Salim Lamrani | 50 verità sulla Rivoluzione Cubana
Simbolo del desiderio d’indipendenza dell’America Latina e del Terzo Mondo, la Rivoluzione Cubana ha segnato la storia del XX secolo.
1. Il trionfo della Rivoluzione Cubana il 1 di gennaio del 1959 è l’avvenimento più rilevante della storia dell’America Latina del XX secolo.
2. Le radici della Rivoluzione Cubana risalgono al XIX secolo e alle guerre d’indipendenza.
3. Durante la prima guerra d’indipendenza, dal 1868 al 1878, l’esercito spagnolo sconfisse gli insurretti cubani, fiaccati da profonde divisioni interne. Gli Stati Uniti offrirono il proprio appoggio alla Spagna vendendole le armi più moderne e si opposero agli indipendentisti perseguitando gli esiliati cubani che cercavano di apportare il proprio contributo alla lotta armata. Il 29 ottobre 1872, il segretario di Stato Hamilton Fish rese partecipe Sickles, all’epoca ambasciatore statunitense a Madrid, dei propri “desideri di successo per la Spagna nella repressione della ribellione”. Washington, contrario all’indipendenza di Cuba, desiderava impossessarsi dell’isola.
4. Cuba è effettivamente una delle più antiche inquietudini della politica estera degli USA. Nel 1805 Thomas Jefferson indicò l’importanza dell’isola, sottolineando che “il suo possesso [era] necessario per assicurare la difesa della Louisiana e della Florida in quanto [era] la chiave del Golfo del Messico. Per gli Stati Uniti la conquista sarebbe facile”. Nel 1823, John Quincy Adams, all’epoca Segretario di Stato e futuro presidente degli USA, riprese il tema dell’annessione di Cuba ed elaboro’ la teoria della “frutta matura”: “Cuba, privata con la forza del proprio legame naturalizzato con la Spagna ed incapace di sopravvivere per conto suo, dovrà necessariamente gravitare attorno all’Unione nordamericana e unicamente attorno ad essa”. Così, durante il XIX secolo, gli USA cercarono sei volte di comprare Cuba alla Spagna.
5. Durante la seconda guerra d’indipendenza, tra il 1895 e il 1898, i rivoluzionari cubani, uniti attorno al proprio lider José Martí, dovettero far fronte un’altra volta all’ostilità degli USA che offrì il proprio sostegno alla Spagna vendendole armi e arrestando gli esiliati cubani che cercavano di appoggiare gli indipendentisti.
6. José Martí, in una lettera profetica al suo amico Gonzalo de Quesada scritta il 14 dicembre 1889, mise in guardia sulla possibilità di un intervento statunitense: “Sulla nostra terra, Gonzalo, grava un altro piano più tenebroso […]: il diabolico piano di forzare l’isola, di farla piombare nella guerra per avere il pretesto per intervenirvi e con il credito di mediatore e garante, tenersela per se”.
7. Nel 1898, nonostante la propria superiorità materiale, la Spagna si trovava sull’orlo di un abisso, sconfitta sul campo di battaglia dagli indipendentisti cubani. In una lettera al Presidente statunitense William McKinley, datata 9 marzo 1898, l’ambasciatore Woodford, in servizio a Madrid, affermò che “la sconfitta” della Spagna era “certa”. “[Gli Spagnoli] sanno che Cuba è persa”. A suo parere, “se gli Stati Uniti vogliono Cuba, devono ottenerla conquistandola”.
8. Nell’aprile del 1898, in seguito all’esplosione misteriosa della nave da guerra statunitense The Maine nella baia dell’Habana, il Presidente McKinley sollecitò l’autorizzazione del Congresso per intervenire militarmente a Cuba e impedire che l’isola ottenesse la sua indipendenza.
9. Vari membri del congresso denunciarono una guerra di conquista. John W. Daniel, senatore democratico della Virginia, accusò il Governo di intervenire per evitare una sconfitta agli Spagnoli: “Nel momento in cui è arrivata l’ora più favorevole ad un esito rivoluzionario e la più sfavorevole per la Spagna, […] si esige che il Congresso degli Stati Uniti consegni l’esercito degli Stati Uniti nelle mani del Presidente al fine di imporre con la forza un armistizio alle due parti, nonostante una di esse abbia già deposto le armi”.
10. In tre mesi gli Stati Uniti presero il controllo del paese. Nel dicembre del 1898, gli Stati Uniti e la Spagna firmarono un trattato di pace a Parigi senza una rappresentanza dei cubani, distruggendo così il loro sogno d’indipendenza.
11. Dal 1898 al 1902, gli Stati Uniti occuparono Cuba e obbligarono l’Assemblea Costituente ad integrare l’emendamento Platt nella nuova Costituzione, a pena di prolungare l’occupazione militare.
12. L’emendamento Platt proibiva a Cuba di firmare qualsiasi accordo con un paese terzo o contrarre debiti con un’altra nazione. Dava, inoltre, diritto agli Stati Uniti di interferire in qualsiasi momento negli affari interni di Cuba e obbligava l’isola a affittare indefinitamente a Washington la base navale di Guantánamo.
13. In una lettera del 1901, il generale Wood, all’epoca governatore militare di Cuba, si rallegrava col Presidente McKinley: “Di sicuro c’è poca o nessuna indipendenza per Cuba sotto l’emendamento Platt e l’unica cosa importante ora è cercare l’annessione”.
14. Dal 1902 al 1958, Cuba detenne lo status di repubblica neocoloniale, politicamente ed economicamente dipendente, nonostante l’abrogazione dell’emendamento Platt nel 1934, ormai obsoleto.
15. Gli Stati Uniti intervennero militarmente a Cuba nel 1906, 1912, 1917 e 1933 dopo la caduta del dittatore Gerardo Machado, ogni volta che un movimento rivoluzionario minacciasse lo status quo.
16. La Rivoluzione del 1933, innescata da Antonio Guiteras, fu frustrata dal tradimento de un sergente di nome Fulgencio Batista, che divenne generale e collaborò con l’ambasciata degli Stati Uniti per mantenere l’ordine costituito. Diresse il paese dietro le quinte fino alla sua elezione a Presidente nel 1940.
17. In seguito alle presidenze di Ramón Grau San Martín (1944-1948) e Carlos Prío Socarrás (1948-1952), incancrenite da violenza e corruzione, il 10 marzo 1952, Fulgencio Batista pose fine all’ordine costituzionale orchestrando un colpo di Stato militare.
18. Il 26 luglio 1953, un giovane avvocato di nome Fidel Castro, membro del Partito Ortodosso fondato da Eduardo Chibás, si mise alla testa di una spedizione di 131 uomini e attaccò la caserma di Moncada nella città di Santiago, seconda fortezza militare del paese e la caserma Carlos Manuel de Céspedes nella città di Bayamo. L’obiettivo era prendere il controllo della città – fulcro storico di tutte le rivoluzioni – e lanciare un appello alla ribellione in tutto il paese per rovesciare il dittatore Batista.
19. L’operazione fu un disastro e numerosi combattenti – 55 in tutto – furono assassinati dopo essere stati brutalmente torturati dall’esercito. In effetti, solo sei di loro morirono in combattimento. Alcuni riuscirono a scappare grazie all’appoggio della popolazione.
20. Fidel Castro, catturato alcuni giorni dopo, ebbe salva la vita grazie al sergente Pedro Sarría, il quale si rifiutò di eseguire l’ordine dei propri superiori di giustiziare il lider di Moncada. “Non sparate! Non sparate! Le idee non si possono uccidere!”, esclamò ai propri soldati.
21. Durante la sua storica arringa intitolata “La Storia mi assolverà”, Fidel Castro, che si fece carico della propria difesa (legale, ndt), denunciò i crimini di Batista e la miseria nella quale si trovava il popolo cubano e presentò il suo programma per una Cuba libera.
22. Condannato a 15 anni di prigione, Fidel Castro fu liberato nel 1955 in seguito ad una amnistia concessagli dal regime di Batista ed andò in esilio in Messico dove organizzò la spedizione del Granma con un medico argentino di nome Ernesto Guevara.
23. Il 2 dicembre 1956, Fidel Castro sbarcò nella provincia orientale di Cuba alla testa di 81 rivoluzionari con l’obiettivo di scatenare una guerra di guerriglia nelle montagne della Sierra Maestra.
24. Contrariamente ad un’idea preconcetta, gli Stati Uniti non offrirono mai appoggio al Movimento 26 Luglio, organizzazione politico-militare diretta da Fidel Castro, durante tutta la guerra insurrezionale dal 2 dicembre 1956 al 1 gennaio del 1959.
25. Al contrario, Washington perseguitò con accanimento tutti i simpatizzanti del Movimento 26 Luglio esiliati negli Stati Uniti.
26. Allo stesso tempo, il Presidente Dwight D. Eisenhower continuò a fornire armi all’esercito di Batista, anche dopo l’istaurazione di un embargo di facciata nel marzo 1958.
27. Il 23 dicembre 1958, a una settimana dal trionfo della Rivoluzione, mentre l’esercito di Fulgencio Batista si trovava completamente allo sbando nonostante la propria superiorità di armi e uomini, ebbe luogo la 392° riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale, presieduto dal Presidente Eisenhower. Allen Dulles, allora direttore della CIA, espresse chiaramente la posizione degli Stati Uniti: “Dobbiamo impedire la vittoria di Castro”.
28. Come nel 1898, il Presidente Eisenhower era favorevole a un intervento armato per impedire il trionfo di Fidel Castro. Chiese se il Dipartimento di Difesa aveva pensato ad una “azione militare che potesse essere necessaria a Cuba”. I suoi consiglieri riuscirono a dissuaderlo al riguardo.
29. Così, l’ostilità degli Stati Uniti verso la Rivoluzione Cubana non ha niente a che vedere con il contesto della Guerra Fredda. Iniziò prima dell’arrivo al potere di Fidel Castro, prima dell’alleanza con Mosca nel maggio del 1960 e proseguì dopo la sparizione del blocco sovietico nel 1991.
30. Il 1 gennaio 1959, cinque anni, cinque mesi e cinque giorni dopo l’assalto alla caserma Moncada del 26 luglio 1953, trionfò la Rivoluzione Cubana.
31. Nel gennaio del 1959, gli Stati Uniti accolsero a braccia aperte i sostenitori del vecchio regime, inclusi i criminali di guerra, che avevano rubato 424 milioni di dollari al Tesoro cubano.
32. Fin dall’inizio, la Rivoluzione Cubana dovette realizzare il proprio progetto di società in un contesto di stato d’assedio permanente, di fronte alla crescente ostilità degli Stati Uniti. Dal 1959, Cuba non ha mai potuto godere di un clima di pace per costruire il suo futuro. Nell’aprile del 1961, Cuba dovette affrontare l’invasione armata della Baia dei Porci organizzata dalla CIA e nell’ottobre del 1962 l’isola fu minacciata di disintegrazione nucleare durante la crisi missilistica.
33. Dal 1959, gli Stati Uniti, decisi a rovesciare Fidel Castro, hanno condotto una campagna di terrorismo contro Cuba con più di 6.000 attentati, che sono costati la vita a 3.478 civili e l’hanno rovinata a 2.099 persone. I danni materiali ammontano a varie migliaia di milioni di dollari e Cuba ha dovuto spendere somme astronomiche per la propria sicurezza nazionale, il che ha limitato lo sviluppo dei programmi sociali. Lo stesso lider della Rivoluzione fu vittima di 637 tentati omicidi.
34. Dal 1960, Washington impone sanzioni economiche eccezionalmente severe, illegali secondo il Diritto Internazionale, che colpiscono le categorie più vulnerabili della popolazione ovvero le donne, i bambini e gli anziani. Questo stato d’assedio, condannato dalla stragrande maggioranza della comunità internazionale (188 paesi su 192), che costituisce il principale ostacolo allo sviluppo dell’isola, è costato più di un miliardo di dollari a Cuba.
35. Nonostante tutti questi ostacoli, la Rivoluzione Cubana è un innegabile successo sociale. Dando priorità ai più diseredati con la riforma agraria e la riforma urbana, sradicando l’analfabetismo, sviluppando l’educazione, la salute, la cultura e lo sport, Cuba ha creato la società più egualitaria del continente latinoamericano e del Terzo Mondo.
36. Secondo l’UNESCO, Cuba detiene il tasso di analfabetismo più basso ed il tasso di scolarizzazione più alto dell’America Latina. L’organismo delle Nazioni Unite segnala che ” l’educazione è stata la priorità a Cuba da [più di] 40 anni. E’ una vera società dell’educazione”. Il suo rapporto sull’educazione in 13 paesi dell’America Latina classifica Cuba come la prima in tutte le categorie. Secondo l’UNESCO, Cuba è la nazione al mondo che consacra la parte più elevata del bilancio all’educazione, con circa il 13% del PIL.
37. Cuba gode di un tasso di mortalità infantile del 4,6 per mille, ovvero il più basso del continente americano, più basso di Canada e Stati Uniti.
38. Cuba è la nazione che dispone del maggior numero di medici pro capite del mondo, con 85.000 professionisti per 11,1 milioni di abitanti. Secondo il New England Journal of Medicine, la rivista medica più prestigiosa del pianeta, “il sistema sanitario [di Cuba] ha risolto problemi che il nostro [quello degli Stati Uniti] ancora non è riuscito a risolvere”. La rivista sottolinea che “Cuba dispone ora del doppio dei medici per abitante degli Stati Uniti”.
39. Secondo l’UNICEF, “Cuba è un esempio nella protezione dell’infanzia” e un “paradiso dell’infanzia nell’America Latina” ed enfatizza che Cuba è l’unico paese dell’America Latina e del Terzo Mondo che ha sradicato la denutrizione infantile.
40. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), Cuba è l’unico paese dell’America Latina e del Terzo Mondo a trovarsi tra le 10 nazioni del mondo con il miglior indice di Sviluppo Umano sotto i criteri “speranza di vita, educazione e livello di vita” durante gli ultimi dieci anni.
41. La Rivoluzione Cubana ha fatto della solidarietà internazionalista un pilastro essenziale della propria politica estera. Cuba accoglie decine di migliaia di studenti provenienti dai paesi più poveri, gli offre formazione universitaria gratuita di alto livello e si fa carico di tutte le spese. La Scuola Latinoamericana di Medicina dell’Habana è una delle più famose del continente americano e ha formato varie migliaia di professionisti della salute provenienti da più di 123 paesi.
42. Dal 1963 e dalla prima missione internazionalista in Algeria, circa 132.000 medici cubani e altro personale sanitario hanno lavorato volontariamente in 102 paesi. Attualmente, 38.868 collaboratori medici, tra i quali 15.407 medici, offrono i propri servizi in 66 nazioni del Terzo Mondo
43. Grazie all’Operazione Miracolo che Cuba ha lanciato nel 2004, consistente nell’operare gratuitamente popolazioni povere vittime di malattie dell’apparato visivo, circa 2,5 milioni di persone di 28 paesi hanno recuperato la vista.
44. Il programma di alfabetizzazione cubano “Sì, io posso”, lanciato nel 2003, ha fatto si che 7 milioni di persone di cinque continenti imparassero a leggere, scrivere e far di conto.
45. Secondo il World Wild Fund for Nature (WWF), l’organizzazione più importante di difesa dell’ambiente, Cuba è l’unico paese del mondo che ha raggiunto lo sviluppo sostenibile.
46. Cuba ha svolto un ruolo chiave nella lotta contro l’apartheid, con l’intervento di 300.000 soldati in Angola dal 1975 al 1988 per far fronte all’aggressione dell’esercito nazionalista sudafricano. L’elemento decisivo che posefine all’apartheid fu la strepitosa sconfitta militare che le truppe cubane inflissero all’esercito sudafricano in Cuito Cuanavale, nel sud-est dell’Angola, nel gennaio del 1988. In un discorso, Nelson Mandela rese omaggio a Cuba: “Senza la sconfitta inflitta a Cuito Cuanavale le nostre organizzazioni non sarebbero state legalizzate! La sconfitta dell’esercito razzista a Cuito Cuanavale ha reso possibile che oggi io possa essere qui con voi! Cuito Cuanavale segna una svolta nella storia della lotta per la liberazione dell’Africa australe!”
47. Contrariamente ad un’idea preconcetta, la Rivoluzione Cubana ha avuto quattro diversi presidenti: Manuel Urrutia dal gennaio 1959 al luglio 1959 e Osvaldo Dorticós dal luglio 1959 al gennaio 1976 sotto l’antico regime della Costituzione del 1940, e Fidel Castro da febbraio dal 1976 a luglio del 2006 e Raúl Castro dal 2006 in seguito all’adozione della Costituzione del 1976.
48. I media occidentali, proprietà di conglomerati economici e finanziari, vilipendono la Rivoluzione Cubana per una ragione molto precisa che non ha niente a che vedere con la democrazia ed i diritti umani: il processo di trasformazione sociale iniziato nel 1959 ha scosso l’ordine e le strutture costituite, ha messo in discussione il potere dei dominatori e propone un’alternativa sociale nella quale le ricchezze sono destinate alla maggioranza e non ad una minoranza.
49. La principale conquista della Rivoluzione è aver fatto di Cuba una nazione sovrana ed indipendente.
50. La Rivoluzione Cubana, costruita da svariate generazioni di cubani, possiede tutte le virtù e i difetti della condizione umana e mai ha avuto la presunzione di ergersi a modello. Continua a essere, nonostante le proprie difficoltà, un simbolo di dignità e resistenza nel mondo.
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Dottore in Studi Iberici e Latinoamericani presso l’Università Paris Sorbonne – Paris IV, Salim Lamrani è professore ordinario presso l’Università de La Reunión e giornalista, esperto di relazioni tra Cuba e Stati Uniti. Il suo ultimo libro si intitola “Cuba. Les mèdias face au défi de l’impartialité”, Parigi, Edizioni Estrella, 2013, con una prefazione di Eduardo Galeano.
Fonte: http://operamundi.uol.com.br/conteudo/babel/31245/50+verdades+sobre+la+revolucion+cubana.shtml