Bertolt Brecht | Il nemico
Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico.
Brecht
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Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico.
Ci si è spesso domandati se l’arte del leccapiedi presupponga un talento innato. Si tratta in realtà di una domanda oziosa perché, se anche esistesse una predisposizione naturale, essa sarebbe, come accade per la musica, molto più diffusa di quanto generalmente si creda
Tratta da Bertolt Brecht, Poesie e canzoni, a cura di Ruth Leiser e Franco Fortini, Einaudi, 1959 Quando chi sta in alto parla di pace la gente comune sa che...
Davvero, vivo in tempi bui!
La parola innocente è stolta. Una fronte distesa
vuol dire insensibilità. Chi ride,
la notizia atroce
non l’ha ancora ricevuta.
Ho visto piegarsi un iracheno carbonizzato verso me attraverso il parabrezza schiantato, col tergicristallo che pare una penna pronta a scrivere pensieri per la Terra, col tergicristallo che pare uno...
1. Quando Lenin fu morto
un soldato della guardia funebre, così raccontano, disse
ai suoi compagni: non volevo
crederlo. Sono entrato dov’era disteso e
gli ho gridato all’orecchio: “Il’ic,
arrivano gli sfruttatori!” Non s’è mosso. Ora
so che è morto.2. Se un uomo buono se ne vuole andare
con che cosa lo si può trattenere?
Ditegli a che cosa egli è necessario.
Questo lo tratterrà.
Dici:
per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
più difficile di quando
si era appena cominciato
E il nemico ci sta innanzi
più potente che mai…
Se il comunismo fosse stato facile a farsi, si sarebbe già fatto da molto tempo. Ma come scrive proprio Brecht in un’altra bellissima poesia, Elogio della dialettica, chi dice che ciò che oggi non è, non può essere?
E’ ragionevole: ognuno lo intende. E’ facile.
Tu, che non sfrutti gli uomini, lo capirai subito.
Va bene per te, informati di lui.
L’imbroglione politico è figlio dell’analfabeta politico che è ignorante non perché è tenuto all’oscuro di ciò che accade, ma perché decide di disinteressarsene. I popoli che non si curano delle vicende politiche e si preoccupano solo del campionato di calcio o del vestito da mettere il sabato sera o dell’ultima versione di smarthphone sono destinati a restare perennemente schiavi.
Il peggiore analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
nè s’importa degli avvenimenti politici.Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.
1. Quand’ero piccolo, andavo a scuola
e imparai a distinguere il mio e il tuo,
e quando tutto avevo imparato
non mi pareva che fosse tutto.
La mattina ero senza colazione
mentre altri avevano da mangiare;
e cosi imparai ancora tutto
sull’essenza del nemico di classe.
E imparai il perché e il percome
il mondo è diviso da una fossa!
che resta fra noi, perché dall’alto
verso il basso cade la pioggia.
…guerra non è solo quella delle bombe che uccidono ogni giorno tanti esseri umani per gli interessi dei potenti del mondo. “Guerra” può essere anche, ribaltando e capovolgendo la prospettiva, quella che dobbiamo condurre quotidianamente contro le logiche che producono la guerra. Una guerra che diventa dunque Resistenza: resistenza contro una società che ci rende “automi” e “atomi”, particelle impazzite che hanno perso il senso della propria vita; resistenza allo sfruttamento sul posto di lavoro, resistenza a relazioni sempre più mercificate, resistenza all’omologazione del nostro pensare e del nostro sentire.
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