IAT | Nell’acquario di Facebook
«Liberi», soddisfatti, con molti amici (seppur virtuali)… Attivisti da poltrona, condividiamo distrattamente le tragedie del mondo, sazi di informazioni in cui non riusciamo ad orientarci, dispensiamo “mi piace” ed emozioni virtuali senza distinguere adeguatamente realtà e finzione, ci muoviamo dentro ad un gigantesco acquario in modo inconsapevole, seguendo percorsi tracciati da un “default power” che decide come e cosa ricavare dai profili che noi stessi abbiamo costruito per partecipare ad un mondo-spettacolo di cui crediamo illusoriamente di essere protagonisti. Nell’acquario di Facebook. La resistibile ascesa dell’anarco-capitalismo, scritto dal gruppo di mediattivisti Ippolita, offre uno sguardo disincantato sulla realtà delle nuove tecnologie, analizzando i «social» (Facebook, Google+, Twitter, Linkedin ecc.) e attingendo inevitabilmente da McLuhan e Debord.
“gli utenti comuni si espongono a ogni sorta di soprusi da parte della colpevolizzante profilazione: un account su Facebook, su Google+, su Twitter, non è proprietà dell’utente. È uno spazio messo gratuitamente a sua disposizione in cambio della sua disponibilità a farsi sezionare in porzioni merceologicamente interessanti” (Nell’acquario di FB).
Con la nostra diligente accettazione delle nuove tecnologie «social» finiamo per comportarci un po’ come Adolf Eichmann; eseguiamo ordini senza riflettere e adottiamo comportamenti fortemente caratterizzati da uno spirito gregario e dall’assenza di capacità critica
“L’individuo ideale in un sistema tecnocratico globale è supino, consenziente. Obbedisce alle regole imposte e forza con il proprio comportamento, entusiasta, passivo o rinunciatario, gli eventuali riottosi ad adeguarsi. Non è un leader carismatico né un individuo eccezionale, ma un adepto della banalità tecnologica, un piccolo Eichmann del totalitarismo tecnologico contemporaneo: In ogni paese ci sono ora innumerevoli Eichmann negli uffici amministrativi, nelle società commerciali, nelle università, nei laboratori, nelle forze armate: ordinati, persone obbedienti, pronte ad eseguire qualsiasi fantasia sancita ufficialmente, tuttavia disumanizzate e svilite” (Nell’acquario di FB).
Materiali
Ippolita | Nell’acquario di Facebook
Federico Sbandi | L’esperimento di Facebook: emozioni contagiose e utenti ingenui
AA.VV. | Experimental evidence of massive-scale emotional contagion through social networks