosa)

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IAT | Incontri con Lenin a cura di Emilio Quadrelli: ‘L’estremismo, malattia infantile del comunismo’

Emilio Quadrelli ha registrato questa terza relazione del ciclo di incontri su Lenin dedicata al famoso testo L’estremismo, malattia infantile del comunismo. 

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Antiper | Recensione a “L’epoca delle passioni tristi” di Miguel Benasayag e Gérard Schmit

Il libro di Miguel Benasayag e Gérard Schmit L’epoca delle passioni tristi si propone di indagare il crescente disagio nelle società occidentali, specialmente tra gli adolescenti, partendo dalla constatazione che mentre nel passato i ragazzi più problematici provenivano soprattutto dalla periferia e dai quartieri più poveri, oggi il disagio tende a generalizzarsi a tutti i quartieri e quindi, dovremmo pensare, a tutte le fasce sociali

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IAT | Nell’acquario di Facebook

«Liberi», soddisfatti, con molti amici (seppur virtuali)… Attivisti da poltrona, condividiamo distrattamente le tragedie del mondo, sazi di informazioni in cui non riusciamo ad orientarci, dispensiamo “mi piace” ed emozioni...

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Corto Circuito – Marxpedia | Leave Europe, capitalism remain. Un referendum farsa, una falsa alternativa

Un intervento condivisibile (Antiper)

 

Prima parte: dalla Brexit alle dimissioni di Farage

1. Essenza della cosiddetta democrazia liberale è ridurre l’intera alternativa tra il peggio e il meno peggio. Il meno peggio è spesso solo la forma presentabile del peggio. Il REFERENDUM, lungi dall’essere forma avanzata di democrazia, si sposa perfettamente con questo modello. Tanto più suonano pompose le trombe del “plebiscito”, tanto più lo spartito è scritto alle spalle della “plebe”.

2. Il fatto che in Europa ritorni tanto lo strumento referendario, dalla Grecia fino al Regno Unito passando per la Scozia, non riflette la salute democratica del capitalismo europeo. Riflette semmai la sua profonda malattia. Le masse vengono chiamate fugacemente a esprimersi con un sì o con un no, da usare come grimaldello, ricatto o materia di scambio nelle reali sedi decisionali.

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Guglielmo Carchedi | L’imperialismo oggigiorno: che cos’è e dove va

Intervento di Guglielmo Carchedi, dell’Università di Amsterdam, realizzato alla Tavola Rotonda su: “Natura imperialista dell’Unione Europea e forme della lotta di classe” organizzata, sabato 9 gennaio 2016, a Napoli dalla Rete dei Comunisti, dai compagni della Mensa Occupata – Noi Saremo Tutto e dai compagni del Laboratorio ISKRA di Bagnoli.

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Michele Nobile | La vittoria della destra nel referendum inglese e il rimbecillimento della sinistra antieuropea

E’ raro trovare analisi ampiamente condivisibili su temi estremamente controversi. E’ il caso di questo intervento di Michele Nobile (che peraltro appartiene ad un movimento politico di cui convidiamo assai poco sul piano politico) il quale, in modo sintetico ed efficacie, distrugge molte delle sciocchezze scritte in queste ore da esponenti di un’asin/istra “ex ed extra parlamentare” ormai allo sbando e alla disperata ricerca di qualche carro su cui salire. L’intervento coglie alcuni elementi salienti (come, ad esempio, il fatto che l’Europa è diventata il diversivo verso cui indirizzare il malcontento popolare per evitare che esso si rivolga verso i veri nemici mettendo fine alla pace sociale nazionale). Altro esempio: Michele Nobile ricorda una cosa importante che non ha trovato il minimo spazio tra i milioni di post di questi giorni: ben prima che vi fosse l’attuale Europa con l’attuale euro, proprio in GB la Thatcher sferrava il più poderoso attacco anti-operaio della storia del ‘900 a dimostrazione che anche senza Commissione Europea o BCE i padroni sapevano (e sapranno) fare il loro mestiere (tra l’altro, mille volte meglio di certi sindacalisti super-anti-europeisti porta-sfiga sempre alla guida di qualche operazione politica votata al sicuro insuccesso). Tra gli altri, sottolineiamo in particolare questo passaggio:

"Il leave the Eu ha vinto massicciamente nell’Inghilterra propriamente detta (60%) e in Galles (55,5%). Tuttavia ha perso, e non di poco, in tutte le maggiori città inglesi e gallesi: il voto per restare nell’Ue ha raggiunto il 60% nell’area metropolitana di Londra, a Manchester, Cardiff, Bristol; il 58% a Liverpool, Reading, York; ha pareggiato a Leeds e perso a Birmingham, ma col 49,6% dei voti validi. Mi è difficile pensare che l’elettorato politicamente meno cosciente si concentri proprio nella grandi città".

Usando la stessa logica adottata da certi vecchi arnesi asin/istri si dovrebbe concludere che gli operai e le città metropolitane hanno sonoramente battuto il Brexit e che questo ha vinto piuttosto nelle provincie chiuse e impaurite (che ai tempi del buon Marx erano la terra di dominio della grande aristocrazia fondiaria e della gentry).

Ma siccome certe conclusioni tirate a casaccio è bene lasciarle agli esagitati che si spellano le mani per la vittoria della destra britannica (che ha condotto una campagna referendaria in buona parte xenofoba) diciamo solo ciò che ripetiamo da tempo: il problema non è stare dentro o fuori l’Europa o l’Euro; il problema è chi tiene le redini del potere economico, politico e sociale. Parlare a vanvera di “restare” o “andare” senza porsi concretamente il problema degli scenari che emergono è qualcosa che deve essere rigettato completamente.

E tutti questi entusiasmi dell’asin/istra sono il sintomo della suo ormai irreversibile coma politico (Antiper).

 

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Al primo impatto ho trovato assai divertente l’idea per cui la decisione degli elettori britannici di uscire dall’Unione europea sarebbe un fatto «di sinistra». Pensandoci meglio, è semplicemente «tragica». Brevissime considerazioni.

1) Innanzitutto, è stata la xenofobia a determinare il successo del leave, del voto per lasciare l’Unione europea, per un margine non grande. La linea anti-migrazione, diretta non soltanto contro gli extracomunitari ma anche verso i cittadini europei, è stata condita, è vero, dalla demagogia antiplutocratica di destra e liberista nei confronti dei burocrati di Bruxelles e delle «banche». Non a caso si tratta di un successo elettorale che fa esultare la destra-destra e l’estrema destra europea, dal Front National alla Lega Nord ad Alba Dorata. Insomma, sul piano concreto e dei grandi numeri, la mobilitazione (elettorale) contro l’Ue si esprime con una forte connotazione nazionalista xenofoba, spesso ultraneoliberista.

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Antiper | La tecnica del male. Incontro a partire da Hannah Arendt con alcune considerazioni da Gunther Anders (IAT)

Il male non è necessariamente eroico. Anche lo sterminio sistematico di milioni di persone può essere un atto svolto burocraticamente, senza grandi passioni. Crimini come l’Olocausto o la decisione di annichilire Hiroshima e Nagasaki o anche la stessa quotidiana e invisibile strage per fame, guerre e malattie di centinaia di migliaia di esseri umani… sono stati (e sono) attuati senza alcun coinvolgimento emotivo o senso di colpa, in nome di «necessità» che vengono presentate come inderogabili. Ma queste «necessità» sono davvero tali? Davvero l’uomo non può nulla contro di esse?

Sergio Bologna | Tornare sui propri passi ovvero storia e memoria degli anni 70 0

Sergio Bologna | Tornare sui propri passi ovvero storia e memoria degli anni 70

  “L’autunno caldo è un periodo della storia d’Italia segnato da lotte sindacali operaie che si sviluppa a partire dall’autunno del 1969 in Italia, ritenuto il preludio del periodo storico...