Antiper | Il nazionalismo ucraino è fascista?
Una delle argomentazioni più ricorrenti che vengono utilizzate per confutare la caratterizzazione in senso ultra-reazionario dell’attuale assetto politico dominante in Ucraina consiste nel mostrare come le due principali organizzazioni neo-naziste ucraine – Pravy Sektor e Svoboda – abbiano raccolto nelle due ultime tornate elettorali presidenziali un consenso molto limitato, intorno al 2% nel 2014 [1] (e grosso modo lo stesso anche nel 2019 [2]).
Si tratta di un’argomentazione apparentemente convincente che tuttavia non coglie il punto della questione; e il punto della questione non è costituito dal consenso elettorale delle organizzazioni neo-naziste, ma piuttosto dal ruolo che esse hanno svolto nel contesto dell’Euromaidan – diciamo pure, del colpo di stato del 2014 – e in quello della repressione delle regioni ribelli del Donbass.
Non solo, il problema del carattere fascista del nazionalismo ucraino va molto al di là delle organizzazioni che si richiamano esplicitamente al nazismo e chiama in causa l’intera storia novecentesca di quel paese.
La differenza tra ruolo storico e consenso elettorale del fascismo è qualcosa che emerge nitidamente proprio dall’esperienza del fascismo italiano.
Nel 1922 ricorre il centesimo anniversario della cosiddetta “marcia su Roma” che la narrazione fascista considera come l’atto che conduce il fascismo al potere. In realtà l’atto che conduce Benito Mussolini al potere è una deliberazione del blocco storico anti-comunista e anti-proletario formato da industriali, agrari e banchieri da un lato e da monarchia, liberali, nazionalisti e cattolici dall’altro, tutti uniti, contro il pericolo sovietico, dopo la grande paura del “biennio rosso”.
Nel 1922, infatti, il fascismo italiano non è minimamente in grado di impensierire il potere statale e la prova di forza della “marcia su Roma” è in realtà un mezzo fallimento nel quale gli atti di violenza contro gli antifascisti sono possibili solo grazie alla connivenza e alla protezione dello Stato e della polizia.
Alle elezioni dell’anno precedente (maggio 1921) i fascisti hanno conseguito un risultato disastroso ed entrano in Parlamento solo grazie alla presentazione dei propri candidati all’interno del listone di Giolitti, i “blocchi nazionali”. Nonostante questo il Re affida a Mussolini l’incarico di formare un Governo di coalizione nel quale sono presenti ministri fascisti e ministri cattolici, liberali, militari (a dimostrazione che il liberalismo non esita mai a ricorrere al fascismo quando non è più in grado di tenere sotto controllo le tensioni sociali).
L’importanza dei fascisti nei primi anni ’20 non risiede nel loro consenso elettorale, ma nel fatto di essere un movimento para-militare sostenuto dagli industriali e dagli agrari, protetto dallo Stato monarchico, a cui è affidato il compito di svolgere un lavoro sporco di repressione contro i lavoratori che non può essere svolto direttamente dallo Stato; questa non solo non è una novità, ma è la regola: i fascisti sono sempre il braccio armato del capitale nelle situazioni di crisi, ma solo in determinate circostanze storiche diventano anche forza di governo.
Il compito delle organizzazioni fasciste che hanno operato nel movimento Euromaidan era quello di determinare una violenta radicalizzazione in funzione anti-russa e anti-comunista dell’Ucraina e questo compito è stato perseguito attraverso decine di assassinii (peraltro rimasti tutti impuniti); questa radicalizzazione era necessaria perché la “rivoluzione colorata” del 2004 – la cosidetta “rivoluzione arancione” – era riuscita a imporre il proprio candidato – Juschenko– con uno scarto non molto grande (52% contro il 44% di Janukovych, che poi vincerà la elezioni nel 2010. Si osservi come Janukovych venga generalmente presentato come un presidente filo-russo, ma se questo è vero allora vuol dire che la metà degli ucraini nel 2005 e la maggioranza nel 2010 era filo-russa (il che invece costituisce una notevole semplificazione).
Il colpo di Stato, le violenze fasciste, l’appoggio esplicito degli USA, la costruzione della simpatia per l’Euromaidan (alla quale hanno concorso incredibilmente anche settori dell’asin/istra liberal-antagonista) sono tutti elementi che, pur nella loro eterogeneità, hanno permesso la radicalizzazione desiderata e l’ulteriore sviluppo dell’odio anti-russo, alimentato anche attraverso stragi come quella di Odessa nel maggio del 2014.
Quale sia stato il ruolo dei neo-nazisti in quella fase ce lo dice un giornale di fermissima fede atlantica
“Ed è tornata più che mai alla ribalta oggi che gli ultranazionalisti neoNazisti e russofobi di Svoboda (Libertà)e di Pravy Sektor (Right Sector, Settore Destro o Ala Destra), dopo aver guidato la protesta di Maidan hanno conquistato ruoli di primissimo piano nel nuovo governo e controllano Forze Armate, Polizia, Giustizia e Sicurezza Nazionale” [3]
Dopo il colpo di stato del 2014 Poroshenko, già ministro con Julija Tymoshenko, vince le elezioni e diventa Presidente; si forma un governo in cui alcuni ministeri chiave vengono affidati direttamente o indirettamente agli alleati neo-nazisti. Ma l’opera di nazificazione non si ferma a questo.
Per indebolire l’opposizione, nel 2015 vengono messi fuori legge i partiti comunisti
“L’esclusione dei comunisti dalla vita politica del paese è stata annunciata dal ministro della Giustizia, Pavlo Petrenko, che ha siglato tre decreti per bandire i tre partiti di matrice comunista: il partito comunista d’Ucraina (la principale forza politica di estrema sinistra), il partito comunista rinnovato e il partito comunista dei lavoratori e dei contadini” [4]
E mentre i comunisti vengono illegalizzati i criminali nazisti ucraini che appoggiarono il Terzo Reich vengono trasformati in eroi
“Nel marzo 2019 il Presidente ucraino Petro Poroshenko ha ufficialmente riconosciuto ai volontari dell’Esercito Insurrezionale Ucraino lo status di veterani di guerra, al pari dei veterani dell’Armata Rossa” [5]
Si tratta della completa riabilitazione istituzionale del nazismo ucraino.
Si ricordi come l’Esercito Insurrezionale Ucraino, corresponsabile della morte di milioni di persone nella seconda guerra mondiale, fosse guidato dal criminale genocida nazista Stepan Bandera (meritevolmente raggiunto dal giusto castigo nel 1959, mentre veniva tranquillamente protetto dalla Germania post-nazista) il quale era già stato riabilitato come eroe nazionale nel 2010 dall’erede della “rivoluzione arancione” tanto amata in Occidente, Viktor Juschenko, e poi giustamente de-riabilitato da Janukovych.
Il successore di Porošenko, Zelenskj, ha mantenuto il Battaglione neo-nazista “Azov” nei ranghi dell’esercito ucraino, non ha revocato lo status dell’EIU e non ha fatto nulla contro i responsabili del massacro di Odessa che hanno continuato ad agire indisturbati; dunque, ha confermato di fatto le scelte del Governo precedente che peraltro trovano consenso molto più di quanto non dicano i voti alle formazioni para-militari; il fatto che persino i genocidi perpetrati dai nazisti ucraini contro l’URSS, gli ebrei e la stessa popolazione ucraina vengano rispolverati in senso anti-russo mostra che il progetto, in corso da anni e spalleggiato dalla NATO, di sviluppare un vasto sentimento nazi-nazionalista in Ucraina e di far crescere la tensione con la Russia sta dando i suoi frutti; ribadiamolo: aldilà dei voti delle formazioni para-militari.
Se questo avviene non è certo per caso. In una prossima occasione varrà la pena ripercorrere la storia novecentesca dell’Ucraina per mostrare come il nazionalismo ucraino sia stato sempre reazionario o addirittura fascista e come il tema della de-nazificazione sia un tema reale (sebbene usato da Putin solo in modo propagandistico e russo-patriottico). Ma l’attuale Governo non ha fatto nulla per de-nazificare l’Ucraina; al contrario ha rincarato la dose aumentando a dismisura le operazioni di provocazione, anche militare, nei confronti della Russia [6].
Note
[1] Wikipedia, Elezioni presidenziali in Ucraina del 2014 (link)
[2] Wikipedia, Elezioni parlamentari in Ucraina del 2019 (link)
[3] Ucraina: se il nuovo corso filo-Occidente include l’ultradestra neo-Nazista, in «La Stampa», 22 maggio 2014 (link)
[4] L’Ucraina mette fuori legge il partito comunista, in «Il sole 24 ore», 24 maggio 2015 (link).
[5] Wikipedia, Stepan Bandera.
[6] NATO: l’Ucraina chiede misure di deterrenza contro la Russia, in «Sicurezza Internazionale», 1 dicembre 2021 (link)