Giulia Iacometti | L’Antropocene e la Grande Accelerazione
Tratto da Etica e politica nell’Antropocene (a partire dal contributo di Jason W. Moore), Tesi di laurea in filosofia, Pisa, 2018, PDF, 72 pagine.
Quello di Antropocene è un concetto che si muove a cavallo tra geologia, filosofia, storia.
“Portato alla ribalta della comunità scientifica dal Nobel per la chimica Paul Crutzen nel 2000 [39], e indicante la supposta era geologica, successiva all’Olocene, in cui l’uomo sarebbe diventato il principale fattore di trasformazione e corruzione delle condizioni ambientali terrestri, l’Antropocene ha conosciuto negli ultimi anni una grande e proficua diffusione soprattutto nelle scienze sociali e in filosofia. Una diffusione sicuramente maggiore rispetto a quella sviluppatasi all’interno della comunità dei geologi, dove per quanto dibattuta, tale nozione non è stata ancora validata, poiché determinare un’epoca geologica richiede metodologie specifiche, analisi globali e su di una scala temporale diversa da quelle proposte dagli scienziati ambientali come Crutzen o dagli storici come Chakrabarty (2009)” [40]
In realtà, come ricordano Crutzen e Stoermer, è da oltre un secolo che si dibatte in merito all’influenza umana sulla geosfera. Il fatto è che oggi questa influenza sembra essere cresciuta ad un punto tale che è diventato impossibile considerarla solo una tra le tante
“Considerando questi e molti altri importanti (e ancora crescenti) impatti delle attività umane sulla terra e sull’atmosfera […], ci sembra più che appropriato enfatizzare il ruolo centrale dell’umanità in geologia ed ecologia proponendo di utilizzare il termine “antropocene” per l’epoca geologica attuale. L’impatto delle attuali attività umane continuerà per lungo tempo. Secondo uno studio di Berger e Loutre, a causa delle emissioni antropogeniche di CO2, il clima potrebbe discostarsi significativamente dal comportamento naturale nei prossimi 50.000 anni” [41]
I dati mostrano che è in atto una “Grande Accelerazione” [42] sui cui possibili esiti non possiamo non interrogarci; tuttavia, bisogna sempre tenere conto che per quanto grande possa sembrarci l’impatto della “natura umana”, esso non può mai essere grande quanto quello della “natura extra-umana” (con i suoi asteroidi [43] o i suoi eventi iper-“catastrofici” [44] o anche solo la sua capacità di produrre straordinarie evoluzioni nel corso dei suoi lunghissimi tempi). Tuttavia, ciò che potrebbe essere relativamente distruttivo per la natura in generale può essere estremamente distruttivo per la natura umana in particolare ed è per questa ragione che la riflessione sull’Antropocene si è sviluppata in modo molto ampio, ben al di là dei confini della geologia.
Note
[39] Sebbene il termine fosse già stato utilizzato dal biologo Eugene Stoermer negli anni ’70, è solo con la proposta che Crutzen e lo stesso Stoermer fecero durante una riunione dell’International Geosphere-Biosphere Program (IGBP) nel 2000 che il termine divenne popolare. Cfr. Pearce 2007. Per una ricognizione del termine cfr. Steffen, P.J. Crutzen, J.R. McNeill 2007; Crutzen 2005 (Nota di Paolo Vignola).
[40] P. Vignola, Antropocene e geofilosofia. Una lettura selvaggia della differenza, in La Deleuziana – Rivista online di filosofia, n.4/2016, Geopotere: una strato-analisi dell’antropocene
[41] P. J. Crutzen, E. F. Stoermer, The “Anthropocene”, in IGBP Global Change Newsletter, n.41, 2000, pag.17: “Considering these and many other major and still growing impacts of human activities on earth and atmosphere, and at all, including global, scales, it seems to us more than appropriate to emphasize the central role of mankind in geology and ecology by proposing to use the term “anthropocene” for the current geological epoch. The impacts of current human activities will continue over long periods. According to a study by Berger and Loutre, because of the anthropogenic emissions of CO2, climate may depart significantly from natural behaviour over the next 50,000 years”.
[42] Cfr, International Geosphere-Biosphere Programme, Great Acceleration, 2015.
[43] 66 milioni di anni fa: l’estinzione dei dinosauri e di gran parte della vita sulla Terra, Focus, 6 luglio 2016.
[44] H. J. Hoffman, L’estinzione del Permiano: quando la vita sulla Terra rischiò di scomparire. 250 milioni d’anni fa un evento misterioso uccise il 90% delle specie terrestri. Meno del 5% delle specie viventi nei mari si salvarono. Sulla terraferma, solo un terzo degli animali di grandi dimensioni scamparono al disastro, National Geographic Italia online.