Marco Riformetti | Quello che si estingue è lo Stato socialista
Da Marco Riformetti, Lenin e la filosofia politica di Stato e rivoluzione, Tesi di laurea in filosofia, Pisa, 2017
Come è noto il tema dell’estinzione dello Stato viene sollevato da Friedrich Engels in contrapposizione alla tesi anarchica dell’abolizione dello Stato
“«Non appena non ci saranno più classi sociali da mantenere nell’oppressione, non appena, con l’eliminazione del dominio di classe e della lotta per l’esistenza individuale fondata sull’anarchia della produzione sinora esistente, saranno eliminati anche le collisioni e gli eccessi che sorgono da tutto ciò, non ci sarà da reprimere più niente di ciò che rendeva necessaria una forza repressiva particolare, uno Stato»”
“«Al posto del governo sulle persone appare l’amministrazione delle cose e la direzione dei processi produttivi. Lo Stato non viene “abolito”: esso si estingue»” [36]
Quella che per gli anarchici è un’azione da compiere, per Engels è un processo da svolgere, un processo tutt’altro che lineare e che si realizza lungo una strada disseminata di lotte e di rotture rivoluzionarie, la prima delle quali è appunto quella socialista durante la quale il potere politico passa dalla borghesia al proletariato, dalla minoranza alla maggioranza
“…Engels parla qui di «soppressione» dello Stato della borghesia per opera della rivoluzione proletaria, mentre ciò ch’egli dice sulla estinzione dello Stato riguarda i resti dello Stato proletario che sussisteranno dopo la rivoluzione socialista. Lo Stato borghese, secondo Engels, non «si estingue»; esso viene «soppresso» dal proletariato nel corso della rivoluzione. Ciò che si estingue dopo questa rivoluzione, è lo Stato proletario o semi-Stato.” [37]
Abbiamo quindi una dialettica di abolizione-estinzione che riguarda due diversi tipi di Stato e dalla quale si deve ricavare che lo Stato socialista non può essere abolito. In realtà, come vedremo, Lenin non sembra molto convinto neppure dell’abolizione dello Stato borghese dal momento che scrive, proprio in Stato e rivoluzione una cosa di questo tipo
“Ne consegue che in regime comunista sussistono, per un certo tempo, non solo il diritto borghese ma anche lo Stato borghese, senza borghesia!” [38]
Il punto fondamentale della polemica di Marx contro gli anarchici consiste appunto nel fatto che per tutta una fase lo Stato continuerà a sussistere perché necessario alla difesa del potere rivoluzionario e comunque espressione di un dualismo di poteri (principalmente politico del proletariato, principalmente economico della borghesia) ineliminabile nella fase di transizione
“E’ contro questa «abolizione» dello Stato – e solo contro questa – che Marx si levava nella sua polemica contro gli anarchici! Non contro l’idea che lo Stato scompare con la scomparsa delle classi, o sarà abolito con la abolizione delle classi, ma contro la rinuncia degli operai a fare uso delle armi, della violenza organizzata, vale a dire dello Stato, che deve servire a «schiacciare la resistenza della classe borghese»” [39]
La Rivoluzione socialista ha mostrato nella pratica la validità di questa impostazione; dopo l’Ottobre, truppe provenienti da 14 paesi invasero il territorio sovietico e assieme alle forze interne ostili alla rivoluzione scatenarono una guerra civile che durò 4 anni e impose un tributo altissimo al popolo russo (e in particolare ai comunisti che in migliaia persero la vita per combattere nella guerra civile). Se lo Stato fosse stato “abolito” quale esercito avrebbe difeso la rivoluzione? E fintanto che esistono eserciti, siano essi pure rossi o popolari, si può dire che uno Stato è stato davvero abolito?
Note
[36] Cit. Friedrich Engels in Lenin [25], pag. 374.
[37] Lenin [25].
[38] Lenin [25], pag. 442. Forse, tra l’altro, Lenin avrebbe voluto scrivere “in regime socialista”.
[39] Lenin [25], Pag. 410.