Eurostupidaggini – Vincenzo Sparagna
Tra le infinite stupidaggini che ci vengono rifilate da giornali, TV e – non ultimo – internet, una delle più stupefacenti è quella che vede nell’euro la radice dei nostri guai nazionali. Con l’avvicinarsi delle elezioni europee lo tsunami di imbecillità su questo argomento punta a condizionare un’opinione pubblica spesso impreparata e senza memoria. A guidare l’offensiva anti-euro sono, con modalità diverse, i capi di Forza Italia e della Lega, Berlusconi e Salvini, i quali, cosa che nessuno ricorda, erano al governo nel gennaio 2002 quando la lira venne sostituita dall’euro e, meno di tre anni fa, hanno firmato il famigerato fiscal compact (l’impegno al pareggio di bilancio) contro cui si scagliano tutti i giorni. A loro si è aggregato ultimamente anche Beppe Grillo. Questi signori, ognuno a modo suo, pensano che la predicazione anti-euro sia il modo più facile per raccogliere consensi. Ma alla base dei loro pseudoragionamenti elettoralistici c’è lo scambio tra l’apparenza e la realtà. Nessuno di loro parla della radice vera della crisi, che è il sistema capitalistico fondato sullo sfruttamento globalizzato del lavoro e sulla speculazione finanziaria, tutti blaterano rozzamente contro la forma monetaria con cui opera il capitale in Europa. I pescecani americani, cinesi o russi sono forse meno avidi perché nei loro paesi usano dollari, yuan o rubli? Ovviamente no. Per quell’1% che concentra nelle sue mani le ricchezze del pianeta l’importante è che il lavoro costi sempre meno e i profitti crescano, in qualsiasi moneta vengano conteggiati. Per questo l’unica conseguenza di un ritorno alla lira sarebbe l’aumento vertiginoso della miseria popolare e l’occasione per nuove manovre speculative a vantaggio dei soliti ignoti. In una tale evenienza ogni debito della povera gente verrebbe moltiplicato, ogni credito azzerato, ogni salario ridotto. Le prevedibili svalutazioni della nuova lira potrebbero forse facilitare le esportazioni in alcuni settori, ma farebbero pagare agli italiani prezzi spropositati per tutti i prodotti importati (petrolio, gas ecc. fino al grano con cui facciamo gli spaghetti). Quello che i neonazionalisti monetari nascondono è che alla base della disoccupazione, della crisi finanziaria ecc. non c’è affatto l’euro e nemmeno la “cattiva” signora Merkel, ma il rapporto perverso, in Europa come in tutto il mondo, tra sfruttatori e sfruttati, finanza e produzione, ricchi e poveri. La campagna anti-euro è solo una furba manovra elettorale, un falso obiettivo cui non credono neppure i suoi inventori, l’ennesimo trucco ideologico per salvare gli affari concreti dei veri ladri del denaro e della vita di tutti, quelli che una volta si chiamavano “padroni”
Vincenzo Sparagna è direttore delle riviste FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE