Antiper | Approvazioni e astensioni
Come tanti altri paci-finti, anche il non-a-caso-Premio-Nobel Sig. Fo Dario [1] (assieme alla di Lui consorte, la recidiva Sig.ra Rame Franca, già ri-finanziatrice di guerra in Afghanistan in qualità di parlamentare IDV) si appella all’ONU attribuendo a questo organismo l’autorevolezza di rappresentare la “volontà del mondo” (come se il fatto che un’ipotetica maggioranza possa decidere un’aggressione militare faccia perdere un grammo di legittimità alla minoranza che questa aggressione avversa).
Soprassediamo sul fatto che l’ONU, lungi dall’interpretare la “volontà del mondo”, ha piuttosto sempre interpretato la volontà di un pugno di potenze (gli USA e i sui alleati, anzitutto, ma anche l’URSS, quando c’era). E soprassediamo per “carità di patria” anche su come il Signor Fo Dario, da quando è divenuto giullare di corte, interpreta il ruolo dell’ONU e l’azione della Francia in Libia.
Concentriamoci invece su come è stata accolta in Consiglio di Sicurezza la Risoluzione ONU 1973 [2] che ha dato il “via libera” all’istituzione della cosiddetta “No Fly Zone” sulla Libia (o, per meglio dire, ai bombardamenti umanitari dei “volenterosi”). Come sappiamo, 10 paesi hanno votato a favore e 5 si sono astenuti. I paesi favorevoli all’attacco sono stati Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Nigeria, Colombia, Gabon e altri… che rappresentano circa 800-900 milioni di persone. I paesi astenuti (ma in realtà contrari) sono stati Cina, India, Russia, Brasile e Germania che rappresentano più o meno 3 miliardi di persone. “Questo è quanto” su chi rappresenta la “volontà del mondo”. Non che significhi nulla, beninteso: ci si può trovare in maggioranza ed avere comunque torto; proprio come succede a Fo Dario sulla guerra di Libia.
Inoltre, sarà pur vero che, sul piano formale, il voto del Gabon o della Nigeria pesa come quello della Germania, della Russia o della Cina, ma si può dire lo stesso sul piano geo-politico?
Chi appoggia l’intervento in Libia – con o senza l’ONU – finge di dimenticare il modo assai poco “umanitario” con cui paesi come USA, Francia e Inghilterra sono intervenuti militarmente nel mondo nella loro storia e anche di recente; finge di dimenticare che le fortune di questi paesi si sono costruite su secoli di guerra, schiavismo, colonialismo, sfruttamento, repressione…; finge di dimenticare che paesi come la Colombia, mentre pretendono di imporre il rispetto dei diritti umani in Libia, non li rispettano affatto a casa propria contro le insorgenze – quelle si, rivoluzionarie – che sono in corso da oltre 4 decenni. Ma il Sig. Fo Dario, la Sig.ra Rame Franca e tutta la paccottiglia di centro-sinistra ad essi assimilabile non ricordano; o per meglio dire, fingono di aver dimenticato.
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L’astensione dei paesi cosiddetti BRIC [3] più la Germania non prefigura certo uno schieramento tra paesi “buoni” e paesi “cattivi”, tra paesi “sensibili” e paesi “insensibili” alla difesa dei diritti umani (e ancor meno alla difesa delle “rivoluzioni”, come le chiamano gli antagonisti nostrani, ormai andati nel pallone), tra paesi “pacifisti” e paesi “guerrafondai”…
La divisione in seno al CdS dell’ONU è la divisione tra potenze economiche emergenti e potenze economiche declinanti, con le potenze declinanti che tentano di frenare il proprio declino e di rafforzarsi nella competizione inter-imperialistica globale a colpi di intervento militare.
Le potenze declinanti (anzitutto USA ed Europa Occidentale) tentano di usare l’arma delle armi per mantenere o (ri)conquistare aree di influenza e mercati. Anche un bambino di 2 anni (a parte Fo Dario e Rame Franca) capirebbe che francesi, inglesi, italiani e americani si sono catapultati in Libia per tutto meno che per impedire a Gheddafi di far strage di vittime civili (dal momento che le loro bombe ne hanno fatte, di tali vittime, ben più che quelle di Gheddafi). Anche un bambino di 2 anni capirebbe che in Libia si gioca una parte della partita per l’egemonia economica e finanziaria globale.
Ed è questo che spiega la partecipazione delle potenze imperialiste occidentali alla guerra di Libia e il loro schieramento rispetto alle “rivolte arabe”, non certo le chiacchiere sul ruolo di Twitter/Facebook o quelle sui “bombardamenti dei civili”, bevute come acqua fresca da “antagonisti della domenica” e giullari di regime.
Note
[1] Pierluigi Battista, Corriere della sera, 25 marzo 2011, Da Dario Fo a Scalfari la sinistra è interventista. E Gino Strada resta solo: “Perfino Dario Fo, non più sconvolto dal fragore delle armi, scopre l’ interventismo armato e intervistato dall’ Unità proclama: «Se non c’ era la Francia che partiva in quarta, c’ era una strage e staremmo qui a piangere anche sulle nostre responsabilità. Meglio fermi e sottoterra? Non credo, io sto con l’ Onu»”.
[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Risoluzione_1973_del_Consiglio_di_sicurezza_delle_Nazioni_Unite#Votazioni
[3] Brasile, Russia, India, Cina