Marco Riformetti | Fine della democrazia?
Da Marco Riformetti, Lenin e la filosofia politica di Stato e rivoluzione, Tesi di laurea in filosofia, Pisa, 2017
Per porre la questione della democrazia o, meglio ancora, per porre la questione di come Lenin pone la questione della democrazia dovremmo anzitutto porre la questione di come viene usato e a cosa venga riferito usualmente il termine “democrazia”; porre la questione, ad esempio, se possa dirsi democratica una società in cui solo il 15-20% della popolazione (i maschi adulti-cittadini-residenti) gode del diritto di partecipare alla vita politico-istituzionale (con donne, schiavi e immigrati privati dei diritti politici); oppure, se possa dirsi democratica una società in cui il suffragio è sì universale, ma in cui i mezzi materiali e intellettuali per la formazione del consenso sono concentrati nelle mani di pochissime persone. E poi provare ad analizzare il punto di vista di Lenin.
“anche la democrazia è uno Stato e […] anch’essa, quindi, scompare quando scompare lo Stato. Solo la rivoluzione può «sopprimere» lo Stato borghese. Lo Stato in generale, cioè la democrazia più completa, non può che «estinguersi»” [1]
Per Lenin, dunque, il fine della Democrazia dovrebbe essere quello di realizzare la Fine della Democrazia, la sua auto-soppressione come “forma di Stato” e la nascita di una comunità formata da uomini liberi – Marx dice “libere individualità sociali” [2] – sia dal punto di vista formale che dal punto di vista sostanziale. La democrazia non è dunque un fine, ma solo un mezzo o una fase transitoria.
Note
[1] Lenin [25]. Si osservi come qui Lenin definisca lo “Stato in generale” – ovvero lo Stato che ha perso ogni connotato di classe ed è diventato organo puramente “amministrativo” – come “la democrazia più completa”.
[2] Cfr. Marx [1969].