Antiper | Anche alla Rivoluzione di Ottobre gli imperialisti mandarono eserciti. 14. Contro
Da Rivolta araba, raccolta di interventi sulle rivolte arabe del 2010-2011.
Lo sappiamo: non si può giudicare un uomo dall’opinione che egli ha di sé stesso (Marx). E ovviamente non lo si può giudicare neppure solo dall’opinione che dicono di averne i suoi amici o i suoi nemici. Quindi, non si può giudicare la rivolta libica partendo dal giudizio che ne danno i vari Sarkozy, Cameron, Frattini & co. D’altra parte è pur certo che l’atteggiamento dei vari Sarkozy, Cameron, Frattini & co verso la rivolta libica ce l’ha – eccome – un significato. Non coglierlo o sottovalutarlo significa non capire nulla dei reali processi in atto. Qualunque essi siano.
Ora, si può ritenere che i paesi imperialisti impegnati nella “campagna di Libia” spendano i soldi dei rispettivi contribuenti per difendere i cosiddetti “diritti umani”. Oppure si può ritenere che vi intravvedano la possibilità di sostenere propri [1] interessi economici e politici. Del resto, anche il fatto di intervenire in una situazione per evitare che essa evolva verso scenari indesiderati è una regola abbastanza usuale.
Prendiamo un caso noto, ma non per questo anche necessariamente conosciuto (come avrebbe detto il buon Hegel). Russia, novembre 1917. I comunisti, dopo aver conquistato la maggioranza dei delegati al II Congresso dei Soviet, hanno lanciato l’insurrezione ed hanno appena formato un nuovo governo assieme alla componente di sinistra del partito populista (i “socialisti rivoluzionari”). L’insurrezione è stata tutto sommato indolore grazie soprattutto al fatto che l’esercito zarista, ormai in decomposizione dopo il macello della prima guerra mondiale, è passato in buona parte ai rivoluzionari che promettono (e manterranno effettivamente) la fine della guerra.
Ecco un esempio di rivoluzione che inizia in modo quasi incruento [2]. Non sarà per nulla incruenta, invece, la guerra civile che insanguinerà e metterà in ginocchio la repubblica sovietica nei 4 anni successivi: 14 eserciti, provenienti da tutto il mondo (ivi compreso un battaglione di carabinieri italiani), invadono la Russia da tutti i lati. Cercano senza riuscirci di rovesciarla, ma riescono comunque a strangolarla, almeno parzialmente.
Come si vede, anche nel 1917 ci fu una coalizione di “volenterosi” paesi imperialisti che però non intervenne per sostenere la rivoluzione, bensì per schiacciarla. Meno che meno, la rivoluzione aveva chiesto l’aiuto delle potenze imperiali e imperialiste europee per conquistare o per mantenere il potere politico. Una discreta differenza con la situazione libica, ci pare.
E tanto basterebbe per liquidare tutti coloro che delirano di “rivoluzione” in Libia o altrove. A meno che, ovviamente, il termine rivoluzione non venga inteso nel senso in cui lo intendono alla Casa Bianca.
Note
[1] Quando diciamo “propri interessi” intendiamo gli interessi di un singolo paese imperialista, non dell’imperialismo in generale, perché a differenza di quello che ritengono alcune teorie politiche vecchie e nuove noi non pensiamo che l’imperialismo sia “unitario” o “imperiale”, ma che sia sempre attraversato dalla competizione tra le sue diverse frazioni nazionali o sovra-nazionali.
[2] In realtà la “fase cruenta” c’era già stata negli anni precedenti con le guerre a cui la Russia aveva partecipato da inizio secolo in poi e soprattutto con la Prima Guerra Mondiale che aveva portato al disastro economico-militare e alla perdita, da parte dello zarismo, del controllo su una parte dell’esercito.