Piergiorgio Odifreddi | Armamenti atomici. Oppenheimer e Rotblatt
Brano tratto dal podcast Grandi menti a confronto, trascritto con l’aiuto dell’IA.
Il 6 e il 9 agosto del 1945 gli americani sganciarono due bombe atomiche sulle città di Hiroshima e Nagasaki in quello che fu forse il più efferato atto terroristico nella storia dell’umanità che provocò centinaia di migliaia di morti su un obiettivo, anzi su due obiettivi civili. Naturalmente gli scienziati erano divisi nei loro sentimenti a proposito della bomba atomica; in particolare Robert Oppenheimer, che fu il direttore del progetto di Los Alamos per la costruzione della bomba atomica, il 17 marzo del 1946 parlò con il presidente Truman che aveva dato l’ordine di sganciare i due ordigni. Oppenheimer disse “abbiamo le mani macchiate di sangue”. Il presidente gli rispose “beh, verrà via sotto l’acqua del rubinetto”. Questo mostra come effettivamente al vertice degli Stati Uniti all’epoca ci fosse un guerrafondaio come il presidente Truman che decise di usare tutte e due le bombe atomiche anche perché in realtà erano state costruite e certamente non si potevano buttare due miliardi di dollari soltanto per fare della ricerca.
Oppenheimer divenne un personaggio molto noto da una parte e anche molto controverso dall’altra. Le controversie furono di natura diversa. La prima fu ovviamente il fatto che avesse diretto il team di scienziati (ed erano migliaia gli scienziati che teorici, pratici, ingegneri, fisici, chimici e così via che avevano collaborato alla costruzione dell’ordigno). Oppenheimer era un ottimo scienziato però certamente qualcuno che non avrebbe lasciato il segno nella storia della fisica del Novecento se non avesse diretto questo grande progetto bellico.
In realtà il suo risultato principale fu negli anni ’30, molto prima ovviamente della guerra, quando sviluppò la teoria dei buchi neri, buchi neri che oggi sono diventati naturalmente pane quotidiano non soltanto della fantascienza, ma anche della scienza. Molti li associano a nomi improbabili, per esempio quello dello scienziato Hawking, che in realtà li ha resi popolari con un libro che ne parlava molti anni fa, un grandissimo testo di divulgazione scientifica che fu anche un enorme successo editoriale (vendette credo 30 milioni di coppie) però in realtà Hawking è anche lui un teorico dei buchi neri venuto molto dopo.
L’idea dei buchi neri risale a molto tempo fa, addirittura 2.000 anni fa, perché nel capolavoro divulgativo di Lucrezio, il De rerum natura, già se ne parla. Ovviamente non se ne parla in questi termini, non li si chiama buchi neri perché l’espressione è un’espressione del Novecento, però si dice che cosa sono questi buchi neri, e Lucrezio da semplicemente la definizione che ancora oggi noi usiamo, cioè di una massa di materia così concentrata che la gravitazione impedisce a qualunque cosa di uscire, compresa la luce e il fuoco, diceva Lucrezio. Questo è esattamente ciò che il buco nero è.
Buchi neri sono previsti dalla teoria della relatività generale di Einstein, però farne una teoria matematica, in base alle equazioni di Einstein, non era una cosa facile e il primo che ci riuscì fu effettivamente Oppenheim. In questo modo ebbe le credenziali anche per poter dirigere un progetto che aveva a che fare ovviamente, certo, con la guerra e con la bomba, ma soprattutto con la fisica nucleare.
Il progetto andò avanti per tre anni circa, dal 1942 al 1945, in questa località di Los Alamos, nel deserto vicino a Las Vegas, praticamente; in quella parte degli Stati Uniti si riunirono in gran segreto scienziati di ogni genere e alcune delle migliori e delle più brillanti menti del secolo. Una fra tutte era per esempio il famoso Richard Feynman, che all’epoca aveva soltanto 22-23 anni, era un enfant prodige dei tanti che hanno costellato la storia della fisica moderna, e però forse il più popolare, perché poi negli anni ’70 e ’80 scrisse dei libri divulgativi e divenne famoso per aver preso pure lui poi il premio Nobel nel 1965; quando un giornalista gli chiese «ci dica professore, in due o tre minuti cosa ha fatto per prendere il premio Nobel?», lui rispose «semplicemente se glielo potessi dire in due o tre minuti non sarebbe valso un premio Nobel». Era un personaggio ovviamente dissacrante che a Los Alamos si fece subito conoscere perché faceva scherzi di ogni genere, in particolare si divertiva a scassinare le cassaforti che tenevano i segreti militari e che avrebbero dovuto essere a prova di scassinatore; naturalmente lui usava la sua intelligenza per farlo.
Ci furono a Los Alamos personaggi come von Neumann, il grande genio della matematica di metà del novecento, che diede anche lui un contributo fondamentale.
Ci fu per esempio Bethe, che era colui che aveva capito il meccanismo attraverso il quale il sole irradia la sua energia e qual è la vita delle stelle come il sole e così via. Il gotha, diciamo così, della fisica moderna era radunato in quel luogo.
Oppenheimer ebbe l’incarico di dirigere, di fare il direttore d’orchestra di questa orchestra che in realtà era composta quasi solo di solisti (e quindi ciascuno avrebbe voluto sopraffare o primeggiare nei confronti degli altri).
Fu un impegno enorme e effettivamente Oppenheimer si dimostrò all’altezza del compito. Però subito dopo la guerra e anche alla fine della guerra incominciò ad avere dei sentimenti contrastanti nei confronti del “giocattolo”, tra virgolette, che aveva creato insieme a tutte queste grandi menti. Infatti Oppenheimer, che tra l’altro anche lui era una persona estremamente intelligente, estremamente colta, per esempio conosceva il sanscrito e leggeva negli originali sanscriti classici induisti, in particolare la Bhagavad Gita, quando scoppiò la bomba atomica dichiarò, citando appunto questo classico induista, io sono diventato la morte, il distruttore di mondi.
Ecco che vediamo uno scienziato che ha sentimenti appunto strappati uno rispetto all’altro e che è orgoglioso di aver prodotto un grande avanzamento tecnico, però molto dubbioso nei confronti della creatura. E’ un po’ ovviamente il problema dell’apprendista stregone, come in questa ballata di Goethe, che poi è diventata famosa per il film in cartoni animati, che ne trasse Walt Disney, e gli scienziati furono spesso associati, subito dopo la bomba atomica, agli apprendisti stregoni, cioè a qualcuno che si diverte a fare degli esperimenti, che però poi gli scappano di mano, diventano cose più grosse di quelle che lui può controllare e ricorderanno gli ascoltatori, per esempio appunto questa scopa che continua a portare avanti acqua dal pozzo dentro la casa, avanti e indietro, fino a provocare un’inondazione. Qui non si trattava soltanto di inondazioni, naturalmente, bensì addirittura dell’ordigno più pericoloso e più devastante che l’uomo avesse mai costruito.
A partire dalla fine degli anni 40, Oppenheimer fece delle dichiarazioni via via più critiche nei confronti degli armamenti nucleari, parlò addirittura nei confronti della bomba di un’arma genocida, perché aveva effettivamente provocato la morte, quasi un genocidio, di persone innocenti, perché gli obiettivi, come ho citato poco fa, erano obiettivi civili e non obiettivi militari, parlò di arma di sterminio e così via. E naturalmente questi rimorsi che Oppenheimer continuava a esibire e a manifestare in pubblico, gli procurarono le inimicizie, diciamo così, le antipatie di molti dei suoi colleghi. Si trattò, dopo la costruzione della bomba atomica, di passare a un altro progetto, che sarebbe stata la costruzione della bomba all’idrogeno, un ordigno decine di volte più potente di quello della bomba atomica, e si trattava di decidere chi avrebbe diretto il progetto.
Oppenheimer non era solo nella sua resistenza nei confronti della bomba atomica, anche altri scienziati, per esempio Bete, che ho citato poco prima, avevano lavorato alla bomba atomica, perché c’era ovviamente il pericolo che anche i nazisti la facessero, e si trattava di fare una corsa contro il tempo, per arrivare prima e impedire che fossero loro ad averla, e a usarla, naturalmente, contro gli alleati. Però Bete, subito dopo la guerra, anche lui incominciò a avere dei pensieri negativi nei confronti della bomba, e decise di non partecipare alla costruzione della bomba all’idrogeno. Oppenheimer forse avrebbe diretto questo progetto, ma per evitare che il progetto si facesse, incominciò a dire alla Commissione per l’Energia Atomica e al Presidente degli Stati Uniti, che nel frattempo era diventato Eisenhower, che era meglio non farla, la bomba all’idrogeno, perché il progetto era irrealizzabile e non sarebbe stato portato a termine.
Naturalmente c’erano altri che erano ansiosi di prendere il suo posto, in particolare uno scienziato, un fisico, che si chiamava Teller, che è diventato una sorta appunto di esempio archetipico di Apprendista Stregone. Teller capì che poteva sostituirsi a Oppenheimer se l’avesse messo in cattiva luce e quindi nel 1953 incominciò a fare testimonianze contro il comportamento di Oppenheimer, a insinuare che Oppenheimer avesse un passato di tipo comunista, che fosse vicino a soggetti antinazionalistici, e che quindi non era degno di mantenere l’accesso ai segreti militari, e avrebbe dovuto invece lasciare il posto a qualcun altro, ovviamente a lui. E nel 1954 effettivamente prima a Oppenheimer furono tolti nulla osta per accedere ai dati riservati.
E questo fu un colpo per la persona appunto che per anni aveva diretto le ricerche nucleari atomiche degli Stati Uniti. Ma nel 1954 ci fu un vero e proprio processo a Oppenheimer, una specie di caccia alle streghe, quelli erano gli anni del maccartismo, si facevano processi per le attività antiamericane, era il momento giusto per attaccare Oppenheimer su questo fronte. Il processo effettivamente arrivò a una condanna, nel senso che fu deciso che Oppenheimer non doveva più occuparsi di energia atomica e che quindi doveva lasciare il campo a qualcun altro.
Il progetto della bomba all’idrogeno fu in effetti comandato e portato a termine da Teller che poi divenne un po’ il consigliere in seguito per il presidente Reagan di quelle che vennero chiamate le Star Wars, le guerre stellari, ma non quelle del film naturalmente, bensì quelle vere, cioè questo tentativo di produrre da un punto di vista scientifico una specie di scudo nucleare che impedisse ai missili nemici di arrivare. Il progetto poi fallì ma dietro a questo grande progetto c’era sempre questa mente di Teller. Che cosa successe dall’altra parte però? Perché abbiamo detto la bomba atomica doveva essere sviluppata perché c’era il pericolo che i nazisti lo facessero.
I nazisti naturalmente avevano dei geni della fisica, anche loro, in particolare alcuni di quelli che erano stati alle basi della scoperta della fissione dell’uranio, la fissione nucleare, in particolare un signore che si chiamava Otto Hahn, che nel 1938 aveva scoperto questa fissione. C’era Heisenberg, uno dei padri fondatori della meccanica quantistica, insieme a Bohr e a Schrödinger, che prese invece il premio nobel prestissimo nel 1932, ancora giovanissimo, a circa 30 anni. Tutti questi signori erano l’aspetto teorico, la parte teorica delle ricerche atomiche, ma dall’altra parte i tedeschi, i nazisti avevano anche il grande costruttore di missili.
C’era Wernher von Braun, che era una SS, un maggiore delle SS, e che era il costruttore delle famose e famigerate, dal punto di vista degli inglesi ovviamente, perché piovevano sulle loro teste, famigerate V2. E tutti questi personaggi lasciavano temere che se Hitler avesse voluto e potuto fabbricare la bomba atomica, l’avrebbe fatta. E infatti Einstein suggerì al presidente degli Stati Uniti di incominciare le ricerche in America per fare la bomba atomica, proprio per evitare il pericolo nazista.
La cosa era una giustificazione ovviamente più che accettabile, si era in guerra e bisognava vincere, e per vincere bisognava usare i mezzi che forse il nemico avrebbe usato anch’esso. Ma alla fine del 1944, cioè quando la guerra ormai aveva cambiato destino, e i nazisti stavano ormai perdendo, si sapeva che i nazisti non stavano costruendo la bomba, nessuno si fermò allo Salamus. Come mai si sapeva che i nazisti non la stavano costruendo, la famosa bomba atomica? La cosa è avventurosa e interessante, perché alla fine del 1944, i servizi segreti inglesi e americani avevano infiltrato dei loro agenti in Germania, proprio allo scopo di scoprire se era in atto la costruzione di qualche progetto bellico di questo genere, in particolare atomico.
Gli agenti ritornarono dopo aver fatto le loro spiate, tra virgolette, e dissero che effettivamente non c’erano tracce, non c’erano notizie, e quindi era praticamente sicuro che i nazisti non stessero costruendo la bomba. Allora la notizia fu ovviamente diffusa, semplicemente tra gli addetti ai lavori, e arrivò allo Salamus. Gli scienziati che stavano lavorando al progetto furono posti a conoscenza di questo fatto.
In Germania la bomba non si sta costruendo. Che cosa volete fare voi? La cosa interessante, e anche un po’ tragica dal nostro punto di vista, è che uno solo di quegli scienziati decise che allora era venuto meno il motivo principale e primordiale per costruire questa terribile arma, se i nazisti non ce l’avevano, nemmeno gli aliati avrebbero dovuto farla. Rotblat fu considerato come un traditore o una spia, fu radiato ovviamente dal laboratorio di lo Salamus, gli fu impedito, e questo era ovvio, di parlare delle ricerche che aveva fatto in quel luogo in quegli anni, e venne poi a sapere nel 1945, nell’agosto del 45, che la bomba era stata completata e non soltanto completata, ma addirittura usata.
C’erano anche altri scienziati che vennero a sapere esattamente in quei giorni le stesse cose che venne a sapere Rotblat dall’esterno. Erano gli scienziati nazisti, ai quali ho accennato prima, Otto Hahn, Heisenberg e tutto il gruppo, che stava dove? Beh, le avevamo lasciati in Germania, che stavano lavorando ai loro progetti fisici, ma non alla bomba atomica, ma in primavera, nella primavera del 1945, tutti questi scienziati erano stati rapiti. Rapiti dai servizi segreti che di nuovo erano penetrati in Germania, la guerra ormai era sempre più verso il culmine e verso la fine, questi scienziati tedeschi furono portati in Inghilterra e chiusi in un castello, diciamo così, in una villa di campagna, piena di cimici, cimici nel senso informatico, nel senso che erano microfoni posti da tutte le parti nei muri, che registrassero le loro conversazioni.
E sono stati poi pubblicati gli atti di quella che viene chiamata la Operazione Epsilon e sono atti abbastanza agghiaccianti, perché si scopre quando alla radio gli scienziati tedeschi vengono a sapere dell’esplosione delle bombe di Hiroshima e di Nagasaki, la loro incredulità nei confronti di ciò che i loro colleghi occidentali hanno fatto. E loro dicono noi non l’abbiamo fatta la bomba a Hitler e invece loro l’hanno data ai loro governanti. Naturalmente in seguito molti ebbero dei ripensamenti, per esempio Einstein che aveva convinto il Presidente degli Stati Uniti a iniziare le ricerche sulla bomba, ha detto poi in seguito beh se avessi saputo che le cose sarebbero andate così e in particolare che la bomba sarebbe stata usata, naturalmente non l’avrei fatto.
A scusante di Einstein bisogna dire che lui non partecipò alla realizzazione pratica della bomba, si limitò semplicemente appunto a dire al Presidente che sarebbe stata una cosa saggia farla prima dei nazisti, ma anche di questo lui si pentì. Invece chi non si pentì mai fu Truman, il quale quando parlò con alcuni deputati in seguito disse beh era ovvio dopo due miliardi di dollari di finanziamento il congresso voleva vedere che cosa noi avevamo combinato e come questi soldi erano spesi, cioè per lui era semplicemente un progetto di ricerca che doveva consegnare finito, cioè con l’esplosione delle bombe, al congresso. Passarono gli anni e sempre più scienziati incominciarono a pensare che gli armamenti nucleari erano state una cattiva idea, perché si era creato ormai un equilibrio del terrore, agli inizi la bomba ce l’avevano soltanto gli americani ma poco dopo incominciarono ad averla anche i russi naturalmente e ci fu quella che poi venne chiamata in seguito la corsa agli armamenti.
Nel 1955 la situazione della guerra fredda era così gelida che Bertrand Russell e Albert Einstein decisero di fare un manifesto degli scienziati contro l’atomica. In realtà l’idea era stata di Russell il quale aveva scritto una lettera ad Einstein. Einstein gli aveva risposto ma Russell non lo sapeva, stava su un aereo in un giorno del 1955 quando il capitano dell’aereo annunciò ai passeggeri devo darvi una brutta notizia è morto Albert Einstein, che all’epoca era considerato il più grande scienziato vivente.
Russell racconta nella sua autobiografia che dice, ah maledizione gli ho scritto la lettera e non ha potuto firmarla, invece quando poi atterrò dopo qualche giorno la lettera era stata firmata, era arrivata a Russell e fu l’ultimo atto pubblico, l’ultima firma pubblica che Einstein diede e fece a favore della pace e contro gli armamenti. Forte di questo appoggio di Einstein quasi come un testamento spirituale del grande scienziato, Russell decise di fare un congresso degli scienziati contro l’atomica. Voleva fare questo congresso in una zona neutrale ovviamente incominciò a parlare con capi di stato che non erano allineati né con gli Stati Uniti né con l’unione sovietica, in particolare con l’India, ma non trovarono un accordo.
Il finanziere, l’armatore Onassi soffrì da parte sua di fare il congresso a Monte Carlo, ma Russell trovò disdicevole andare a fare un congresso su un argomento così tragico in un luogo come Monte Carlo con i suoi casinò. Allora decisero semplicemente di andare in un luogo che era stato offerto loro in Nuova Scozia, in Canada, e nel 1957 si fece questo primo congresso degli scienziati contro l’atomica. Chi lo presiedette è Rotblatt, colui che abbiamo lasciato nel 1944 trattato come un traditore perché aveva lasciato il laboratorio di Los Alamos dicendo che non voleva più collaborare nel momento in cui era venuto a sapere che i nazisti non facevano la bomba atomica, ora Rotblatt era diventato il portavoce degli scienziati contro l’atomica.
L’associazione Pugwash, che prese il nome dal luogo del primo congresso, divenne importantissima nel periodo della guerra fredda perché gli scienziati sia statunitensi che di oltre cortina appartenevano entrambi in parte a questo movimento e quindi furono loro che incominciarono a parlare dietro le quinte prima che i governanti lo facessero per arrivare ai grandi trattati di non proliferazione nucleare che furono fatti prima dai presidenti Nixon e Brezhnev e poi in seguito dai presidenti Reagan e Gorbachev. Nel 1995, 40 anni esatti dopo lo scoppio delle bombe di Hiroshima e Nagasaki, il premio Nobel per la pace fu suddiviso dal movimento Pugwash in generale e da Rotblatt in particolare come suo segretario e in questo modo la Fondazione Nobel volle sottolineare che stava dalla parte ovviamente degli scienziati che stavano contro l’atomica e non dalla parte dei guerra fondai che invece l’avevano costruita. Rotblatt morì dieci anni dopo, a 96 anni, Bertrand Russell da parte sua era morto nel 1970 a 98 anni, forse possiamo dire che il pacifismo provoca la longevità di coloro che lo professano.