Antiper | Nei tempi oscuri. Incontro con Bertolt Brecht
L’arte nella guerra
Ciclo di incontri dedicati ad artisti contro la guerra
Nei tempi oscuri
Incontro con Bertolt BRECHT
I prossimi incontri saranno dedicati a Vladimir MAJAKOVSKIJ e Pierpaolo PASOLINI
18 febbraio 2017 | ore 19
Via Tommaseo 49, La Spezia (SP)
LIBRERIA LIBeRITUTTI
Reading di poesie, proiezione di video, musica, fotografie, storie…
A seguire piccolo buffet per scambiare idee e commenti…
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Il 19 novembre 2016 è iniziata la rassegna dal titolo L’arte nella guerra. Ciclo di incontri dedicati ad artisti contro la guerra. Ogni appuntamento è attraversato dalla lettura di poesie, dalla proiezione di video, dall’ascolto di musica, dalla visione di fotografie, dal racconto di storie e in ogni appuntamento incontreremo un autore che ha alzato la voce contro la guerra. Artisti straordinari come Pablo Neruda, Bertold Brecht, Vladimir Majakovsij, Pier Paolo Pasolini, Nazim Hikmet…
Abbiamo scelto come tema quello della guerra perché la guerra è stata presente in ogni epoca, in ogni luogo ed è, ancora oggi, di fronte a noi, assai più come realtà che come semplice minaccia. Contro la guerra noi tutti siamo chiamati a prendere la parola come hanno fatto gli artisti che “incontreremo”. E in effetti, trattare questo tema attraverso le opere di questi artisti è anche un piccolo modo di resistere, di imparare dal passato, di ascoltare voci imponenti che non hanno taciuto, di creare un terreno su cui confrontarsi.
Ma la guerra non è solo quella delle bombe che uccidono ogni giorno tanti esseri umani per gli interessi dei potenti del mondo. “Guerra” può essere anche, ribaltando e capovolgendo la prospettiva, quella che dobbiamo condurre quotidianamente contro le logiche che producono la guerra. Una guerra che diventa dunque Resistenza: resistenza contro una società che ci rende “automi” e “atomi”, particelle impazzite che hanno perso il senso della propria vita; resistenza allo sfruttamento sul posto di lavoro, resistenza a relazioni sempre più mercificate, resistenza all’omologazione del nostro pensare e del nostro sentire.
Bertolt Brecht è figlio della guerra: in un periodo storico attraversato da grandi eventi bellici ha rappresentato, parlato, discusso della guerra schierandosi contro essa.
La sua voce si è levata inconfondibile e senza ambiguità contro gli orrori del XX secolo: non ha raccontato le brutture o le violenze al solo fine di provocare un senso di pietà o di terrore nel suo pubblico. Ha creato un nuovo teatro per un nuovo spettatore, una nuova poesia per un nuovo lettore che non si immedesimasse nelle vicende narrate, ma che da esse “prendesse le distanze” attraverso uno straniamento per analizzarle nella loro essenza e, superando le reazioni emotive, i sentimentalismi, le fragilità… fosse capace di agire, con la freddezza di un chirurgo, sul corpo dilaniato dell’umanità in guerra.
L’obiettivo del drammaturgo tedesco è quello di comprendere ed essere consapevoli delle vicende di cui si è testimoni per trasformarsi, volendo, in protagonisti. Brecht vuole provocare una reazione, agendo sempre sulla ragione e mai sul sentimento, stimolando un pensiero critico che aspira a riversarsi impetuoso nella realtà che per paura, sconforto o debolezza viene vissuta dietro le quinte.
Brecht incita sempre al ragionamento, non si accontenta di smascherare e puntare il dito sui colpevoli. Egli vuole di più, vuole andare alla radice dell’umanità che egli difende dall’accusa di essere brutale “per natura” e ricorda che ci sono delle cause ben precise che producono ciò che vi è di brutale. E se una soluzione pare difficile da individuare chiede che se ne sia coscienti.
Brecht ha saputo descrivere la tragicità del momento storico con arguzia, intelligenza, ironia, ora usando la satira, ora il grottesco e l’allegoria il tutto per trasmettere con coraggio il suo potentissimo messaggio:
“[…] ma fra gli oppressi molti ora dicono:
ciò che vogliamo, non verrà mai.
Chi è ancora vivo, non dica: mai!
Il certo non è certo.
Così com’è, non rimarrà.
Quando avran parlato i dominanti
Toccherà parlare ai dominati.
Chi osa dire: mai?
Da chi dipende se dura l’oppressione? Da noi.
Da chi dipende se viene infranta? Sempre da noi.
Chi fu abbattuto, si rialzi!
Chi è perduto, combatta!
Chi ha conosciuto la sua condizione, come si potrà trattenerlo?
Perché i vinti di oggi sono i vincitori di domani
E il mai si muta in: oggi stesso!”
da Elogio della dialettica
Collegamenti
Bertolt Brecht | Teatro | Voll. [1] [2] [3] [4] | (a cura di Emilio Castellani)
Bertolt Brecht al Piccolo Teatro
Bertolt Brecht | L’analfabeta politico
Bertolt Brecht | La canzone del nemico di classe (1933)
Bertolt Brecht | Elogio del comunismo (da Lotta di classe)