Emilio Sereni | Il metodo scientificamente corretto
“Marx sviluppa, nel ‘Capitale’, tutta l’analisi delle strutture vieppiú complesse di una società mercantile e capitalistica, da quella della ‘forma di valore semplice’ a quella della ‘forma relativa’ (nella quale la struttura già si arricchisce in senso quantitativo e numerico, oltre che qualitativo) (50), a quella della ‘forma equivalente’ ed a quella della ‘forma generale’ (…) e poi, con un salto qualitativo (…), a quella del ‘processo’ di ‘circolazione mercantile mediato dal denaro’ (M-D-M), sino a quella del processo della ‘circolazione del denaro stesso’ (D-M-D), che apre finalmente la via alla ‘genesi’ (oltre che all’analisi, beninteso) delle strutture più propriamente esclusive della società ‘capitalistica’.
Ci si potrà obiettare, beninteso, che questa analisi delle strutture della società capitalistica, dalle più elementari alle più complesse, condotta da Marx, nel ‘Capitale’, con un metodo rigorosamente ‘deduttivo ed assiomatico’, e con una minuzia che può risultar talora, di primo acchito, persino fastidiosa, presuppone pur sempre quell’enorme lavoro di ricerca, e di astrazione ‘induttiva’, che nel già citato esordio del ‘Capitale’ stesso trova già, in certo qual modo, la pregnante conclusione e il compendio: e che, d’altronde, nel quadro dei frequenti ‘excursus’ storici, ed altri, anche nel corso della susseguente esposizione sempre di nuovo interviene, ai fini dell’illustrazione e del ‘controllo’ dei risultati dell’analisi e della costruzione marxiana.
E certo, a proposito della costruzione assiomatica del ‘Capitale’, come d’altronde a proposito di quella delle moderne matematiche, solo delle interpretazioni e delle distorsioni di tipo idealistico possono ‘assolutizzare’ il metodo assiomatico stesso, distaccandolo – in quanto metodo puramente logico-formale, quale esso effettivamente è – da ogni legame con la realtà della pratica umana associata: che con la sua esperienza e con le sue pratiche esigenze prepotentemente interviene, invece, nella ‘fondazione’ stessa di ogni teoria: con la scelta, non foss’altro, degli assiomi e delle teorie formali da sviluppare, a preferenza di altre, che ‘non interessano’ quell’esperienza e quella pratica. Non certo costruzione ‘a priori’, dunque. Ma Marx stesso ci ha posti in guardia, a più riprese, contro i pericoli dello scambiare il metodo della ricerca, dell’indagine, con quello, invece, dell’esposizione e della spiegazione scientifica: che è quello del passaggio dal semplice, e più astratto, al complesso, e più concreto. E proprio a proposito della scienza economica, in particolare, egli scriveva, in un passo famoso:
“Quest’ultimo è, chiaramente, il metodo scientificamente corretto. Il concreto è concreto perché è sintesi di molte determinazioni, quindi, unità del molteplice. Per questo, esso apparve nel pensiero come processo di sintesi, come risultato e non come punto di partenza, sebbene esso sia il punto di partenza effettivo, e perciò anche il punto di partenza dell’intuizione e della rappresentazione. Per la prima via, la rappresentazione piena viene volatilizzata ad astratta determinazione; per la seconda, le determinazioni astratte conducono alla riproduzione del concreto nel cammino del pensiero. E’ per questo che Hegel cadde nell’illusione di concepire il reale come risultato del pensiero che, partendo da se stesso, si riassume e si approfondisce in se stesso, mentre il metodo di salire dall’astratto al concreto è solo il modo in cui il pensiero si appropria il concreto, lo riproduce come un che di spiritualmente concreto. Ma mai e poi mai il processo di formazione del concreto stesso” (51)”.
“‘Solo’ il modo in cui il pensiero si appropria il concreto, lo riproduce come un che di spiritualmente concreto”, e cioè come una concreta ‘conoscenza scientifica’ (…)”
[Emilio Sereni, Assiomatica struttura e metodo nel Capitale, Critica marxista, Roma, n° 1 gennaio-febbraio 1968]
Da http://www.marx-karl.com/
Note
(50) Cfr. K. Marx, Il Capitale, v. I, libro I. Prima sezione, cap. 1,3. A, 2, b, p. 85: “Determinatezza quantitativa della forma relativa di valore”;
(51) K. Marx, “Introduzione” a ‘Per la critica dell’economia politica’, in Karl Marx, Friedrich Engels, Opere scelte, Roma, 1966, p. 731