Karl Jaspers | Sulla colpa metafisica dei tedeschi (e degli ebrei)
Karl Jaspers ha parlato di “colpa metafisica” del popolo tedesco per essere sopravvissuto alla barbarie nazista e soprattutto per aver permesso la persecuzione degli ebrei. E’ la stessa colpa che oggi deve essere imputata a tutti quegli ebrei (e più in generale a tutti coloro) che non lottano contro la barbarie sionista e permettono la persecuzione del popolo palestinese.
«C’è tra gli uomini come tali una solidarietà la quale fa sì che ciascuno sia in un certo senso corresponsabile per tutte le ingiustizie e i torti che si verificano nel mondo, specialmente per quei delitti che hanno luogo in sua presenza o con la sua consapevolezza. Quando uno non fa tutto il possibile per impedirli diventa anche lui colpevole. Chi non ha messo a repentaglio la propria vita per impedire il massacro degli altri, ma è rimasto lì senza fare nulla, si sente anche lui colpevole, in un senso che non può essere adeguatamente compreso da un punto di vista giuridico, politico o morale. Il fatto che uno è ancora in vita, quando sono accadute cose di tal genere, costituisce per lui una colpa incancellabile […]. Ciò che costituisce l’essenza della nostra natura è quell’impulso incondizionato esistente tra uomini, per cui, dove vengono inflitte delle atrocità a uno o a un altro, o dove si tratta di dividere delle condizioni materiali di vita, si vuole che si viva insieme o che non si viva affatto
Karl Jaspers, Die Schuldfrage, Schneider, Heidelberg 1946; trad. it. di Andrea Pinotti, La questione della colpa. Sulla responsabilità politica della Germania, Raffaello Cortina, Milano 1996, pp. 22-23). Cit. in Frantz Fanon, Pelle nera, maschere bianche, ETS, Pisa.